La Facoltà di Biotecnologie festeggia il suo decimo anniversario. Il 3 marzo nella Sala Azzurra di Monte Sant’Angelo si sono riuniti docenti di oggi, di ieri e di domani –sono convenute più di trecento persone- per tracciare un bilancio di questo primo decennio di attività e per riflettere sul ruolo che le Biotecnologie potranno svolgere nello sviluppo e nell’innovazione del Paese.
“Sono fiero di questo Centro di Alta formazione e contento di vedere tanti giovani in sala”, commenta il Rettore Guido Trombetti. “E’ una Facoltà giovane, con un’età media del corpo docente di 45 anni – sostiene il Preside Gennaro Marino – ma è anche una ‘Facoltà rosa’ perché conta il 61% di presenze femminili tra ricercatori e professori”.
Pur essendo l’ultima nata, é una Facoltà che ha forti radici nel passato. Il Preside ricorda con gratitudine i padri della biochimica, della genetica, della biologia molecolare, i maestri cui va il merito di aver reso grandi le scuole scientifiche napoletane: da Gaetano Quagliariello a Francesco Giordani, da Giuseppe Montalenti a Luigi Califano, da Filippo Silvestri a Leonardo Donatelli, da Gaetano Salvatore ad Alfonso Maria Liguori e Leopoldo Massimilla.
La Facoltà ha oggi 2.500 iscritti, vanta 659 laureati e 79 docenti di vari livelli, eppure non può ancora contare su una sede stabile. “In questi anni abbiamo costruito le tensostrutture e presto partiranno i lavori per la realizzazione di un altro edificio nel complesso di Cappella dei Cangiani – afferma il Preside Marino – La struttura avrà una superficie complessiva di 19.700 metri quadri, sarà costituita da 4 corpi di fabbrica, sorgerà all’incrocio tra via De Amicis e via Pansini e sarà terminata entro il 2010”.
I primi Corsi di Laurea in Biotecnologie risalgono all’anno accademico 1995-1996. Nel 2001, i cinque Corsi di Laurea originari confluirono nella nuova Facoltà di Scienze Biotecnologiche.
“Il mio Rettorato iniziò con la costituzione della Facoltà di Sociologia e si concluse con la nascita di quella di Scienze Biotecnologiche – ricorda l’onorevole Fulvio Tessitore – Le Biotecnologie sono un esempio di come si fondano gnoseologicamente le scienze umane e quelle che io mi diverto a definire ‘disumane’.” Il professor Tessitore sottolinea la necessità di riflettere sul problema del rapporto tra scienza e tecnica, sui limiti della scienza e soprattutto sulle implicazioni etiche della ricerca scientifica. “Ritengo indispensabile che nel Comitato Tecnico Ordinatore vi sia un membro proveniente dalle Facoltà Umanistiche – afferma il professore che, quando lasciò la Presidenza del Comitato, fu sostituito dal professor Giuseppe Lissa – Siamo al centro di una straordinaria trasformazione culturale ed è nostro dovere avere consapevolezza di quel che sta accadendo”. Tessitore si sente assolutamente partecipe dei lusinghieri risultati raggiunti nel corso dei primi 10 anni della Facoltà e, rivolgendosi al Preside Marino, afferma: “mi dovrai assolutamente invitare all’inaugurazione della nuova sede!”.
“Le Biotecnologie sono un pilastro della ricerca e dello sviluppo conoscitivo ed economico dei prossimi decenni – sostiene il professor Giuseppe Marrucci che è stato Presidente del Comitato Tecnico Ordinatore della Facoltà per 6 anni – Incoraggio gli studenti a guardare avanti con ottimismo perché le biotecnologie saranno protagoniste del futuro”.
A riconoscere il ruolo cardine delle biotecnologie per lo sviluppo economico del Paese è anche il Ministro Luigi Nicolais. Il professore dichiara di essersi adoperato, in accordo con i ministri Fabio Mussi e Pierluigi Bersani, a destinare una parte dei 1.100 milioni di euro previsti per la ricerca nell’area delle Scienze della Vita, un settore in cui l’Italia è presente, anche se non spicca come polo produttivo. “Questi fondi – afferma – saranno investiti per rafforzare il rapporto tra Università ed impresa e per cercare di utilizzare le capacità di produrre conoscenza al fine di attirare nuovi capitali sul territorio italiano e spero anche campano”. Con il Ministro Mussi, Nicolais sta per lanciare anche un altro progetto, il Medical Research in Italy, rivolto per lo più alla ricerca di base ma che in futuro potrà avere ricadute sulle applicazioni cliniche. “E’ un progetto che ha un baricentro napoletano e che può contare su 20 milioni di euro messi a disposizione dal MIUR e dal Ministero dell’Innovazione”, dichiara.
“Gli studi biotecnologici sono un terreno su cui convergono molte competenze per produrre nuovi saperi – afferma il professor Franco Salvatore, tracciando una breve storia dell’evoluzione delle Scienze Biotecnologiche negli ultimi 20 anni. “E’ una scienza che esiste da millenni! Le biotecnologie tradizionali riguardano la produzione di pane, vino, birra e formaggi – prosegue il professore e, ricordando una foto in cui da ragazzi lui ed il fratello maggiore Gaetano pigiavano l’uva in un grande tino, esclama – Eravamo praticamente dei biotecnologi ante litteram!”.
Manuela Pitterà
“Sono fiero di questo Centro di Alta formazione e contento di vedere tanti giovani in sala”, commenta il Rettore Guido Trombetti. “E’ una Facoltà giovane, con un’età media del corpo docente di 45 anni – sostiene il Preside Gennaro Marino – ma è anche una ‘Facoltà rosa’ perché conta il 61% di presenze femminili tra ricercatori e professori”.
Pur essendo l’ultima nata, é una Facoltà che ha forti radici nel passato. Il Preside ricorda con gratitudine i padri della biochimica, della genetica, della biologia molecolare, i maestri cui va il merito di aver reso grandi le scuole scientifiche napoletane: da Gaetano Quagliariello a Francesco Giordani, da Giuseppe Montalenti a Luigi Califano, da Filippo Silvestri a Leonardo Donatelli, da Gaetano Salvatore ad Alfonso Maria Liguori e Leopoldo Massimilla.
La Facoltà ha oggi 2.500 iscritti, vanta 659 laureati e 79 docenti di vari livelli, eppure non può ancora contare su una sede stabile. “In questi anni abbiamo costruito le tensostrutture e presto partiranno i lavori per la realizzazione di un altro edificio nel complesso di Cappella dei Cangiani – afferma il Preside Marino – La struttura avrà una superficie complessiva di 19.700 metri quadri, sarà costituita da 4 corpi di fabbrica, sorgerà all’incrocio tra via De Amicis e via Pansini e sarà terminata entro il 2010”.
I primi Corsi di Laurea in Biotecnologie risalgono all’anno accademico 1995-1996. Nel 2001, i cinque Corsi di Laurea originari confluirono nella nuova Facoltà di Scienze Biotecnologiche.
“Il mio Rettorato iniziò con la costituzione della Facoltà di Sociologia e si concluse con la nascita di quella di Scienze Biotecnologiche – ricorda l’onorevole Fulvio Tessitore – Le Biotecnologie sono un esempio di come si fondano gnoseologicamente le scienze umane e quelle che io mi diverto a definire ‘disumane’.” Il professor Tessitore sottolinea la necessità di riflettere sul problema del rapporto tra scienza e tecnica, sui limiti della scienza e soprattutto sulle implicazioni etiche della ricerca scientifica. “Ritengo indispensabile che nel Comitato Tecnico Ordinatore vi sia un membro proveniente dalle Facoltà Umanistiche – afferma il professore che, quando lasciò la Presidenza del Comitato, fu sostituito dal professor Giuseppe Lissa – Siamo al centro di una straordinaria trasformazione culturale ed è nostro dovere avere consapevolezza di quel che sta accadendo”. Tessitore si sente assolutamente partecipe dei lusinghieri risultati raggiunti nel corso dei primi 10 anni della Facoltà e, rivolgendosi al Preside Marino, afferma: “mi dovrai assolutamente invitare all’inaugurazione della nuova sede!”.
“Le Biotecnologie sono un pilastro della ricerca e dello sviluppo conoscitivo ed economico dei prossimi decenni – sostiene il professor Giuseppe Marrucci che è stato Presidente del Comitato Tecnico Ordinatore della Facoltà per 6 anni – Incoraggio gli studenti a guardare avanti con ottimismo perché le biotecnologie saranno protagoniste del futuro”.
A riconoscere il ruolo cardine delle biotecnologie per lo sviluppo economico del Paese è anche il Ministro Luigi Nicolais. Il professore dichiara di essersi adoperato, in accordo con i ministri Fabio Mussi e Pierluigi Bersani, a destinare una parte dei 1.100 milioni di euro previsti per la ricerca nell’area delle Scienze della Vita, un settore in cui l’Italia è presente, anche se non spicca come polo produttivo. “Questi fondi – afferma – saranno investiti per rafforzare il rapporto tra Università ed impresa e per cercare di utilizzare le capacità di produrre conoscenza al fine di attirare nuovi capitali sul territorio italiano e spero anche campano”. Con il Ministro Mussi, Nicolais sta per lanciare anche un altro progetto, il Medical Research in Italy, rivolto per lo più alla ricerca di base ma che in futuro potrà avere ricadute sulle applicazioni cliniche. “E’ un progetto che ha un baricentro napoletano e che può contare su 20 milioni di euro messi a disposizione dal MIUR e dal Ministero dell’Innovazione”, dichiara.
“Gli studi biotecnologici sono un terreno su cui convergono molte competenze per produrre nuovi saperi – afferma il professor Franco Salvatore, tracciando una breve storia dell’evoluzione delle Scienze Biotecnologiche negli ultimi 20 anni. “E’ una scienza che esiste da millenni! Le biotecnologie tradizionali riguardano la produzione di pane, vino, birra e formaggi – prosegue il professore e, ricordando una foto in cui da ragazzi lui ed il fratello maggiore Gaetano pigiavano l’uva in un grande tino, esclama – Eravamo praticamente dei biotecnologi ante litteram!”.
Manuela Pitterà