19esima missione umanitaria all’estero per il prof. Di Salvo e la sua équipe

“È stata una delle missioni più belle della mia vita”, commenta così il suo ultimo soggiorno umanitario in Africa il prof. Enrico Di Salvo, reduce da ben 19 missioni all’estero nel corso degli ultimi 17 anni. “Ho iniziato nel 1995, grazie ad Elio Sica a cui devo il mio ingresso in questo mondo, e questa è già la 14esima missione in Africa, che mi ha entusiasmato in maniera particolare per il gruppo con cui sono partito e gli obiettivi raggiunti”, racconta. Docente di Chirurgia Generale alla Federico II, il prof. Di Salvo è alla guida di un progetto sanitario in Africa occidentale realizzato con la collaborazione dei colleghi del Policlinico già da diversi anni.
All’ultima missione di tre settimane, che si è conclusa la scorsa settimana, ha partecipato un gruppo molto motivato formato da 16 persone: 4 chirurghi, 2 anestesisti, un radiologo, 2 oculisti, un esperto in medicina nutrizionale, uno in medicina territoriale, 1 veterinario, una infermiera, un biologo e tre non medici. Con loro anche quattro specializzandi, tra cui uno della Seconda Università. Il team ha operato nella zona del Benin, dove, da oltre dodici anni, l’équipe del prof. Di Salvo lavora su due ospedali: quello di La Croix, nell’area di Zagnanado, dove opera Suor Julia Aguiar, missionaria francescana spagnola che è stata insignita nell’ottobre del 2009 della laurea honoris causa dalla Facoltà di Medicina della Federico II; e, di recente, nella zona di Djougou, in una struttura gestita dai Padri Camilliani. “Abbiamo diviso l’équipe e lavorato su entrambi gli ospedali – racconta il docente – operando un totale di 70 interventi di chirurgia maggiore, tra cui l’ultimo ha interessato un bambino di soli 3 anni a cui è stato asportato un tumore al rene di 3,800 chili. Per fortuna, anche se il bimbo pesa solo 7 chili, siamo riusciti a salvarlo”. Tra gli interventi più frequenti, come ricorda Di Salvo, ci sono quelli legati al tifo e all’ulcera di Buruli.
Grazie alla presenza nel gruppo di medici napoletani degli oculisti, si sono potuti effettuare anche ben 60 interventi agli occhi. “Non si tratta di malattie particolari – spiega Di Salvo – ma bisogna pensare che noi quando abbiamo una cataratta ci operiamo subito senza problemi, mentre in queste zone si rischia di diventare ciechi anche per una banalità. Ci sono poi alcuni casi di maculopatia, ma abbastanza rari. A breve faremo venire qui a Napoli una bambina di 6 mesi che rischia la cecità se non viene operata subito e, a causa della complessità del suo caso, non si è potuti intervenire sul posto”.
In una Regione dove il rapporto tra popolazione e medici è di circa 50 mila a uno, la presenza del gruppo di volontari della Federico II è molto importante anche perché “non si tratta solo di un intervento di tipo strettamente sanitario. Noi portiamo tecnologie. A Djougou abbiamo approntato il reparto di Neonatologia e adesso abbiamo lavorato alla chirurgia d’urgenza, a Zagnanado abbiamo portato un secondo respiratore e presidi post- operatori. Ma soprattutto lavoriamo per lo sviluppo della ricerca e la formazione di una classe dirigente locale, attraverso la creazione di scuole e università: abbiamo appena terminato una scuola elementare. I volontari non medici, inoltre, si sono occupati delle adozioni a distanza e dell’assistenza ad un orfanotrofio con oltre 100 bambini. Ancora si sta lavorando ad un progetto bufalino, appoggiato dalla Facoltà di Veterinaria, per introdurre le presenza di bufali nella regione, in modo da avere carne e latte”.
Lo scorso anno la Federico II ha anche siglato un accordo con l’Università di Benin per lo scambio culturale e di risorse umane, e in campo c’è la nascita di una ONLUS, CounuCounuAfrica, di rilievo nazionale, alla quale hanno dato il loro sostegno personalità di spicco tra cui il Ministro Sirchia e l’Assessore Trombetti, che opererà in assoluta trasparenza per agire con sempre maggiore efficacia in quest’area.
“Il nostro impegno diventerà sempre più importante e incisivo. Per questo devo ringraziare tutte le persone che mi chiedono continuamente di poter aderire e partecipare alle nostre missioni. Ma anche i miei due collaboratori qui a Napoli, i dottori Sodo e D’Alessandro, che fanno sì che il reparto continui a pieno ritmo la sua attività durante le mie assenze”. 
La prossima partenza è prevista per il periodo ottobre-novembre: “Abbiamo bisogno del tempo materiale per preparare le spedizioni e curare la parte burocratica”, spiega il docente.
Valentina Orellana
- Advertisement -




Articoli Correlati