È una querelle orami annosa che si consuma fra gli studenti e i docenti di Economia. Riguarda la gestione degli appelli d’esame continuamente modificati e dei relativi appelli aggiunti, o sottratti, a seconda dei casi.
Oggetto di questi continui rimaneggiamenti, le sessioni straordinarie di novembre ed aprile. Prima concesse, poi negate, in seguito ripristinate ed ora riservate, esclusivamente, a fuori corso e laureandi. Alle proteste degli studenti sulla scarsità degli appelli, i Dipartimenti di Economia, Management, Istituzioni e di Scienze Economiche e Statistiche hanno risposto, facendo cadere il divieto di ripetere gli esami in una stessa sessione e consentendo l’accesso ad entrambi gli appelli, rispettivamente della sessione invernale (gennaio/febbraio) e di quella estiva (giugno/luglio).
Nonostante l’apertura, gli studenti non sono soddisfatti e rivorrebbero indietro gli appelli perduti. “Si tratta di date cruciali per ‘spalmare’ gli esami su un intero anno e non affollarsi in pochi giorni, perché a gennaio e febbraio le possibilità restano concentrate tutte in pochi giorni ugualmente. È una decisione molto, molto grave”, dice al riguardo Alessia Schettini, iscritta al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze del Turismo. “Limitare il ventaglio degli appelli e la loro distribuzione nel corso di un anno è un danno grave”, conferma la collega Rosangela Macchia, mentre la loro compagna di studi Flavia Monte sottolinea ironica: “in questo modo tutti vanno fuori corso”. “Anche a fronte della riorganizzazione del calendario, non sappiamo ancora come ci troveremo – sostengono Marcello e Gaia, iscritti al terzo anno di Economia Aziendale – Sebbene sulla carta ci siano ora a disposizione due tentativi durante le sedute invernali ed estive, nella realtà dei fatti gli appelli sono tutti in date ravvicinate. Questa nuova impostazione obbliga, necessariamente, a svolgere più esami contemporaneamente. Conservare le sessioni di novembre e aprile, invece, permetterebbe di avere una migliore distribuzione ed un respiro maggiore”.
Di pari passo con la ridistribuzione degli esami, infatti, si è proceduto anche ad una nuova organizzazione del calendario delle lezioni, le quali termineranno a dicembre, senza più interruzioni per gli esami, e riprenderanno a metà febbraio. “In ogni caso è una gestione complicata. Gli esami cominciano il 9 gennaio, subito dopo le vacanze di Natale, e i corsi riprendono il 10 febbraio. Per dare un altro esame dopo questa sessione se ne parla a fine maggio. Mi sembra evidente che delle date ulteriori, in autunno e in primavera, erano un buon modo per recuperare esami arretrati”, aggiunge Vincenzo Esposito, al secondo anno di Economia Aziendale. “Come facciamo a dare tre esami in un mese? – domandano Sara C. e Domenica Delle Cave, studentesse del terzo anno di Scienze del Turismo – Se volevano eliminare gli appelli di metà semestre, allora perché non hanno aggiunto almeno un mese, per esempio marzo, per dare un po’ di tempo in più?”. “Non si interviene in alcun modo su uno dei problemi classici: l’accavallamento degli esami. È talmente evidente che mi chiedo se non lo facciano apposta”, conclude con sarcasmo Tonia, studentessa al secondo anno di Economia Aziendale.
Simona Pasquale
Oggetto di questi continui rimaneggiamenti, le sessioni straordinarie di novembre ed aprile. Prima concesse, poi negate, in seguito ripristinate ed ora riservate, esclusivamente, a fuori corso e laureandi. Alle proteste degli studenti sulla scarsità degli appelli, i Dipartimenti di Economia, Management, Istituzioni e di Scienze Economiche e Statistiche hanno risposto, facendo cadere il divieto di ripetere gli esami in una stessa sessione e consentendo l’accesso ad entrambi gli appelli, rispettivamente della sessione invernale (gennaio/febbraio) e di quella estiva (giugno/luglio).
Nonostante l’apertura, gli studenti non sono soddisfatti e rivorrebbero indietro gli appelli perduti. “Si tratta di date cruciali per ‘spalmare’ gli esami su un intero anno e non affollarsi in pochi giorni, perché a gennaio e febbraio le possibilità restano concentrate tutte in pochi giorni ugualmente. È una decisione molto, molto grave”, dice al riguardo Alessia Schettini, iscritta al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze del Turismo. “Limitare il ventaglio degli appelli e la loro distribuzione nel corso di un anno è un danno grave”, conferma la collega Rosangela Macchia, mentre la loro compagna di studi Flavia Monte sottolinea ironica: “in questo modo tutti vanno fuori corso”. “Anche a fronte della riorganizzazione del calendario, non sappiamo ancora come ci troveremo – sostengono Marcello e Gaia, iscritti al terzo anno di Economia Aziendale – Sebbene sulla carta ci siano ora a disposizione due tentativi durante le sedute invernali ed estive, nella realtà dei fatti gli appelli sono tutti in date ravvicinate. Questa nuova impostazione obbliga, necessariamente, a svolgere più esami contemporaneamente. Conservare le sessioni di novembre e aprile, invece, permetterebbe di avere una migliore distribuzione ed un respiro maggiore”.
Di pari passo con la ridistribuzione degli esami, infatti, si è proceduto anche ad una nuova organizzazione del calendario delle lezioni, le quali termineranno a dicembre, senza più interruzioni per gli esami, e riprenderanno a metà febbraio. “In ogni caso è una gestione complicata. Gli esami cominciano il 9 gennaio, subito dopo le vacanze di Natale, e i corsi riprendono il 10 febbraio. Per dare un altro esame dopo questa sessione se ne parla a fine maggio. Mi sembra evidente che delle date ulteriori, in autunno e in primavera, erano un buon modo per recuperare esami arretrati”, aggiunge Vincenzo Esposito, al secondo anno di Economia Aziendale. “Come facciamo a dare tre esami in un mese? – domandano Sara C. e Domenica Delle Cave, studentesse del terzo anno di Scienze del Turismo – Se volevano eliminare gli appelli di metà semestre, allora perché non hanno aggiunto almeno un mese, per esempio marzo, per dare un po’ di tempo in più?”. “Non si interviene in alcun modo su uno dei problemi classici: l’accavallamento degli esami. È talmente evidente che mi chiedo se non lo facciano apposta”, conclude con sarcasmo Tonia, studentessa al secondo anno di Economia Aziendale.
Simona Pasquale