“La morale è ciò che fa umano l’uomo”, così sosteneva il filosofo Piovani, e così esordisce il ciclo di seminari dal titolo “Etica, Bioetica e Cittadinanza”, presieduto dalla prof.ssa Emilia D’Antuono, presso la Facoltà di Sociologia. Il seminario, articolato in due appuntamenti, 5 e 9 giugno, riprende alcuni temi di un discorso iniziato lo scorso anno, in particolare quello della fecondazione assistita e della legge 40, questa volta però ponendo maggiore accento su un aspetto strettamente collegato all’etica e alla bioetica: la cittadinanza, analizzata da un punto di vista etico, giuridico e morale. Sono intervenuti per le loro relazioni diversi esponenti del mondo accademico: Vittoria Franco, Scuola Normale Superiore di Pisa, Umberto Di Porzio, CNR – Istituto di Genetica e Biofisica di Napoli, Andrea Vicini, Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Mario Fusco, Università Federico II di Napoli, Rossella Bonito Oliva, Università l’Orientale, Massimo Villone, Giuseppe Lissa e Gianluca Attademo, dell’Università Federico II e Raffaele Prodomo, Seconda Università.
Quello della cittadinanza è un tema moderno, che riguarda l’autodeterminazione dell’individuo, ed è quindi legato allo Stato. Ma nel contempo è per molti aspetti problematico poiché apre la strada ai diritti fondamentali. Da un punto di vista giuridico si tratta di un concetto complesso poiché pone il problema della territorialità, per cui va concepito nella realtà in cui esso è collocato di volta in volta. Ancora oggi la Cittadinanza Europea è un “processo” che si sta faticosamente mettendo in moto, e che solo in parte ha portato alla definizione di diritti europei, e quindi di una vera e propria identità. Da un punto di vista puramente scientifico l’identità non è qualcosa di definitivo e acquisito: non si è individui, ma lo si diventa. Ecco perché esiste sempre più negli ultimi anni una dicotomia tra natura e cultura, quasi che il “biologico” fosse l’ultimo baluardo dell’identità. Natura e cultura come qualcosa in grado di portare l’identità al suo nuovo sviluppo: l’identificazione, perché solo chi si espande nella vita può costruire la propria identità. Ed espansione significa anche accogliere gli stranieri condividendo con loro la cittadinanza, perché solo grazie ad essi si apre la strada ad una nuova identificazione.
Una tematica attuale che, come lo scorso anno, ha spinto numerosi studenti e partecipanti al corso a collaborare per la realizzazione di questo ciclo di seminari, volto a fornire uno sguardo d’insieme sui diversi temi proposti e numerosi spunti di riflessione. Riflessioni che inevitabilmente sconfinano nello scontro tra il progresso scientifico e le posizioni della Chiesa e che si ricollegano più direttamente al tema della procreazione assistita e della legge 40, oggetti del referendum dello scorso anno clamorosamente fallito. Fallimento che deriva innanzitutto da una mancanza di informazione sulle nuove frontiere raggiunte dalla ricerca scientifica che potrebbero, un giorno non molto lontano, produrre un miglioramento della vita dell’uomo.
Nicla Abate
Quello della cittadinanza è un tema moderno, che riguarda l’autodeterminazione dell’individuo, ed è quindi legato allo Stato. Ma nel contempo è per molti aspetti problematico poiché apre la strada ai diritti fondamentali. Da un punto di vista giuridico si tratta di un concetto complesso poiché pone il problema della territorialità, per cui va concepito nella realtà in cui esso è collocato di volta in volta. Ancora oggi la Cittadinanza Europea è un “processo” che si sta faticosamente mettendo in moto, e che solo in parte ha portato alla definizione di diritti europei, e quindi di una vera e propria identità. Da un punto di vista puramente scientifico l’identità non è qualcosa di definitivo e acquisito: non si è individui, ma lo si diventa. Ecco perché esiste sempre più negli ultimi anni una dicotomia tra natura e cultura, quasi che il “biologico” fosse l’ultimo baluardo dell’identità. Natura e cultura come qualcosa in grado di portare l’identità al suo nuovo sviluppo: l’identificazione, perché solo chi si espande nella vita può costruire la propria identità. Ed espansione significa anche accogliere gli stranieri condividendo con loro la cittadinanza, perché solo grazie ad essi si apre la strada ad una nuova identificazione.
Una tematica attuale che, come lo scorso anno, ha spinto numerosi studenti e partecipanti al corso a collaborare per la realizzazione di questo ciclo di seminari, volto a fornire uno sguardo d’insieme sui diversi temi proposti e numerosi spunti di riflessione. Riflessioni che inevitabilmente sconfinano nello scontro tra il progresso scientifico e le posizioni della Chiesa e che si ricollegano più direttamente al tema della procreazione assistita e della legge 40, oggetti del referendum dello scorso anno clamorosamente fallito. Fallimento che deriva innanzitutto da una mancanza di informazione sulle nuove frontiere raggiunte dalla ricerca scientifica che potrebbero, un giorno non molto lontano, produrre un miglioramento della vita dell’uomo.
Nicla Abate