“Il linguaggio è rigoroso e privo di orpelli matematici”

Con l’aiuto del prof. Antonio De Iorio, decano e, oramai, unico ordinario della disciplina in Facoltà, approfondiamo la materia. Costruzione di Macchine si occupa del dimensionamento delle strutture, ovvero la ricerca della migliore geometria per conferire resistenza ai carichi applicati, in relazione ai materiali adoperati. Si inserisce nell’ambito della progettazione, “ne è una fase cruciale, quella che stabilisce la geometria ultima, non tanto intesa come ingombro, ma come spessore e resistenza, affinché le strutture resistano e siano sicure nell’arco di tutta la loro vita. La parola inglese Design, per esempio, significa al tempo stesso progettazione e dimensionamento. La nostra disciplina è nata con l’industria meccanica e gli studi sulla fatica, il punto di rottura delle catene utilizzate in miniera è di più di un secolo fa”, spiega il docente. La Seconda Guerra Mondiale ha determinato un’evoluzione delle conoscenze complessive e l’informatica ha accelerato i processi, ma: “fondamentalmente le cose che si insegnano sono sempre le stesse”. Il materiale di studio è rappresentato dalle dispense del docente, reperibili sul sito, ed un testo in inglese (le dispense ne contengono, però, parti già tradotte). “I dati e le informazioni da ricordare non sono tante, quello che serve è soprattutto il ragionamento, a cui spesso i ragazzi non sono abituati. Fin dalle scuole medie non vengono abituati allo studio, e la preparazione di base e dei primi anni universitari non li aiuta. Leggono per ricordare, non per capire. Anche la terminologia non è adeguata”, sottolinea il professore, consapevole che quest’esame rappresenta uno degli ostacoli più ardui da superare per i ragazzi iscritti al Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica. “Studiare non significa prendersi l’esame, ma capire quello che si fa, leggere con curiosità. Questi ragazzi sono figli di una cultura televisiva e non meditativa. Non vedono fisicamente i fenomeni, non guardano gli oggetti e la loro risposta alle sollecitazioni, non intuiscono le conseguenze delle scelte”. E la riforma, che ha spezzato la disciplina in due parti e contratto i tempi, è un ‘disastro’. “I ragazzi dovrebbero sostenere in tre mesi un lavoro che una volta richiedeva un anno. Gli argomenti non si possono dividere, così si fa una prima parte semplificata ed in seguito si riprende per potenziare”. Anche il linguaggio della disciplina rappresenta una rottura con il percorso precedente. “Gli studenti apprendono a Scienza della Costruzioni un linguaggio più vicino all’ambito civile. Il nostro, invece, è rigoroso e senza orpelli matematici”. 
I consigli: seguire, fare gli esercizi e andare dal docente per ogni spiegazione (in effetti ci sono diversi ragazzi in Dipartimento quando arriviamo). “Gli studenti non sanno di avere i mezzi per affrontare la materia. L’approccio deve essere metodologico e ricordare che ogni problema è diverso dagli altri”.
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