“L’esperienza Erasmus comincia qui, in Italia”

Erasmus: scade il 6 febbraio il termine per concorrere al bando 2013-2014. Quest’anno sono da segnalare alcune interessanti novità, pensate per rendere più fruttuoso il soggiorno all’estero. Durante l’incontro illustrativo del progetto, che si è svolto il 15 gennaio, al quale hanno partecipato numerosi studenti, i membri della Commissione di Orientamento, la delegata del Rettore per l’Erasmus prof.ssa Anna De Meo, la responsabile Ufficio Relazioni internazionali, dott.ssa Marina Guidetti, sono state illustrate tutte le innovazioni, stabilite in linea con le indicazioni fornite dall’Agenzia Nazionale per l’Erasmus. Se resta forte l’attenzione “sugli aspetti quantitativi delle borse, quest’anno abbiamo voluto dedicare un particolare interesse anche agli aspetti qualitativi, cioè quelli relativi al riconoscimento dei crediti formativi. È fondamentale, infatti, che ci sia la più alta corrispondenza con il proprio percorso formativo per il massimo riconoscimento dei crediti. Stiamo facendo in modo che gli studenti vengano correttamente orientati prima della partenza e abbiamo la certezza che tutti i crediti verranno riconosciuti. Questo può avvenire grazie al fatto che la Commissione orientatrice è la stessa che si occuperà della convalida”, spiega la dott.ssa Guidetti. Per ottenere ottimi risultati, però, è importante “che gli studenti siano parte attiva, cioè che si informino sui siti degli atenei stranieri dove vorrebbero studiare per capire nel dettaglio l’offerta didattica. Insomma, l’esperienza Erasmus comincia qui, in Italia”.
Crediti e contributi
Ottenere la massima corrispondenza tra previsioni e reale approvazione dei crediti, risultato ottenuto a pieno lo scorso anno, è utilissimo sia allo studente, il quale ‘non perde tempo’, ma anche all’Ateneo di appartenenza che si vede aumentare i fondi da destinare proprio alle borse.
I criteri adottati quest’anno prevedono, innanzitutto, un periodo minimo di soggiorno di 4 mesi, e non più 3, e una corrispondenza precisa tra tempo di residenza e crediti da accumulare: 4-7 mesi minimo 24 crediti, 8-12 mesi minimo 40 crediti. Inoltre, sono state imposte restrizioni per i soggiorni di ricerca per la tesi per cui è previsto un massimo di tre mesi di permanenza e un minimo di 8 crediti. “La ricerca tesi all’estero è un’esperienza per noi difficilmente valutabile – spiega la dott.ssa Guidetti – e che, quindi, cerchiamo di scoraggiare”. Per stimolare, invece, gli studenti che vanno a frequentare i corsi a restare più tempo all’estero e ad acquisire più crediti possibili, si è pensato anche ad un contributo economico aggiuntivo (reso possibile dai Fondi Ministeriali per il ‘Sostegno dei giovani e favorire la mobilità degli studenti’): 50 euro da 8 a 15 crediti; 100 euro da 16 a 29; 150 euro da 30 a 40; 200 euro per oltre 40 crediti. Questi sono contributi finali da aggiungere ai circa 230 euro mensili della borsa: “Sicuramente la lamentela più frequente che riceviamo dai ragazzi è che il contributo della borsa è insufficiente per affrontare le spese di permanenza all’estero. Il nostro, purtroppo, è solo un ‘contributo’, che negli anni abbiamo cercato di incrementare sempre con altri fondi ministeriali o con le borse integrative dell’Adisu”.
Sicuramente la scelta del paese di destinazione non avviene in base al costo della vita, assicura però la dott.ssa Guidetti. Le mete più gettonate “restano la Spagna e la Francia, mentre sono molto apprezzate nuove destinazioni come la Turchia”. Più difficile l’accesso alle borse per l’Inghilterra, per quanto molto richieste dagli studenti “gli inglesi, infatti, impongono molte restrizioni, tra cui le certificazioni linguistiche specifiche (attenzione, queste sono richieste anche dalla Germania)”. il motivo di questa chiusura verso l’Italia: “credo sia in una mancata reciprocità di scambio. Insomma, gli inglesi non vogliono venire da noi, e quindi non c’è interesse da parte delle università britanniche ad uno scambio unidirezionale”.
266 convenzioni
Sono 266 le convenzioni attivate dall’Orientale in tutta Europa e si aggiungono sempre nuove destinazioni. Quest’anno new entry è la Lituania. “Abbiamo 10 accordi in più rispetto allo scorso anno. Un consiglio che voglio dare ai ragazzi, però, è di tenere sotto controllo l’elenco dal nostro sito, perché ci sono molti accordi in via di rinnovo. Noi aggiorniamo ogni giorno l’elenco e prima della chiusura del bando loro avranno la certezza sulla convenzione con la meta prescelta. Nel caso in cui l’Ateneo da loro selezionato non dovesse avere rinnovato l’accordo, li invitiamo a sceglierne un altro, andando sempre a controllare bene i piani formativi”.
Sia che si sogni di andare a vivere all’estero dopo la laurea, sia che si pensi solo a migliorare la propria competenza linguistica, “chi ha vissuto l’Erasmus si riconosce da lontano un miglio! Sono studenti con migliori capacità di adattamento e di risoluzione dei problemi, sono emancipati dalla famiglia e aperti al diverso. La soddisfazione dei nostri ragazzi, devo dire, è sempre al cento per cento. E c’è anche chi trova lavoro durante l’Erasmus. Ad esempio, uno studente lo scorso anno in Inghilterra ha ricevuto la proposta per un contratto a tempo indeterminato”.
Valentina Orellana
- Advertisement -





Articoli Correlati