“L’ingegnere è il protagonista del fare”

“E’ una Facoltà per chi ama assecondare la voglia di intervenire, di trasformare la materia per piegarla alle necessità di una vita sempre più caratterizzata dal benessere. Un benessere che sia, però, compatibile con la salvaguardia dell’ambiente. L’ingegnere è il protagonista del ‘fare’ e dello studio e intervento sulla materia”, racconta, scendendo nell’essenza degli studi, il Preside di Ingegneria della Federico II Piero Salatino da pochissimo eletto alla guida di una Facoltà che attiva ben sedici Corsi di Laurea Triennali e altrettanti Magistrali, articolati in tre aree tematiche (Industriale, Civile e Informazione), più un Corso quinquennale  a ciclo unico (ed a numero chiuso) in Ingegneria Edile-Architettura.
Una così variegata offerta didattica si fonde con una vivacissima ricerca, erede di una lunga tradizione e di una riconosciuta eccellenza: “Ci stiamo avvicinando al bicentenario della Scuola di Applicazioni di Ponti e Strade fondata da Gioacchino Murat nel 1811 – ricorda il Preside della più antica Scuola d’Ingegneria d’Italia – Questo si traduce in una presenza nella nostra tradizione di nomi illustri, di grandi scoperte, di un’importante attività di ricerca nei nostri numerosi Dipartimenti. La vitalità dei gruppi di ricerca e lo stadio avanzato che raggiunge la conoscenza si riflette in una didattica più viva, sempre aggiornata, anche per quanto riguarda quella di base dei primi anni”.
La Facoltà, con le sue sedi di Piazzale Tecchio, via Claudio, Agnano e Monte Sant’Angelo, dispone inoltre di avanzati laboratori, innumerevoli contatti con il mondo industriale e imprenditoriale e di un avviato programma Erasmus. Una realtà in continua crescita, che registra ogni anno il boom di immatricolazioni anche grazie alle garanzie occupazionali che offre, “ma che – ammette il Preside – avrebbe bisogno di altri spazi per assecondare la crescita dei numeri”.
Un biglietto da visita di tutto rispetto per un ingegnere che deve unire le competenze in matematica, nelle scienze di base, con gli aspetti più tecnici e con la lingua inglese, ormai un ‘must’. “Una cultura ingegneristica non può essere costruita se non con un ottimo approccio alla matematica e alle scienze di base come la chimica o la fisica. Oggi anche la lingua inglese – continua però il Preside – sta ricoprendo un posto importante per quanto riguarda l’inserimento futuro in diversi contesti lavorativi. Noi abbiamo già attivato dei corsi in inglese, in particolare alle Magistrali, pensati per gli studenti Erasmus, ma  ai quali farebbero bene a partecipare anche i nostri studenti”.
Per concludere una felice carriera universitaria, spiega il prof. Salatino, i primi mesi sono determinanti non solo perché si cementificano le competenze nelle materie strumentali agli studi successivi, ma anche perché “è a questo punto che bisogna fare uno scatto e passare dalla mentalità di studio delle superiori ad una più consapevole, più responsabile. Un consiglio è sicuramente di prendere subito il ritmo dello studio universitario, non perdere il passo, perché proprio qui si rischia di inciampare, ma seguire i corsi con costanza fin dal loro inizio previsto per fine settembre”. 
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