“Nel nostro Paese c’è una visione distorta del geologo”

Quale figura professionale costruisce il mio Corso di studi? Dove potrò lavorare terminata l’università? Qual è il modo migliore per presentarsi ad un colloquio di lavoro? E ancora… Come si scrive un curriculum nel modo giusto? Queste e molte altre le domande che affollano la mente di studenti e laureati. A dare loro una risposta soddisfacente, il corso breve “Geoscience Business Skills Programm” tenuto, il 7 e l’8 febbraio, al Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (Distar) dal dott. Andrea Moccia, Senior Geologist, Deputy Team Leader presso l’Istituto Francese Nazionale del petrolio e delle energie rinnovabili. “Sono un geologo, mi rivolgo, dunque, a studenti, ma anche a laureati, a dottorandi e a chi cerca un lavoro nel campo delle geoscienze. Questo corso nasce soprattutto per gli studenti della Triennale, giovani alle prime armi che non hanno ancora maturato molta esperienza e che hanno bisogno di una guida”. Due giorni, quattro sessioni, ventidue gli studenti che hanno discusso con il dott. Moccia di profili professionali e settori lavorativi delle geoscienze, del modo giusto di cercare un lavoro, di presentarsi e di mettere in gioco le proprie abilità. Chi è il laureato nel campo delle geoscienze? “Ciò che mostro agli studenti non è limitato solo all’Italia. Cerco di trasmettere loro una visione quanto più globale possibile, avendo lavorato in giro per il mondo per dieci anni. Dico sempre che il geologo non ha confini geografici, che le nozioni della geologia sono valide in tutto il mondo e che se guardiamo solo all’Italia ci limitiamo molto”, racconta Moccia, laurea in Scienze geologiche nel 2009, Master in Petroleum Geoscience e una carriera in diversi paesi stranieri, dalla Scozia alla Francia presso l’IFPEN dove è co-responsabile di una èquipe. Molte le applicazioni di una laurea in Scienze geologiche, ma con alcune differenze tra Italia ed estero: “Per questioni storico-culturali nel nostro Paese c’è una visione distorta del geologo che è visto solo come colui che si occupa di fondazioni di un edificio, opere di ingegneria civile o vulcanologia. Se in America si chiede ad un geologo che cosa può fare, le risposte sono molteplici perché si può spaziare dall’industria mineraria a quella degli idrocarburi”. Non è mai troppo presto per cominciare la ricerca di un lavoro: “Bisogna cominciare a guardarsi intorno quando ancora si studia perché dopo la laurea ci si ritrova spaesati e confusi. Bisogna informarsi sui business del proprio ramo, sui profili professionali ricercati dalle aziende”. Due i concetti chiave del corso: metodologia e approccio pratico e concreto. “Quando incontriamo un’azienda che ha posizioni aperte, non bisogna inviare il curriculum a questa come ad altre cento. Il curriculum va redatto posizione per posizione e prima di candidarci dobbiamo studiare nel dettaglio l’azienda, capire di cosa si occupa, quali figure professionali simili alla nostra lavorano lì e quale percorso hanno fatto”. Un esempio concreto: “Con i ragazzi abbiamo studiato il caso della Enel Green Power. Abbiamo fatto ricerche sui settori, i progetti di cui si occupa in Italia e all’estero e sulle figure professionali che operano al suo interno. Ci sono dei geologi: li abbiamo cercati su Linked-In per informarci sui loro studi e la loro carriera. Abbiamo scoperto che c’è una ragazza laureata qui, che ha frequentato un Master a Roma che è stato la chiave per la sua assunzione. Quando sei uno studente non pensi a questo tipo di ricerche, si tratta di un’esperienza che ho maturato in dieci anni”. Spazio alla pratica: “Al termine del corso gli studenti avranno redatto il loro nuovo curriculum e la loro nuova cover letter e avranno sperimentato simulazioni di colloqui per apprendere il modo giusto di presentare le proprie capacità e progetti”. L’idea di questi brevi corsi nasce nel 2018, da due progetti paralleli: “Geologia pop, in video tramite Facebook e Youtube, per divulgare la professione del geologo tra i non addetti ai lavori, e Geologia pop università nel momento in cui molti studenti hanno cominciato a contattarmi perché realizzassi dei video tecnici per aiutarli nello studio. Oggi circa 550 studenti italiani seguono questi progetti”, conclude Moccia.
Quale feedback arriva dagli studenti che hanno partecipato alla prima lezione del corso di Geoscience Business Skills Programm? Pollici in su. “Sono rimasto molto colpito da quanto è stato detto sulla percezione del geologo in Italia e all’estero. In Italia il geologo è considerato come quello che va a scavare le pietre e anche le offerte di lavoro sono minori e meno precise che all’estero”, racconta Mauro Rea, terzo anno di Scienze Geologiche. Un consiglio che ha fatto centro? “Cominciare a cercare lavoro già da ora. Guardarsi intorno, capire cosa cercano le aziende, se sono disposte ad offrire stage o contratti a tempo indeterminato. Sono molto interessato soprattutto alla parte pratica del corso, aspetto suggerimenti su come scrivere un curriculum e preparare una presentazione del mio lavoro. Dopo la Triennale vorrei continuare a studiare e diventare un vulcanologo”. “Ho scelto di partecipare al corso perché spero di ricevere i giusti consigli da una persona che lavora da un po’ in un ambiente in cui vorrei entrare anche io – è la speranza di Silvia Mazzeo, secondo anno della Magistrale in Geologia e Geologia Applicata – Per ora abbiamo ricevuto indicazioni interessanti su come utilizzare Linked-In per cercare lavoro e per confrontarci con altre figure professionali che operano nel nostro stesso campo. È stata sottolineata particolarmente l’importanza di fare una buona attività di ricerca prima di proporsi per un lavoro. Io sono interessata al campo dell’idrogeologia e comincerò a cercare quelle aziende che, in Italia, si occupano di geologia e ripristino ambientale”.
Carol Simeoli
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