“Non limitatevi all’inglese o al francese”

“Sfruttate le possibilità offerte dall’Ateneo”: questo è l’invito che il prof. Augusto Guarino, Pro-Rettore alla Didattica e neo eletto Preside della Facoltà di Lingue (si insedierà dal primo novembre, succedendo al prof. Domenico Silvestri) lancia a chi sta per iscriversi all’Orientale.
“Sono attivate oltre 44 lingue appartenenti all’area europea, americana, asiatica ed africana – spiega- Non limitatevi all’inglese o al francese. Consiglio sempre ai ragazzi di compiere scelte con caratterizzazioni originali. Abbinare ad esempio l’inglese con l’olandese o con il greco moderno. Ad esempio, lo studente di Scienze Politiche che studia una lingua dell’est europeo ha una carta in più rispetto agli altri laureati con lo stesso titolo”. Insomma, perché iscriversi ad un Ateneo con una unica e particolare tradizione nelle lingue anche cosiddette minori, per poi scegliere le classiche lingue di massa? “Francese, inglese, tedesco, spagnolo lo si insegna un po’ ovunque, mentre da noi ci sono lingue uniche. Il Portoghese in sud Italia si insegna solo a L’Orientale. Siamo gli unici in Europa ad avere una così vasta gamma di lingue dell’est europeo. Circa il 70% degli studiosi di lingue orientali in Italia lavora per questo Ateneo”, sottolinea il professore.
Non è facile, però, per uno studente che proviene dalle superiori, scegliere lingue come ad esempio lo swahili o il berbero: “dobbiamo per questo dare sempre più spazio ad un orientamento precoce, rivolto già verso i ragazzi del quarto anno delle superiori. Da parte nostra- assicura Guarino- c’è l’intenzione di dare tutto lo spazio necessario alle lingue meno conosciute, anche rispetto a quelle che avendo avuto un grosso rilievo mediatico, come il cinese, il giapponese o l’arabo, vengono ormai considerate lingue di massa”.
Gli sbocchi occupazionali: “il mercato cerca profili originali.- avverte il Pro Rettore- Un esempio è il caso IBM che proprio in questi ultimi mesi ha aperto un importante centro di assistenza tecnica a Napoli perchè qui ha trovato specialisti nelle lingue scandinave. Noi siamo gli unici ad averle nei nostri programmi, così molti nostri laureati hanno trovato subito inserimento e sono previste altre assunzioni”.
Non sono pochi i ragazzi che dopo un periodo di stage o tirocinio trovano inserimento nella stessa azienda: “questo accade spesso nel settore turistico o comunque nel privato, perché il pubblico ha altri tempi e modalità. Naturalmente dobbiamo pensare a contratti a tempo determinato, anche se con i benefici della legge Bersani ci sono più possibilità che si passi da un tempo determinato ad un contratto a tempo indeterminato. Inoltre, molto spesso si decide di riprendere gli studi anche dopo o durante un periodo di lavoro. Io credo- spiega Guarino- che la dimensione attuale del mondo del lavoro sia quella della ‘formazione permanente’, per cui è molto importante non solo il raccordo tra la triennale e la specialistica, ma anche tra la laurea di base e i master”.
A Lingue quattro Corsi di Laurea, ma il primo anno è quasi comune
“Potenziamento dello studio delle Americhe, da considerare nel loro complesso”- insomma dal Canada alle popolazioni dell’Amazzonia, passando per gli indigeni del Centro America fino ai Caraibi e alla Patagonia- “e un ricongiungimento dell’Europa perchè non ha più senso parlare di Europa dell’est, dell’ovest, del nord e del sud, perchè le spaccature economiche, politiche o sociali che potevano esistere prima tra le varie aree europee, oggi non esistono più. La pluralità europea va salvaguardata anche con le molte specificità culturali e linguistiche che vanno tutelate. Non è solo una questione di didattica ma una questione etica, una sorta di missione di tutela delle diversità che solo questo Ateneo in Italia può portare avanti”, gli obiettivi che il prof. Guarino pone come prioritari per la Facoltà, Lingue e Letterature straniere, la più affollata dell’Ateneo.   
La Facoltà si concentra sullo studio delle lingue dell’area dell’Europa e dell’America con i suoi quattro Corsi di Laurea triennali:  Mediazione Linguistica e Culturale, Linguaggi Multimediali ed Informatica Umanistica, Plurilinguismo e Multiculturalità, Lingue Culture e Letterature dell’Europa e delle Americhe.
“Nella Facoltà si può operare una prima grande suddivisione tra i Corsi improntati sulle lingue e sulle culture, i corsi di classe 11, e i Corsi di mediazione linguistica, classe 3- spiega il prof. Guarino- All’interno di questi due gruppi si può operare un’ulteriore distinzione tra gli studi più tradizionali e quelli più innovativi”.
Lingue Culture e Letterature dell’Europa e delle Americhe, di classe 11, è un percorso più tradizionale improntato sullo studio della letteratura, della critica, della filologia, mentre della stessa classe di laurea Plurilinguismo e Multiculturalità ha una  connotazione più diffusamente culturale, guardando alle diversità culturali in senso lato; del gruppo delle lauree di classe 3, dunque,  Mediazione Linguistica e Culturale punta a formare il traduttore ‘tradizionale’, mentre  Linguaggi Multimediali ed Informatica Umanistica, di impostazione più innovativa, forma un traduttore attento agli strumenti della multimedialità, avvicinando alla traduzione anche lo studio dei nuovi strumenti informatici ed il loro utilizzo.
Tutti Corsi di Laurea ben caratterizzati ma fra cui spesso le matricole non sanno bene orientarsi, diventano così numerosi i passaggi. Il primo anno comunque prevede molti esami in comune: “le grandi scelte si compiono al secondo o terzo anno – evidenzia Guarino- Molti scelgono all’inizio un impianto più tradizionale per poi passare a quello innovativo, una volta che ne sono entrati in contatto. Si può dire che il primo anno sia di prova, di adattamento, serve per entrare nel clima della Facoltà, per saggiare il terreno”.
Esami difficili,
studio e assiduità
Ma proprio al primo anno gli studenti si trovano ad affrontare quello che  è considerato uno degli esami più difficili: Linguistica generale. “Quest’esame ha un approccio specifico che lo studente non si aspetta- spiega il neo Preside- I ragazzi, non avendo mai studiato la materia, non capiscono proprio la ‘natura’ dell’insegnamento”. Fra gli esami più temuti, ovviamente anche quelli di lingua; Guarino sottolinea che la maggiore difficoltà per gli studenti sta nell’acquisire abilità linguistiche più che conoscenze: “per le lingue c’è una specificità: una propedeuticità quasi obbligatoria perché c’è una progressività di contenuti e abilità che cresce con l’andare avanti negli esami. La difficoltà che i ragazzi incontrano non è la lingua in quanto tale ma una certa scioltezza e dimestichezza, un’abilità linguistica completa che investe anche il gesticolare o le espressioni caratterizzanti. Naturalmente questo tipo di competenza presuppone una certa presenza, assiduità e studio”. E sicuramente aiutano anche i soggiorni all’estero: “lo studente di Lingue deve essere curioso verso il mondo contemporaneo, aperto alle altre culture e deve amare viaggiare.- avverte Guarino- Il nostro Ateneo ha attivato un grandissimo numero di Erasmus e di convenzioni nei Paesi dove non c’è questo progetto. Inoltre, abbiamo una grandissima presenza di studenti stranieri, con cui si può interagire”.
E a chi lamenta una certa disorganizzazione della Facoltà, e dell’Ateneo in generale, il professore risponde che “è il prezzo da pagare per la libertà del piano di studio. Se si insegna solo Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco è facile organizzare i corsi senza accavallamenti, ma vista la diversità di lingue che noi offriamo e la possibilità di scegliere liberamente gli accoppiamenti, non è facile gestire la situazione proprio per una questione pratico-numerica. Negli ultimi anni sono stati fatti sforzi per rendere il problema marginale relativamente alle cinque aree linguistiche più grandi, ma la gestibilità diventa molto bassa per le lingue minori”. Per quanto riguarda sedi e aule “prima della riforma avevano quattro anni di corso, adesso ne abbiamo cinque, quindi più studenti. Poi abbiamo ampliato l’offerta didattica che dopo un primo anno quasi in comune si apre a ventaglio, moltiplicando le esigenze:  più aule e più piccole. Siamo comunque in attesa dei 4000 metri quadri di Palazzo Fuga che il Comune ci ha assegnato e che dovevano essere pronti già per l’ottobre 2006: darebbero molto sfogo”.
Un ultimo Consiglio che il Preside lancia ai giovani diplomati è ancora quello di “seguire le proprie inclinazioni guardandosi però attorno”. Tenere sempre d’occhio l’andamento generale della società può aiutare a scegliere: “chi avrebbe mai pensato qualche anno fa che il russo potesse diventare una lingua per il turismo in ingresso? Il turismo in Campania è in sviluppo, sia in entrata che in uscita e molti laureati trovano impiego nei tour operator o in vari Enti e agenzie sul territorio”. “Anche i nuovi media guardano con interesse ai laureati in Lingue”. Altro settore d’impiego dei laureati, l’insegnamento. E bisogna ricordare che l’Orientale è l’unico Ateneo campano ad attivare la Scuola di Specializzazione (Sicsi) per le lingue straniere.
Valentina Orellana
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