Tremila domande per circa settecento posti. Questi, in media, i numeri che contraddistinguono le Professioni Sanitarie, con il Corso di Fisioterapia che, da solo, raggruppa un migliaio di preferenze, seguito a ruota da Logopedia. La ragione è ovvia: gli sbocchi occupazionali. “I corsi triennali delle Professioni Sanitarie – dichiara la loro coordinatrice, prof.ssa Michela D’Istria – garantiscono ottime prospettive di lavoro, a Napoli come pure nelle altre strutture pubbliche e private d’Italia”. Tratto peculiare, l’autoabilitazione: “l’esame finale di tutti i nostri Corsi contempla non solo la discussione della tesi di laurea, ma anche il superamento di un tirocinio. Pertanto, conseguita la laurea, si può già esercitare la professione, senza dover sostenere alcun esame di Stato”.
Quindici le lauree triennali attivate dalla Facoltà, tutte a numero programmato ad eccezione di Informatore medico scientifico, dal prossimo anno accademico a libero accesso. Tra le novità, il Corso in Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e la Specialistica in Scienze infermieristiche/ostetriche, quest’ultima aperta a laureati (e vecchi diplomati) in Infermieristica, Infermieristica pediatrica ed Ostetricia. 730 il totale di posti banditi dalla Facoltà, con Infermieristica che fa la parte del leone, mettendone a disposizione ben 300; seguono Fisioterapia e Ostetrica con, rispettivamente, 80 e 70. Appena venti gli studenti che potranno iscriversi tra Ortottica e Tecniche audioprotesistiche, che sono anche i meno graditi. “Sono profili ancora poco richiesti dal mercato del lavoro”, spiega la prof.ssa D’Istria.
Centottanta i crediti necessari per la laurea, distribuiti in sessanta per ogni anno, di cui venti dedicati alle attività di tirocinio e di laboratorio. Tutti i corsi sono a frequenza obbligatoria. “Per un terzo del percorso – fa notare la coordinatrice – gli studenti staranno nei reparti ad imparare la professione. Con la pratica che comincia sin dal loro ingresso all’Università”. Biologia, chimica, fisica, tra le materie del primo anno, “discipline in cui gli studenti mostrano spesso profonde lacune. Insomma, abbiamo la sensazione che la scuola dell’obbligo non abbia insegnato loro a ragionare”. Sede e strutture per la didattica sono in comune con la Facoltà di Medicina, ma non c’è il rischio che le attività si sovrappongano, “perché gli studenti svolgono di mattina i tirocini nei reparti e nel pomeriggio seguono le lezioni”.
L’8 settembre, la data del test d’ammissione, prova identica per tutte le Professioni sanitarie attivate dalla Facoltà; lo studente deve semplicemente indicare tre opzioni. Modalità ed argomenti sono gli stessi per il concorso di Medicina. “Non prendete sotto gamba questi studi – ammonisce la prof.ssa D’Istria rivolgendosi alle future matricole – perché le Professioni sanitarie, benché triennali, sono corsi molto impegnativi. Vi troverete a seguire l’intera giornata e sarete costretti a studiare nei fine settimana”. E aggiunge: “non fate solo presenza fisica alle lezioni, ma partecipate attivamente”.
Quindici le lauree triennali attivate dalla Facoltà, tutte a numero programmato ad eccezione di Informatore medico scientifico, dal prossimo anno accademico a libero accesso. Tra le novità, il Corso in Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e la Specialistica in Scienze infermieristiche/ostetriche, quest’ultima aperta a laureati (e vecchi diplomati) in Infermieristica, Infermieristica pediatrica ed Ostetricia. 730 il totale di posti banditi dalla Facoltà, con Infermieristica che fa la parte del leone, mettendone a disposizione ben 300; seguono Fisioterapia e Ostetrica con, rispettivamente, 80 e 70. Appena venti gli studenti che potranno iscriversi tra Ortottica e Tecniche audioprotesistiche, che sono anche i meno graditi. “Sono profili ancora poco richiesti dal mercato del lavoro”, spiega la prof.ssa D’Istria.
Centottanta i crediti necessari per la laurea, distribuiti in sessanta per ogni anno, di cui venti dedicati alle attività di tirocinio e di laboratorio. Tutti i corsi sono a frequenza obbligatoria. “Per un terzo del percorso – fa notare la coordinatrice – gli studenti staranno nei reparti ad imparare la professione. Con la pratica che comincia sin dal loro ingresso all’Università”. Biologia, chimica, fisica, tra le materie del primo anno, “discipline in cui gli studenti mostrano spesso profonde lacune. Insomma, abbiamo la sensazione che la scuola dell’obbligo non abbia insegnato loro a ragionare”. Sede e strutture per la didattica sono in comune con la Facoltà di Medicina, ma non c’è il rischio che le attività si sovrappongano, “perché gli studenti svolgono di mattina i tirocini nei reparti e nel pomeriggio seguono le lezioni”.
L’8 settembre, la data del test d’ammissione, prova identica per tutte le Professioni sanitarie attivate dalla Facoltà; lo studente deve semplicemente indicare tre opzioni. Modalità ed argomenti sono gli stessi per il concorso di Medicina. “Non prendete sotto gamba questi studi – ammonisce la prof.ssa D’Istria rivolgendosi alle future matricole – perché le Professioni sanitarie, benché triennali, sono corsi molto impegnativi. Vi troverete a seguire l’intera giornata e sarete costretti a studiare nei fine settimana”. E aggiunge: “non fate solo presenza fisica alle lezioni, ma partecipate attivamente”.