“Sostenere 4 o 5 esami in un mese è assurdo”

Revisione dell’ordinamento didattico e procedure di registrazione degli esami sono i temi della prima riunione della rinnovata Consulta Didattica. La coordina il professor Alessandro Baratta, che insegna Scienze delle Costruzioni.
“La Consulta – premette- svolge un ruolo più di persuasione ed incentivo che strettamente decisionale. La didattica è infatti un tema che compete in primo luogo ai Corsi di laurea. Peraltro, ritengo che la Consulta possa contribuire a rafforzare il dialogo tra le varie componenti e i settori disciplinari diversi di Architettura”. 
Revisione della didattica. “Qualche corso di laurea, per esempio Scienze dell’Architettura, ha già individuato alcuni problemi ed ha apportato modifiche, spostando alcune discipline da un semestre all’altro o intervenendo con altri correttivi. Nella consulta cercheremo di focalizzare i problemi comuni a tutti i corsi di laurea, proponendo soluzioni unitarie. Tra l’altro, non dimentichiamo che, all’interno della stessa consulta, c’è un organo più specifico, l’Osservatorio sulla didattica, composto pariteticamente da docenti e da studenti. Lo ha istituito il preside Benedetto Gravagnuolo e può svolgere un ruolo importante”. 
Registrazione degli esami. “Gli studenti che vengono a sostenere gli esami appartengono ormai a vari ordinamenti. Io stesso, che pure ho un bel po’ di esperienza alle spalle, non sempre capisco bene come registrare la prova sulla camicia e come trasmettere il risultato alla segreteria. Accade che molte prove siano registrate in ritardo, con disagi per gli studenti e per il personale della segreteria. Cercheremo in Consulta di trovare modalità più snelle e meno macchinose, naturalmente in coordinamento col personale e con gli uffici amministrativi”. 
Esami in corso. Il coordinatore della consulta sulla didattica prende anche posizione sulla questione, sollevata da molti studenti, degli esami durante i corsi. Gli iscritti alla facoltà chiedono, infatti, e non da ora, la possibilità di sostenere le prove anche quando sono in svolgimento le lezioni del semestre. Su questo tema Ateneapoli ha già interpellato il preside Gravagnuolo – possibilista – e il professore Lavaggi – nettamente contrario -. Ecco l’opinione del professore Baratta: “il sistema dei crediti presuppone una netta separazione tra la fase delle lezioni e quella degli esami. Piaccia o meno, è così. Altro discorso è se questo sistema sia opportuno oppure no”. Baratta ne è tutt’altro che entusiasta e spiega il perché, a partire da una vicenda automobilistica: “anni fa fu messa in produzione l’Alfa 166, una bella auto. Ci montarono sopra il cambio Porsche, destinato ad auto di classe superiore e con più precise tolleranze di lavoro. Ha funzionato peggio di un normale cambio Alfa Romeo. Con questo voglio dire che sistemi basati su una precisione esasperata non è detto che migliorino la situazione. Noi adesso stiamo lì a contare, per ogni esame, quante ore di studio a casa e in aula debba affrontare l’allievo, incastrando il tutto tra tirocini, stage, laboratori e altro. Alla fine lo studente non ha neppure il tempo di fare quello che avevamo pensato a tavolino dovesse realizzare”.  Aggiunge: “sostenere 4 esami o 5 in un  mese è assurdo. Dicono i sostenitori di questa riforma: si arriva agli esami già preparati, seguendo i corsi. Ovvio: anche con il vecchio sistema nessuno studente serio si riduceva a preparare una materia in 15 giorni. Una ripassata finale andrà pur data, però,  per sedimentare le conoscenze. Cinque esami in un mese significa uno ogni 6 giorni, come si fa? E’ una prestazione che non possono garantire neppure quegli istituti di preparazione che, in cambio di migliaia di euro, promettono mirabolanti risultati  sui cartelloni pubblicitari”. Sistema da cambiare, dunque, ma finché vige quello attuale, dice il professor Baratta, è giusto che gli esami si svolgano in un periodo nettamente separato dai corsi.  
(F.G.)
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