Cosa succede quando la letteratura straniera arriva a Napoli? A partire dal 15 marzo e fino al 16 maggio, il Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati ha organizzato in collaborazione con ‘Napoli Città Libro’ un ciclo di incontri dal taglio seminariale dedicati all’editoria campana, tra pubblico locale e internazionalizzazione. L’iniziativa, a cura del prof. Augusto Guarino, e coordinata dal prof. Marco Ottaiano, si tiene presso l’Aula Conferenze di Palazzo du Mesnil. La finalità precipua: riscoprire la letteratura mondiale tradotta in Italia da editori napoletani. E a parlarne saranno gli specialisti che condivideranno con tutti i presenti i metodi del proprio lavoro traduttivo e le logiche sottese al mestiere. “La sollecitazione alla collaborazione è nata dal Salone del Libro di Napoli e a me è venuto spontaneo cercare di valorizzare un aspetto un po’ misconosciuto dell’editoria campana”, racconta il prof. Guarino, Direttore del Dipartimento coinvolto. “Se infatti è abbastanza noto il ruolo di scopritori di talenti locali, come nel caso di ‘Il resto di niente’ di Enzo Striano, non è abbastanza riconosciuto il lavoro di esplorazione delle letterature del mondo”, continua il docente. “Alcuni grandi autori spagnoli come Ortega y Gasset e Juan Benet sono stati pubblicati a Napoli prima che altrove, così come l’egiziano Nagib Mahfuz o l’americano Raymond Carver”. Dunque, “per restare nell’area di competenza del nostro Dipartimento, abbiamo pensato di dare spazio alle grandi letterature (francese e inglese) e a quelle meno note (albanese, olandese e polacco). I colleghi che intervengono hanno tutti collaborato con editori di Napoli e della Campania nella diffusione dei testi stranieri, quindi parleranno anche delle loro esperienze”. Caso un po’ diverso è quello del fumetto, al quale è dedicato l’appuntamento del 27 aprile. Non tutti sanno che “a Napoli c’è una grande scuola e vede in Campania alcuni editori di comic e graphic novel di tutto il mondo, anche (e forse soprattutto) giapponesi”. Purtroppo, “per economia di tempo, alcune aree sono rimaste necessariamente fuori: penso, ad esempio, a quella della Svezia o dell’area serbo-croata, ma speriamo di poter dedicare un’iniziativa specifica in un futuro prossimo”.