Venticinque defibrillatori automatici per prevenire il fenomeno della morte improvvisa. Parliamo di “Ospedale sicuro”, un’iniziativa, la prima in ambito nazionale, dell’azienda ospedaliera universitaria della Federico II che ha promosso, da un lato, l’installazione dei macchinari per la rianimazione cardiorespiratoria e defibrillazione elettrica, dall’altro, l’addestramento di personale per il loro corretto utilizzo in caso di bisogno.
Il progetto, presentato nella conferenza stampa del 23 novembre scorso, “trae spunto da una norma del 2001 che consente al personale non medico di usare i defibrillatori automatici, apparecchi cioè capaci di riconoscere il ritmo cardiaco, dare la diagnosi ed erogare lo shock elettrico su comando di un operatore”, racconta il prof. Massimo Chiariello, direttore del Dipartimento di Medicina clinica, scienze cardiovascolari e immunologiche della Federico II, autore dell’iniziativa insieme alla Facoltà di Medicina e all’Azienda ospedaliera Federico II.
Gli apparecchi sono stati installati in ogni edificio del Secondo Policlinico, compresi la mensa, la torre biologica, gli uffici della direzione generale, l’aula magna. “In Italia – riferisce Chiariello – registriamo 50/60mila decessi all’anno per morte improvvisa, alcuni dei quali possono verificarsi anche in un nosocomio. Tutti possono esserne coinvolti, pazienti, visitatori, studenti. Di qui l’importanza di avere strumenti idonei per intervenire e personale ben addestrato al loro utilizzo”. Dal 2001, infatti, all’incirca 1500 persone tra medici, paramedici e amministrativi sono state avviate alla rianimazione cardiorespiratoria e defibrillazione elettrica. “Per il momento – fa sapere il docente – siamo al secondo ciclo di preparazione, necessario per rafforzare ulteriormente le conoscenze acquisite sino ad ora”.
Il progetto, presentato nella conferenza stampa del 23 novembre scorso, “trae spunto da una norma del 2001 che consente al personale non medico di usare i defibrillatori automatici, apparecchi cioè capaci di riconoscere il ritmo cardiaco, dare la diagnosi ed erogare lo shock elettrico su comando di un operatore”, racconta il prof. Massimo Chiariello, direttore del Dipartimento di Medicina clinica, scienze cardiovascolari e immunologiche della Federico II, autore dell’iniziativa insieme alla Facoltà di Medicina e all’Azienda ospedaliera Federico II.
Gli apparecchi sono stati installati in ogni edificio del Secondo Policlinico, compresi la mensa, la torre biologica, gli uffici della direzione generale, l’aula magna. “In Italia – riferisce Chiariello – registriamo 50/60mila decessi all’anno per morte improvvisa, alcuni dei quali possono verificarsi anche in un nosocomio. Tutti possono esserne coinvolti, pazienti, visitatori, studenti. Di qui l’importanza di avere strumenti idonei per intervenire e personale ben addestrato al loro utilizzo”. Dal 2001, infatti, all’incirca 1500 persone tra medici, paramedici e amministrativi sono state avviate alla rianimazione cardiorespiratoria e defibrillazione elettrica. “Per il momento – fa sapere il docente – siamo al secondo ciclo di preparazione, necessario per rafforzare ulteriormente le conoscenze acquisite sino ad ora”.