omina della vicepresidenza e questione mensa i punti all’ordine del giorno nella riunione di insediamento – avvenuta lo scorso 28 novembre – del Consiglio di Amministrazione dell’Adisu L’Orientale, l’azienda per la tutela del diritto allo studio degli studenti iscritti a L’Orientale, all’Accademia delle Belle Arti e al Conservatorio S. Pietro a Majella.
Presieduto dal prof. Luigi Serra, che è anche Preside della Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo de L’Orientale, il Consiglio è formalmente entrato in carica nella composizione di legge: oltre al già citato Serra, fanno parte dell’Azienda Alessandro Bottone, Marco Formisano, Cuono Lombardi, Maria Lancuba, Luigi Lavorgna, Adolfo Maiello, quest’ultimo nominato alla vicepresidenza (Maiello è direttore dell’Accademia delle Belle Arti). Costituitosi anche il Collegio dei Revisori dei Conti (tre effettivi e due supplenti) nelle persone di Michele Androna, Paolo Longoni, Vincenzo Molisso, Franco Salerno e Giovanni Squame.
Accanto agli atti formali, a dare il via al nuovo corso dell’Adisu L’Orientale è stata la questione relativa alla ristrutturazione della mensa, chiusa da luglio 2005 ufficialmente per infiltrazioni d’acqua. “Il presidente Serra – riferisce Cuono Lombardi, rappresentante degli studenti de L’Orientale per il gruppo Orientale 05 – ha presentato una relazione tecnica sullo stato attuale della mensa, corredata dalle voci di spesa necessarie per la ristrutturazione dei locali”. 377mila euro, il costo dei lavori, finanziamento che l’Adisu dovrebbe ottenere al più presto dalla Regione Campania. “All’unanimità – dichiara Serra – il Consiglio ha annunciato il suo impegno vigile a seguire l’iter necessario per lo stanziamento dei fondi destinati alla ristrutturazione della mensa. Riponiamo grande fiducia nell’Assessore regionale Teresa Armato, che ci è apparsa molto sensibile al problema”. “Pertanto – aggiunge Lombardi – prima del 28 dicembre, data di scadenza del bilancio preventivo regionale, faremo un passaggio informale in Regione per controllare che l’Assessore abbia mantenuto fede alle sue promesse”.
In attesa della ristrutturazione, lo studente ha sottolineato al Consiglio la necessità di potenziare il servizio della ristorazione esterna: “I ristoranti convenzionati col nostro Adisu sono sovraffollati perché servono anche gli studenti della Federico II e della Parthenope. Chiediamo quindi che, accanto a queste, vengano attivate convenzioni con altri esercizi”.
Presieduto dal prof. Luigi Serra, che è anche Preside della Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo de L’Orientale, il Consiglio è formalmente entrato in carica nella composizione di legge: oltre al già citato Serra, fanno parte dell’Azienda Alessandro Bottone, Marco Formisano, Cuono Lombardi, Maria Lancuba, Luigi Lavorgna, Adolfo Maiello, quest’ultimo nominato alla vicepresidenza (Maiello è direttore dell’Accademia delle Belle Arti). Costituitosi anche il Collegio dei Revisori dei Conti (tre effettivi e due supplenti) nelle persone di Michele Androna, Paolo Longoni, Vincenzo Molisso, Franco Salerno e Giovanni Squame.
Accanto agli atti formali, a dare il via al nuovo corso dell’Adisu L’Orientale è stata la questione relativa alla ristrutturazione della mensa, chiusa da luglio 2005 ufficialmente per infiltrazioni d’acqua. “Il presidente Serra – riferisce Cuono Lombardi, rappresentante degli studenti de L’Orientale per il gruppo Orientale 05 – ha presentato una relazione tecnica sullo stato attuale della mensa, corredata dalle voci di spesa necessarie per la ristrutturazione dei locali”. 377mila euro, il costo dei lavori, finanziamento che l’Adisu dovrebbe ottenere al più presto dalla Regione Campania. “All’unanimità – dichiara Serra – il Consiglio ha annunciato il suo impegno vigile a seguire l’iter necessario per lo stanziamento dei fondi destinati alla ristrutturazione della mensa. Riponiamo grande fiducia nell’Assessore regionale Teresa Armato, che ci è apparsa molto sensibile al problema”. “Pertanto – aggiunge Lombardi – prima del 28 dicembre, data di scadenza del bilancio preventivo regionale, faremo un passaggio informale in Regione per controllare che l’Assessore abbia mantenuto fede alle sue promesse”.
In attesa della ristrutturazione, lo studente ha sottolineato al Consiglio la necessità di potenziare il servizio della ristorazione esterna: “I ristoranti convenzionati col nostro Adisu sono sovraffollati perché servono anche gli studenti della Federico II e della Parthenope. Chiediamo quindi che, accanto a queste, vengano attivate convenzioni con altri esercizi”.
A Napoli il Malcom X tedesco
Il “Malcom X” tedesco sbarca a Napoli. Lo scrittore di origine turca ma di adozione tedesca Feridun Zaimoglu, autore di reportage letterari sulle testimonianze di figli di immigrati turchi, giovani teppisti, spacciatori, prostitute e altre realtà emarginate, diventato per il suo linguaggio – un miscuglio di gergo volgare tedesco ed espressioni turche – personaggio di culto e figura di riferimento per i giovani di origine turca, il prossimo 14 dicembre sarà ospite de L’Orientale.
Alle 17, presso l’Atelier Lello Esposito ubicato all’interno di Palazzo Sansevero (accanto a Palazzo Giusso), Zaimoglu leggerà in tedesco, con la traduzione italiana di Paolo Scotini, passi delle sue opere. L’incontro, che è stato preceduto il 5 dicembre dalla proiezione del film “Kanak attak”, è stato organizzato dalla cattedra di Letteratura tedesca della Facoltà di Lettere de L’Orientale, in collaborazione con l’Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo (presso cui Zaimoglu è borsista) e con la Libreria Dante & Descartes di Napoli.
Alle 17, presso l’Atelier Lello Esposito ubicato all’interno di Palazzo Sansevero (accanto a Palazzo Giusso), Zaimoglu leggerà in tedesco, con la traduzione italiana di Paolo Scotini, passi delle sue opere. L’incontro, che è stato preceduto il 5 dicembre dalla proiezione del film “Kanak attak”, è stato organizzato dalla cattedra di Letteratura tedesca della Facoltà di Lettere de L’Orientale, in collaborazione con l’Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo (presso cui Zaimoglu è borsista) e con la Libreria Dante & Descartes di Napoli.
Sit-in del Collettivo
Arriva lo sfratto per gli inquilini
di tre terranei di proprietà dell’Orientale
Arriva lo sfratto per gli inquilini
di tre terranei di proprietà dell’Orientale
28 novembre: sit in di protesta del Collettivo de L’Orientale e dell’Area antagonista contro lo sfratto esecutivo di tre locali – tre terranei – di proprietà dell’Ateneo situati in Calata Cosma e Damiano, in cui vivono tre nuclei familiari in severe condizioni di salute e di disagio economico. Una questione politica per i ragazzi, secondo cui “l’Università dovrebbe favorire la comunità anziché danneggiarla per un suo uso privato, senza proporre nulla in cambio e senza nulla dire circa il futuro utilizzo di quei vani”.
Per finita locazione, dal 1988 è stato avviato un procedimento di sfratto relativo a tre “bassi” situati a ridosso dell’edificio dove è ubicata la mensa de L’Orientale (struttura pure di proprietà dell’Ateneo). “Sono monolocali di piccole dimensioni, non più di 30 m2, abitati ciascuno da un’anziana signora di 75 anni in stato di salute precaria, da un’ottuagenaria e da una signora in difficoltà economiche madre di due bimbe. Dopo undici anni di completo disinteresse da parte dell’Ateneo – raccontano gli studenti – nel ’99 è arrivato l’ufficiale giudiziario, ripresentatosi il 7 ottobre e il 28 novembre del 2005. Per fortuna, le famiglie godono ancora di una proroga sino al 6 febbraio 2006”.
Molto sensibile alla questione abitativa, il Collettivo ritiene ingiusta l’azione di sfatto: “Non solo non ci danno le residenze universitarie, adesso si mettono a buttare in mezzo alla strada anche la povera gente (una delle tre famiglie è lì dal 1933!). È bene che il rettore Ciriello trovi un’equa soluzione e ci faccia anche sapere l’eventuale destinazione d’uso di quei locali, troppo piccoli per ospitare qualsivoglia aula”.
Per finita locazione, dal 1988 è stato avviato un procedimento di sfratto relativo a tre “bassi” situati a ridosso dell’edificio dove è ubicata la mensa de L’Orientale (struttura pure di proprietà dell’Ateneo). “Sono monolocali di piccole dimensioni, non più di 30 m2, abitati ciascuno da un’anziana signora di 75 anni in stato di salute precaria, da un’ottuagenaria e da una signora in difficoltà economiche madre di due bimbe. Dopo undici anni di completo disinteresse da parte dell’Ateneo – raccontano gli studenti – nel ’99 è arrivato l’ufficiale giudiziario, ripresentatosi il 7 ottobre e il 28 novembre del 2005. Per fortuna, le famiglie godono ancora di una proroga sino al 6 febbraio 2006”.
Molto sensibile alla questione abitativa, il Collettivo ritiene ingiusta l’azione di sfatto: “Non solo non ci danno le residenze universitarie, adesso si mettono a buttare in mezzo alla strada anche la povera gente (una delle tre famiglie è lì dal 1933!). È bene che il rettore Ciriello trovi un’equa soluzione e ci faccia anche sapere l’eventuale destinazione d’uso di quei locali, troppo piccoli per ospitare qualsivoglia aula”.