La vita degli studenti di Ingegneria è frenetica. Ne sanno qualcosa gli iscritti al II anno del Corso di Laurea in Aerospaziale che, ad esempio, il mercoledì si ritrovano a dover affrontare otto ore di lezione con una sola ora di pausa. Alle ore 10.00 il corridoio al primo piano della sede in Via Claudio è quasi vuoto; i ragazzi sono chiusi nell’aula I7 già da un’ora e mezza: la prima lezione è Termofluidodinamica. Non tutti, però, riescono a seguirla. C’è chi, come Dalila Cesiro, che arriva da Nola, non ce la fa proprio ad essere puntuale. “Da casa mia all’università impiego dalle due alle due ore e mezza, per cui alcuni corsi non li seguo”, dice la ragazza poggiata ad una parete del corridoio in attesa che termini la prima lezione. Per lei questi due anni non sono stati una passeggiata: “Venendo dal liceo classico è stato molto difficile abituarmi ad un metodo completamente diverso. Al I anno i primi sei mesi li ho buttati completamente via. Quest’anno, poi, solo nel primo semestre sono previsti ben 10 esami. Meno male che i professori sono molto bravi e competenti”. Ad aggravare questa situazione, comune a tanti studenti, ci sono le aule prive di ogni comfort. Lo racconta Riccardo, da Casalnuovo: “Le aule sono pessime qui, non abbiamo neanche i banchetti e ogni volta dobbiamo trovare il modo di scrivere. Basta alzare lo sguardo e guardare il soffitto per rendersi conto delle condizioni in cui si trova l’intera struttura”. È solo questa la nota negativa del suo Corso di Laurea, per il resto “sono bravo e non ho alcuna difficoltà. I professori sono molto competenti e, in fin dei conti, anche gli orari vanno bene, visto che alcuni corsi non devo seguirli”. Intanto il corridoio si è riempito di studenti: alcuni sono appena arrivati, altri escono dall’aula I7 cercando di prendere un po’ d’aria prima che arrivi il professore successivo. Sono le ore 10:40 e, dopo appena una decina di minuti di libertà, si rientra in aula. Ritardano di qualche minuto solo alcune ragazze: “I bagni sono solo due, sporchi e mal funzionanti. È normale che si formi la fila”.
È un mercoledì difficile anche quello degli studenti iscritti al III anno del Corso di Laurea in Ingegneria Chimica. La loro giornata universitaria va dalle ore 8:30 alle 18:30 e, in più, è previsto anche un cambiamento di sede da Piazzale Tecchio a Via Claudio. Un totale di 9 ore di studio e un’unica ora di intervallo. Nell’aula D, al secondo piano, la prima lezione è Fondamenti di chimica industriale e avrà una durata di ben 3 ore. Qui le aule sono molto diverse dal quelle in Via Claudio: nuove, spaziose e fornite di tutto il necessario. Nonostante la loro funzionalità, però, Luca non riesce a mantenere la concentrazione per così tante ore consecutive e, quindici minuti prima della fine della lezione, balza fuori dalla classe. “È impossibile seguire la professoressa. Sono due ore che non fa altro che scrivere esercizi alla lavagna, illustrandone tutti i passaggi numerici, quando basterebbe far comprendere il metodo di svolgimento generale”, si lamenta lo studente. Alle ore 11:30 in punto, la lezione è finita e i ragazzi si riversano nei corridoi: c’è chi si dirige verso i bagni, che qui sono ampi e puliti, e chi, tra una chiacchiera e l’altra, si accende una sigaretta. Dalle innumerevoli cicche, sparse sul davanzale esterno delle finestre, appare chiaro come qui sia un’abitudine ignorare i cartelli “Vietato fumare”, esposti un po’ ovunque; né, all’interno della guardiola del piano, presenzia chi avrebbe il compito quantomeno di richiamare i trasgressori. “I corsi sono organizzati abbastanza bene, forse solo gli orari sono un po’ pesanti”, sostiene lo studente Fabrizio Caterino, che poi, però, ci deve salutare perché il professore della lezione successiva è già arrivato. Neanche 5 minuti di pausa e, dopo le tre ore precedenti di lezione, i ragazzi devono subito affrontarne altre due. Giovanni, invece, aspetta qualche minuto in più prima di rientrare; lui arriva addirittura da Ischia per cui riesce a seguire le lezioni solo un paio di volte alla settimana. “Sono molto soddisfatto, i professori spiegano benissimo e le aule sono perfette, Forse, ci si poteva lamentare quando seguivamo nelle aule al primo piano, dove c’era un esubero di 50 posti ed eravamo costretti a sederci lungo le vie di fuga; ora, però, il problema è risolto”, osserva il ragazzo.
Nel frattempo, mentre gli studenti di Ingegneria Chimica hanno ripreso le attività, in via Claudio sono le ore 12:30 e quelli di Ingegneria Aerospaziale si godono la tanto attesa pausa di un’ora. Ora, i visi dei ragazzi, seduti sulle scale a mangiare un panino, hanno un’aria molto più rilassata. Non tutti, però: in un angolo è in attesa dell’inizio del corso Salvatore, che abita a Marano ed è uno studente fuori corso. “L’università non tiene conto di noi fuori corso che ci sommiamo al numero degli iscritti al II anno. Abbiamo delle aule minuscole e al loro interno fa troppo caldo. Le materie sono già di per sé difficili da comprendere, ma con il caldo si impiega il doppio della fatica. Poi, ci si mettono anche i professori che, con dei giri di parole enormi, complicano concetti molto più semplici”, lamenta Salvatore. A peggiorare il suo umore contribuisce anche il malfunzionamento dei trasporti pubblici: “Prima raggiungevo l’università con i mezzi; scendevo da casa alle sei del mattino per arrivare qui alle 8:05 e non trovare posto a sedere. Alla fine sono stato costretto a prendere la macchina e spendere dei soldi non previsti per la benzina e il parcheggio, oltre a quelli persi con l’abbonamento ai mezzi pubblici. Tutto questo per cosa? Arrivare alle 7:55 e trovare un posto in un’aula che non merita di essere chiamata così. Uno dei nostri professori si è anche preoccupato di richiedere uno spazio più grande ma, ormai, è passato un mese dall’inizio delle lezioni e di cambiamenti neanche l’ombra”. È davvero tanto lo sconforto di questo ragazzo che conclude: “Io provengo dall’Istituto Salesiano, dove era tutto perfetto. Qui mi sono ritrovato catapultato nel caos più totale. Non la faccio la Specialistica a Napoli, scappo via”.
La pausa degli studenti di Aerospaziale finisce alle 13:30, ora in cui, invece, inizia quella prevista per i ragazzi di Chimica. Alla fine, però, indipendentemente dal Corso di Laurea, gli studenti dovranno trovare la forza e la concentrazione per affrontare ancora un intero pomeriggio di corsi, per un totale di 4/5 ore. Poi, i più fortunati con mezzi propri, gli sfortunati con quelli pubblici, si ritorna a casa più stanchi che mai. Ma con una giornata universitaria così intensa, quando potranno dedicarsi alla preparazione degli esami?
Fabiana Carcatella
È un mercoledì difficile anche quello degli studenti iscritti al III anno del Corso di Laurea in Ingegneria Chimica. La loro giornata universitaria va dalle ore 8:30 alle 18:30 e, in più, è previsto anche un cambiamento di sede da Piazzale Tecchio a Via Claudio. Un totale di 9 ore di studio e un’unica ora di intervallo. Nell’aula D, al secondo piano, la prima lezione è Fondamenti di chimica industriale e avrà una durata di ben 3 ore. Qui le aule sono molto diverse dal quelle in Via Claudio: nuove, spaziose e fornite di tutto il necessario. Nonostante la loro funzionalità, però, Luca non riesce a mantenere la concentrazione per così tante ore consecutive e, quindici minuti prima della fine della lezione, balza fuori dalla classe. “È impossibile seguire la professoressa. Sono due ore che non fa altro che scrivere esercizi alla lavagna, illustrandone tutti i passaggi numerici, quando basterebbe far comprendere il metodo di svolgimento generale”, si lamenta lo studente. Alle ore 11:30 in punto, la lezione è finita e i ragazzi si riversano nei corridoi: c’è chi si dirige verso i bagni, che qui sono ampi e puliti, e chi, tra una chiacchiera e l’altra, si accende una sigaretta. Dalle innumerevoli cicche, sparse sul davanzale esterno delle finestre, appare chiaro come qui sia un’abitudine ignorare i cartelli “Vietato fumare”, esposti un po’ ovunque; né, all’interno della guardiola del piano, presenzia chi avrebbe il compito quantomeno di richiamare i trasgressori. “I corsi sono organizzati abbastanza bene, forse solo gli orari sono un po’ pesanti”, sostiene lo studente Fabrizio Caterino, che poi, però, ci deve salutare perché il professore della lezione successiva è già arrivato. Neanche 5 minuti di pausa e, dopo le tre ore precedenti di lezione, i ragazzi devono subito affrontarne altre due. Giovanni, invece, aspetta qualche minuto in più prima di rientrare; lui arriva addirittura da Ischia per cui riesce a seguire le lezioni solo un paio di volte alla settimana. “Sono molto soddisfatto, i professori spiegano benissimo e le aule sono perfette, Forse, ci si poteva lamentare quando seguivamo nelle aule al primo piano, dove c’era un esubero di 50 posti ed eravamo costretti a sederci lungo le vie di fuga; ora, però, il problema è risolto”, osserva il ragazzo.
Nel frattempo, mentre gli studenti di Ingegneria Chimica hanno ripreso le attività, in via Claudio sono le ore 12:30 e quelli di Ingegneria Aerospaziale si godono la tanto attesa pausa di un’ora. Ora, i visi dei ragazzi, seduti sulle scale a mangiare un panino, hanno un’aria molto più rilassata. Non tutti, però: in un angolo è in attesa dell’inizio del corso Salvatore, che abita a Marano ed è uno studente fuori corso. “L’università non tiene conto di noi fuori corso che ci sommiamo al numero degli iscritti al II anno. Abbiamo delle aule minuscole e al loro interno fa troppo caldo. Le materie sono già di per sé difficili da comprendere, ma con il caldo si impiega il doppio della fatica. Poi, ci si mettono anche i professori che, con dei giri di parole enormi, complicano concetti molto più semplici”, lamenta Salvatore. A peggiorare il suo umore contribuisce anche il malfunzionamento dei trasporti pubblici: “Prima raggiungevo l’università con i mezzi; scendevo da casa alle sei del mattino per arrivare qui alle 8:05 e non trovare posto a sedere. Alla fine sono stato costretto a prendere la macchina e spendere dei soldi non previsti per la benzina e il parcheggio, oltre a quelli persi con l’abbonamento ai mezzi pubblici. Tutto questo per cosa? Arrivare alle 7:55 e trovare un posto in un’aula che non merita di essere chiamata così. Uno dei nostri professori si è anche preoccupato di richiedere uno spazio più grande ma, ormai, è passato un mese dall’inizio delle lezioni e di cambiamenti neanche l’ombra”. È davvero tanto lo sconforto di questo ragazzo che conclude: “Io provengo dall’Istituto Salesiano, dove era tutto perfetto. Qui mi sono ritrovato catapultato nel caos più totale. Non la faccio la Specialistica a Napoli, scappo via”.
La pausa degli studenti di Aerospaziale finisce alle 13:30, ora in cui, invece, inizia quella prevista per i ragazzi di Chimica. Alla fine, però, indipendentemente dal Corso di Laurea, gli studenti dovranno trovare la forza e la concentrazione per affrontare ancora un intero pomeriggio di corsi, per un totale di 4/5 ore. Poi, i più fortunati con mezzi propri, gli sfortunati con quelli pubblici, si ritorna a casa più stanchi che mai. Ma con una giornata universitaria così intensa, quando potranno dedicarsi alla preparazione degli esami?
Fabiana Carcatella