A lezione con le matricole di Medicina

Il sovrapporsi di voci nell’aula di Patologia Chirurgica rivela che i rapporti tra le matricole di Medicina, dopo quasi un mese di lezione, si stanno ormai consolidando. Nonostante questo, il 30 ottobre, nell’edificio 6 del Policlinico di Napoli, le presenze al seminario di Bioetica coordinato dal professor Buccelli sono state sicuramente inferiori rispetto a quelle registrate durante la prima lezione, quando c’era addirittura qualcuno che seguiva in piedi. Molti studenti, inoltre, dopo aver aspettato per circa venti minuti l’inizio della lezione sul rapporto medico-paziente, hanno deciso di andare via, scambiandosi frasi come: “è inutile aspettare tanto tempo per nulla” o “siamo stati anche abbastanza”. Scelta azzeccata se si considera che, poco dopo, il custode ha deciso di mettere a posto tutto il materiale predisposto per la lezione, motivando così la sua decisione: “è inutile tenere accesi videoproiettore e computer se non si presenta nessuno. Se viene l’insegnante, allora riaccendiamo tutto”. Nelle lezioni precedenti è andato via in anticipo anche Adriano Liguori, che spiega: “per il corso di Bioetica succede spesso che il professore che dovrebbe fare lezione arrivi in ritardo. Una volta è arrivato alle 13 (il corso termina alle 13.30). Io, dopo aver aspettato per quasi un’ora, sono andato via, ma poi ho scoperto che il professore aveva fatto lezione per mezz’ora e aveva anche preso le presenze. Credo ci sia un difetto di comunicazione. Se ci sono dei problemi, basterebbe avvisare. Anche adesso non so cosa fare, se restare o andare via”. Il disagio, finora, sembra essere circoscritto soltanto a questo corso, come spiega una studentessa che preferisce rimanere anonima: “c’è questo problema con Bioetica. Però per i corsi di Statistica, Fisica e Chimica non ci sono difficoltà. Dopo questo primo mese devo dire che in generale, per quanto riguarda le spiegazioni, le lezioni e le esercitazioni, è tutto perfetto. Solo la struttura crea disagi, ma pur di seguire ci arrangiamo stando seduti per terra”. Prova a ipotizzare i motivi di questa situazione Mariafrancesca: “se il docente che deve tenere questo seminario viene, di solito lo fa in ritardo. Credo sia un problema di disorganizzazione. Magari i professori non ricevono avvisi o si sottraggono all’ultimo momento. È una rottura di scatole perché non ci avvertono”. Discorso assai diverso per gli altri insegnamenti: “per gli altri corsi va tutto bene, ma siamo tantissimi. Per fortuna in alcuni casi ci dividono in gruppi. Siamo tre gruppi diversi per il corso di Fisica e due per quello di Chimica. Così è più bello perché si può seguire meglio”.
Tra i presenti, c’è qualcuno che ritiene che anche per gli altri corsi del primo anno si possa correggere qualcosa. È il caso di Fabio: “la settimana scorsa per Bioetica ho aspettato più di un’ora, ma alla fine il professore è arrivato. In questi giorni mi è successo lo stesso anche per un seminario di Fisica. A parte questi ritardi e queste assenze, il resto va tutto bene. Ogni professore sembra avere un metodo tutto suo. Il docente di Fisica, ad esempio, ogni venerdì fa una sorta di interrogazione. Ognuno deve spiegare alla classe il proprio progetto. Questo ci costringe a studiare di volta in volta, però il fatto che il professore non ci fornisca le slide che usa a lezione non ci dà la possibilità di attingere da una fonte sicura”. Si sofferma su questo esame anche Pasquale: “ieri, per il seminario di Fisica non è arrivato nessuno. Per il resto non mi lamento. Forse non mi piace solo il libro di Fisica, perché ritengo che manchino alcuni argomenti”. Accanto a lui c’è Rosaria, sua collega e amica che interviene nel discorso: “nessuno ci avvisa di nulla. Per il seminario di cui parlava Pasquale, ci ha avvertito il custode, ma comunque quando ormai già eravamo in aula da circa un quarto d’ora. Per il resto, i libri sono chiari e i professori, quando vengono, sono bravi”.
Nonostante queste piccole difficoltà, non rimpiange di essersi iscritta a Medicina Francesca Lacava, che ha superato il test di ammissione al secondo tentativo, dopo un anno passato tra i banchi di Farmacia: “mi trovo molto bene. Seguiamo tre corsi più questo seminario di Bioetica che sta dando qualche problema. La settimana scorsa sono andata via, ma poi ho scoperto che il professore è venuto dopo più di un’ora. Uno degli aspetti negativi è che dobbiamo seguire tutti i giorni, non abbiamo mai una pausa. Il giovedì e il venerdì abbiamo solo tre ore, dalle 8.30 alle 11.30. Secondo me potrebbero essere accorpati per lasciarci un po’ di tempo libero. Ai corsi siamo in tanti. L’anno scorso io sono stata a Farmacia. Lì si era seguiti molto di più, però non importa perché è questo quello che volevo fare nella vita. Poi, in fondo, credo che l’università debba essere così, con tante persone che, in qualche modo, devono anche essere in grado di cavarsela da sole”. 
Ciro Baldini
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