È stato uno dei primi laureati in Ingegneria meccanica presso quella che allora, nel ’65, era la nuova sede della Facoltà a Piazzale Tecchio, ed è uno dei simboli dell’Ingegneria aerospaziale in Italia. Giovanni Maria Carlomagno, Professore Emerito, il 6 giugno è tornato in cattedra per una Lectio Magistralis dedicata alla termografia all’infrarosso nello spazio, che si è svolta nella sede di Agnano della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base. Lo hanno invitato i membri dell’AIAN – Associazione degli ingegneri aeronautici ed aerospaziali – della quale fanno parte i laureati in Ingegneria Aerospaziale della Federico II.
Dice il professore Carlo de Nicola, segretario dell’AIAN, che insegna Aerodinamica degli aeromobili al primo anno del Corso di Laurea Magistrale: “Carlomagno è una figura storica dell’ingegneria aerospaziale e per questo motivo lo abbiamo invitato. Per gli studenti che ascolteranno la sua lezione sarà una occasione importante”.
L’AIAN, riferisce, “è nata nel 2006. Oggi siamo 354 su un bacino potenziale di 2400 ingegneri. Tutti laureati in Ingegneria aeronautica ed aerospaziale oppure laureati nel vecchio indirizzo aeronautico del Corso di Laurea in Meccanica, quello che era attivo prima che, nella prima metà degli anni Sessanta del secolo scorso, fosse attivata Ingegneria aeronautica come Corso di Laurea a sé stante”. Le iniziative dell’AIAN sono varie. “Organizziamo – spiega il professore de Nicola – conferenze come quella che si è svolta il 6 giugno. Poi cerchiamo di seguire gli allievi della Laurea Magistrale, di svolgere a beneficio dei ragazzi un’attività di tutorato che li sostenga e fornisca loro consigli. Ancora – compatibilmente con le risorse in cassa, perché ci autofinanziamo con quote che ciascun socio versa ogni anno – premiamo i laureati più celeri nel percorso, sia Triennali sia Magistrali. Il riconoscimento per i più veloci, che fa curriculum, prevede anche una somma in denaro, pari a 500 euro. I Triennali ottengono il premio ad ottobre, pur laureandosi a luglio, perché è essenziale, ai fini del riconoscimento, che proseguano alla Federico II il percorso di secondo livello”. Sottolinea: “Un altro piccolo concorso che abbiamo promosso è stato quello dedicato al riconoscimento della migliore fotografia aeronautica dell’anno”. L’attività sociale contempla anche l’organizzazione di escursioni e visite. Per esempio, ad alcuni musei aeronautici oppure alla casa del Generale Nobile. “Gli iscritti all’AIAN – prosegue il segretario dell’associazione – risiedono in tutto il mondo. Ci scrivono dalla Germania, dall’Australia, dagli Stati Uniti. L’ingegnere aerospaziale è uno che gira, si muove, coglie le occasioni e le opportunità là dove esse si presentino. Uno dei miei ultimi laureati, per esempio, si è da qualche tempo trasferito a Praga e lavora in una industria del settore aeronautico. Prepara le schede che accompagnano ogni pezzo di aeroplano”. Conclude: “Non conosco un solo laureato in Ingegneria aeronautica ed aerospaziale che non abbia ricevuto – mi riferisco ovviamente a chi ha il vecchio titolo di studio o la Magistrale – una buona offerta di lavoro. Se qualcuno è rimasto a spasso è perché avrebbe voluto il lavoro sotto casa e non è stato disposto a trasferirsi”.
Dice il professore Carlo de Nicola, segretario dell’AIAN, che insegna Aerodinamica degli aeromobili al primo anno del Corso di Laurea Magistrale: “Carlomagno è una figura storica dell’ingegneria aerospaziale e per questo motivo lo abbiamo invitato. Per gli studenti che ascolteranno la sua lezione sarà una occasione importante”.
L’AIAN, riferisce, “è nata nel 2006. Oggi siamo 354 su un bacino potenziale di 2400 ingegneri. Tutti laureati in Ingegneria aeronautica ed aerospaziale oppure laureati nel vecchio indirizzo aeronautico del Corso di Laurea in Meccanica, quello che era attivo prima che, nella prima metà degli anni Sessanta del secolo scorso, fosse attivata Ingegneria aeronautica come Corso di Laurea a sé stante”. Le iniziative dell’AIAN sono varie. “Organizziamo – spiega il professore de Nicola – conferenze come quella che si è svolta il 6 giugno. Poi cerchiamo di seguire gli allievi della Laurea Magistrale, di svolgere a beneficio dei ragazzi un’attività di tutorato che li sostenga e fornisca loro consigli. Ancora – compatibilmente con le risorse in cassa, perché ci autofinanziamo con quote che ciascun socio versa ogni anno – premiamo i laureati più celeri nel percorso, sia Triennali sia Magistrali. Il riconoscimento per i più veloci, che fa curriculum, prevede anche una somma in denaro, pari a 500 euro. I Triennali ottengono il premio ad ottobre, pur laureandosi a luglio, perché è essenziale, ai fini del riconoscimento, che proseguano alla Federico II il percorso di secondo livello”. Sottolinea: “Un altro piccolo concorso che abbiamo promosso è stato quello dedicato al riconoscimento della migliore fotografia aeronautica dell’anno”. L’attività sociale contempla anche l’organizzazione di escursioni e visite. Per esempio, ad alcuni musei aeronautici oppure alla casa del Generale Nobile. “Gli iscritti all’AIAN – prosegue il segretario dell’associazione – risiedono in tutto il mondo. Ci scrivono dalla Germania, dall’Australia, dagli Stati Uniti. L’ingegnere aerospaziale è uno che gira, si muove, coglie le occasioni e le opportunità là dove esse si presentino. Uno dei miei ultimi laureati, per esempio, si è da qualche tempo trasferito a Praga e lavora in una industria del settore aeronautico. Prepara le schede che accompagnano ogni pezzo di aeroplano”. Conclude: “Non conosco un solo laureato in Ingegneria aeronautica ed aerospaziale che non abbia ricevuto – mi riferisco ovviamente a chi ha il vecchio titolo di studio o la Magistrale – una buona offerta di lavoro. Se qualcuno è rimasto a spasso è perché avrebbe voluto il lavoro sotto casa e non è stato disposto a trasferirsi”.