A Napoli si nasce di più

Una conferenza a due voci, alternate a suggestivi video, grafici e fotografie: così la Preside di Sociologia Enrica Amaturo e il professor Luigi Greco, Direttore del Dipartimento di Pediatria,  hanno articolato l’incontro intitolato “Nascere a Napoli”, l’ultimo in ordine di tempo del ciclo “Come alla Corte di Federico II”.
Una partitura ben studiata, a suo modo teatrale, è l’indovinata formula adottata dai due relatori e molto apprezzata dai presenti. “Vi abbiamo lavorato a lungo. Con il prof. Greco ne abbiamo discusso la sera, il sabato, la domenica. Con grande piacere di mio marito… – scherza  la Preside – E’ stato Greco a scegliere l’argomento. Poi si è creata una convergenza di interessi ma al contempo sono emersi punti di vista differenti”. Tema dell’intervento l’alto tasso di natalità che si riscontra nelle periferie partenopee, un fenomeno insolito se confrontato con il generale decremento demografico del resto d’Italia e d’Europa. “La Campania è un’eccezione, vi si continua a nascere tantissimo anche se rimane l’ultima Regione d’Italia per aspettativa di vita”: la Amaturo paragona i trend campani a quelli dei Paesi in via di sviluppo. La mortalità infantile a Napoli è contenuta, tuttavia ancora superiore al resto d’Italia. “La situazione è migliorata tanto. Quando all’inizio degli anni ’70 abbiamo iniziato a lavorare nella periferia napoletana la mortalità infantile era superiore al 10%. Un valore simile a quello attuale dell’Uganda”, afferma il prof. Donato Greco, fratello gemello del relatore e Direttore Generale del Dipartimento di Prevenzione del Ministero della Salute.
“Uno dei paradossi è che a Napoli non si nasca di sabato e di domenica. I festivi possono essere utili al concepimento ma non alla nascita”, dichiara tra il serio ed il faceto il prof. Luigi Greco, commentando l’eccessivo numero di parti cesarei a cui si ricorre in città. Poi Greco mette in guardia da una pericolosa malattia incredibilmente frequente a Napoli: il “daltonismo semaforico”, che non si manifesta soltanto agli incroci ma rende il soggetto incapace di distinguere il colore della legalità. L’assenza di regole è ricondotta dall’Amaturo alla povertà dell’ambiente in cui si è cresciuti: “poiché il maggior numero di bambini nasce proprio nelle periferie più degradate, il disagio sociale condizionerà inevitabilmente la loro esistenza”. “Il futuro è Scampia – sintetizza il prof. Greco – Lì fanno tanti bambini e li fanno pure daltonici!”
Tra i tanti professori presenti in sala, il Direttore del Ceinge Franco Salvatore, il Preside di Scienze Biotecnologiche Gennaro Marino ed una folta rappresentanza del Dipartimento di Pediatria. “Ho trovato l’intervento davvero interessante pur non essendo un pediatra”, commenta il prof. Alfredo Fusco. “Vengo raramente ma stavolta sono corso ad ascoltare il mio collega”, dichiara  il prof. Salvatore Auricchio, già protagonista due anni fa di una conferenza del ciclo. “Ho apprezzato molto l’interazione di due figure professionali così diverse: una sociologa e un epidemiologo – commenta il prof. Pasquale Martinelli – E’ molto difficile pensare ad una soluzione di questi problemi. Da una parte abbiamo famiglie povere che non riescono a dare un indirizzo ai numerosi figli e dall’altro coppie benestanti che procreano sempre meno”. Il tema suscita reazioni vivaci. Secondo il prof. Guido Rossi, bisognerebbe analizzare l’indice di natalità in relazione alla presenza di strutture di assistenza, di asili nido: “credo che se ancora nascono bambini nei quartieri ‘bene’ è grazie alle polacche e alle  ucraine che si prestano a fare da baby sitter”, afferma. Il prof. Roberto Paludetto, invece, coglie l’occasione per sottolineare la carenza di strutture del Dipartimento di Neonatologia: “l’80% delle cause di morte infantile sono le nascite premature. Se fossimo adeguatamente attrezzati potremmo salvare la vita ad una cinquantina di bambini all’anno. Ci basterebbero una decina di culle speciali.” 
Se il prof. Giovanni De Simone, nota che “è mancato un riferimento alla religione e al mito che tanta influenza hanno sulla condizione dell’infanzia”, la prof.ssa Elena Sassi osserva che nei filmati mostrati vi erano solo bambini maschi. “Che livello di disagio hanno le bambine di Scampia? – si interroga – La mia esperienza mi dice che o si punta sulle bambine o il futuro di un territorio dipenderà sempre dall’assistenza esterna”.
Sono accorsi all’incontro anche un gruppo di studenti del IV anno di Giurisprudenza. “Un amico mi aveva parlato di queste conferenze in termini molto positivi. – racconta Francesco Zaccaria – Anche se gli interventi non sono strettamente attinenti a ciò che si studia, possono essere molto proficui”. “Sono sempre alla ricerca di occasioni che consentano l’apertura di nuove vedute” rivela Lucia Mastromarino che è venuta in compagnia della sorella Rossella, laureanda in Medicina con una tesi in Gastroenterologia con il prof. Gabriele Riegler. “Il titolo della conferenza mi aveva fatto sperare che si parlasse di cosa significa vivere a Napoli – dichiara Vincenzo Martone – Studio Legge e credo che molte delle problematiche della città siano legate a lacune del sistema giuridico”. “Mi piacerebbe che ci fosse qualche incontro più attinente al mio campo di studi – ammette Francesco Criscuolo, iscritto all’ultimo anno di Giurisprudenza – Il diritto, d’altra parte è strettamente legato a molti temi di attualità”. “Anche la conferenza di stasera ha sottolineato quanto sia importante educare alla legalità, insegnare a rispettare il diritto”, concorda il prof. Armido Rubino.
Prossimo incontro della Corte di Federico, il 20 dicembre con il climatologo Luca Mercalli su “Clima ed energia, la sfida del futuro”. Come sempre l’appuntamento è alle ore 20.30 presso il Centro Congressi del Federico II in via Partenope, 36.
Manuela Pitterà
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