Alessandro D’Ambrosio, studente di Medicina e campione di triathlon

Alessandro D’Ambrosio è la dimostrazione vivente che è possibile fare due cose contemporaneamente, per di più discretamente difficili, ed è possibile anche farle bene. Insomma, un esempio per quanti alle prese in questi giorni con i test d’ammissione, riusciranno a posizionarsi utilmente in graduatoria ed iscriversi a Medicina.  
Alessandro è iscritto al quinto anno di Medicina alla Seconda Università, con esami in regola e una buona media. E contemporaneamente da anni si allena nel Triathlon, faticosa disciplina composta da una successione di tre gare in tre discipline distinte, ottenendo anche buoni risultati come ai Mondiali Universitari di Losanna lo scorso anno, quando la sua squadra vinse il bronzo. E nel Campionato Italiano Universitario di Triathlon Olimpico, concluso prima dell’estate a Terni, ha sfiorato il podio per un soffio. Nella gara composta da 1,5 km di nuoto, 40 km in bicicletta e 10 km di corsa, è stato purtroppo un problema alla bici a creargli un rallentamento, nonostante nella corsa abbia tentato poi un recupero notevole, realizzando un tempo di gara in quella disciplina migliore dell’atleta arrivato terzo. Un quarto posto un po’ amaro quindi, ma che testimonia comunque le indubbie qualità atletiche di Alessandro. “Ci tenevo molto a questa competizione nella quale avrei potuto finalmente misurarmi con atleti che sono impegnati per otto ore al giorno all’Università come me”, ha commentato subito dopo la gara.
Già, ma come si fa a conciliare lezioni, studio e allenamenti? “Sicuramente è difficile conciliare i due percorsi. Ma se c’è la volontà è possibile ritagliare il tempo necessario”, assicura. Raccontando com’è strutturata la sua giornata-tipo: “al mattino seguo i corsi dalle nove all’una, a fine corsi faccio un primo allenamento di nuoto, poi studio e la sera il secondo allenamento, di corsa. Anche se è un programma che ovviamente può variare a seconda dei periodi più o meno intensi di studio; se ho esami sono costretto a mollare gli allenamenti per un po’”.
Un percorso parallelo, quello dell’atletica, iniziato “più o meno dall’inizio dell’università, anche se è soprattutto da 2-3 anni che mi alleno più intensamente”, continua Alessandro. Cosa si sentirebbe di dire quindi ad altri aspiranti studenti di Medicina uno studente come te, piuttosto fuori dall’ordinario? “I punti deboli di Medicina sono correlati soprattutto al fatto di essere calati in una realtà non semplice come quella di Napoli. Ma i punti forti secondo me, soprattutto recentemente, sono soprattutto nel fatto che alcuni corsi già dai primi anni  privilegiano la parte pratica, promuovendo il contatto con i reparti ospedalieri. Soprattutto quando si iniziano a studiare le branche mediche più strettamente cliniche e specializzate è previsto che si trascorrano dei periodi nei reparti”, scelti anche a seconda degli ambiti di interesse. Esperienza spesso utile e necessaria anche a prendere spunto per i lavori di tesi.  Alessandro sta preparando la tesi in Neurologia, ambito nel quale vorrebbe proseguire i suoi studi.
Viola Sarnelli
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