Quali discipline rappresentano, per loro natura, un ostacolo lungo la strada della laurea? Alcune sono di base, forniscono le conoscenze essenziali e, insieme, il metodo di studio e indagine. Altre sono fondamentali, rappresentano il punto di svolta, completano, oppure orientano, la preparazione e, al tempo stesso, cominciano a fornire gli strumenti culturali della futura attività lavorativa. Nel mezzo ci sono materie importantissime, che allargano gli orizzonti della formazione di base e, pur non rappresentando un vero e proprio impatto con l’attività professionale, costruiscono la cultura di un settore. Queste ultime s’incontrano nel momento cruciale del passaggio fra il primo impatto con l’università ed il prosieguo della preparazione basilare, nei cruciali primi due anni di studi universitari.
Abbiamo chiesto agli studenti di Ingegneria di campi diversi di parlarci dei loro punti di svolta, gli ostacoli di questo delicato momento di passaggio e maturazione culturale. “Per noi e, in generale, per tutta l’area Civile e Edile, non ci sono dubbi, è Analisi II – dice senza mezzi termini Annamaria, studentessa di Ingegneria Civile – È propedeutico a tutti gli esami del secondo anno, se non si supera, non si va avanti. Spesso si arriva al corso senza avere ancora superato Analisi I”. Anche altri studenti citano Analisi II come una delle chiavi di volta del primo periodo universitario. “È propedeutico a tutti gli esami del secondo semestre del secondo anno. È un muro che ci blocca – ci dice Alessia Romano, primo anno fuori corso ad Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione – Lo sono in generale entrambi gli esami di Analisi, perché i professori li usano come strumento per selezionare drasticamente la platea studentesca e metterci nella condizione di capire se siamo davvero intenzionati a proseguire lungo questa strada. Solo chi è ambizioso e caparbio va avanti”. “Credo, però, che prevedere nello stesso anno entrambi gli esami di Analisi sia eccessivo. In altri Corsi di Laurea, come Matematica per esempio, sono corsi annuali. È vero, forse loro approfondiscono di più alcuni aspetti, ma la materia è la stessa e richiede tempo per tutti. Prevederli proprio all’inizio della carriera, tenuto conto che i docenti sono molto esigenti, è sbagliato. In tanti non riescono a superare Analisi I al primo tentativo, perché serve tempo per capire e assimilare i concetti. È una questione di organizzazione”, aggiunge la collega Rosa Tufano. “Noi abbiamo due esami che sono al tempo stesso propedeutici e formativi: Chimica e Analisi II. Il primo, oltre ad essere particolarmente formativo per il nostro indirizzo, è propedeutico agli esami del terzo anno ed il corso è svolto da un docente che ha dei metodi di valutazione estremamente severi. Il secondo è esplicitamente propedeutico per affrontare Elettrotecnica, ma è in generale molto utile per comprendere tutti i corsi del terzo anno – interviene Valentina, studentessa al secondo anno di Ingegneria Chimica, che è entusiasta dell’Analisi, soprattutto al suo livello avanzato – Quando arrivi all’università, studi cose che, bene o male, hai già affrontato al liceo. Mentre il bello dell’Analisi II è la novità. Ti approcci ad argomenti molto interessanti, equazioni differenziali, studi di superfici, tutti importantissimi”. Secondo Valentina, per i futuri ingegneri chimici la prima materia che segna il passaggio fra un livello iniziale e l’approfondimento vero e proprio è Termodinamica. “Abbiamo cominciato le lezioni in questo semestre – prosegue la studentessa –È la prima volta che ci spingiamo verso ragionamenti più complicati che mettono insieme la Matematica e la Fisica per studiare e comprendere la fluidodinamica”. C’è chi, invece, a prescindere dagli anni d’iscrizione o dai semestri, individua una o più materie come ostacoli da sormontare con maggiore ostinazione. “Ogni anno ha i suoi esami di sbarramento – sottolinea Chiara, secondo anno di Ingegneria Biomedica – Al primo ci sono Analisi e Fisica. Al secondo, invece, Metodi Matematici per l’Ingegneria e Principi di Ingegneria Elettrica. Infine al terzo, Teoria dei Segnali e Campi Elettromagnetici”. “Sicuramente Metodi Matematici per l’Ingegneria, anche se è del primo semestre del secondo anno, rappresenta un ostacolo importante ed una disciplina cardine. Affronta, in 220 pagine di dimostrazioni, l’Analisi complessa, ed il professore è molto duro. È propedeutico a Fondamenti di Sistemi Dinamici, che stiamo seguendo ora, e senza non possiamo sviluppare una parte importante dei nostri studi. Noi del settore dell’informazione siamo gli unici ad avere un corso simile durante il triennio. Per tutti gli altri indirizzi è, invece, una materia della Laurea Magistrale”, spiega Viviana Cennamo, anche lei al secondo anno di Ingegneria Biomedica.
Simona Pasquale
Abbiamo chiesto agli studenti di Ingegneria di campi diversi di parlarci dei loro punti di svolta, gli ostacoli di questo delicato momento di passaggio e maturazione culturale. “Per noi e, in generale, per tutta l’area Civile e Edile, non ci sono dubbi, è Analisi II – dice senza mezzi termini Annamaria, studentessa di Ingegneria Civile – È propedeutico a tutti gli esami del secondo anno, se non si supera, non si va avanti. Spesso si arriva al corso senza avere ancora superato Analisi I”. Anche altri studenti citano Analisi II come una delle chiavi di volta del primo periodo universitario. “È propedeutico a tutti gli esami del secondo semestre del secondo anno. È un muro che ci blocca – ci dice Alessia Romano, primo anno fuori corso ad Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione – Lo sono in generale entrambi gli esami di Analisi, perché i professori li usano come strumento per selezionare drasticamente la platea studentesca e metterci nella condizione di capire se siamo davvero intenzionati a proseguire lungo questa strada. Solo chi è ambizioso e caparbio va avanti”. “Credo, però, che prevedere nello stesso anno entrambi gli esami di Analisi sia eccessivo. In altri Corsi di Laurea, come Matematica per esempio, sono corsi annuali. È vero, forse loro approfondiscono di più alcuni aspetti, ma la materia è la stessa e richiede tempo per tutti. Prevederli proprio all’inizio della carriera, tenuto conto che i docenti sono molto esigenti, è sbagliato. In tanti non riescono a superare Analisi I al primo tentativo, perché serve tempo per capire e assimilare i concetti. È una questione di organizzazione”, aggiunge la collega Rosa Tufano. “Noi abbiamo due esami che sono al tempo stesso propedeutici e formativi: Chimica e Analisi II. Il primo, oltre ad essere particolarmente formativo per il nostro indirizzo, è propedeutico agli esami del terzo anno ed il corso è svolto da un docente che ha dei metodi di valutazione estremamente severi. Il secondo è esplicitamente propedeutico per affrontare Elettrotecnica, ma è in generale molto utile per comprendere tutti i corsi del terzo anno – interviene Valentina, studentessa al secondo anno di Ingegneria Chimica, che è entusiasta dell’Analisi, soprattutto al suo livello avanzato – Quando arrivi all’università, studi cose che, bene o male, hai già affrontato al liceo. Mentre il bello dell’Analisi II è la novità. Ti approcci ad argomenti molto interessanti, equazioni differenziali, studi di superfici, tutti importantissimi”. Secondo Valentina, per i futuri ingegneri chimici la prima materia che segna il passaggio fra un livello iniziale e l’approfondimento vero e proprio è Termodinamica. “Abbiamo cominciato le lezioni in questo semestre – prosegue la studentessa –È la prima volta che ci spingiamo verso ragionamenti più complicati che mettono insieme la Matematica e la Fisica per studiare e comprendere la fluidodinamica”. C’è chi, invece, a prescindere dagli anni d’iscrizione o dai semestri, individua una o più materie come ostacoli da sormontare con maggiore ostinazione. “Ogni anno ha i suoi esami di sbarramento – sottolinea Chiara, secondo anno di Ingegneria Biomedica – Al primo ci sono Analisi e Fisica. Al secondo, invece, Metodi Matematici per l’Ingegneria e Principi di Ingegneria Elettrica. Infine al terzo, Teoria dei Segnali e Campi Elettromagnetici”. “Sicuramente Metodi Matematici per l’Ingegneria, anche se è del primo semestre del secondo anno, rappresenta un ostacolo importante ed una disciplina cardine. Affronta, in 220 pagine di dimostrazioni, l’Analisi complessa, ed il professore è molto duro. È propedeutico a Fondamenti di Sistemi Dinamici, che stiamo seguendo ora, e senza non possiamo sviluppare una parte importante dei nostri studi. Noi del settore dell’informazione siamo gli unici ad avere un corso simile durante il triennio. Per tutti gli altri indirizzi è, invece, una materia della Laurea Magistrale”, spiega Viviana Cennamo, anche lei al secondo anno di Ingegneria Biomedica.
Simona Pasquale