È da sempre una delle discipline fondamentali di tutti i percorsi di studio scientifici. Negli ultimi anni, l’Analisi Matematica per gli studenti di Ingegneria è diventata ancora più cruciale perché, in caso di mancato superamento della prova di valutazione delle conoscenze di base, tanto a settembre quanto nelle prove di recupero, diventa propedeutica a tutti gli esami e si deve sostenere per prima.
Utilissimi, dunque, i consigli e le raccomandazioni di due docenti che insegnano questa materia.
“La preparazione della scuola fornisce basi diverse da quelle che servirebbero. Recuperare il linguaggio della materia, dunque, è impegnativo”, sostiene la prof.ssa Lina Mallozzi, docente presso i Corsi di Laurea in Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione e Ingegneria Elettrica. Gli studenti, inoltre, “tendono a sottovalutare l’Analisi perché, spesso, ne hanno già affrontato gli argomenti. Pensano di avere già una visione generale e, invece, ci sono tanti problemi di cui non hanno idea”. L’abitudine di svolgere gli esercizi in maniera meccanica nasconde un pericolo: non riuscire ad inquadrare per tempo i problemi. Purtroppo “le aule sono piene di studenti che non riescono a superare l’esame di Analisi”.
Seguire con costanza e studiare volta per volta “è il primo passo per cominciare ad acquisire il livello richiesto all’università”.
Riflettori puntati sulla correttezza del linguaggio anche per la prof.ssa Anna Mercaldo, docente presso i Corsi di Laurea in Ingegneria Aeronautica e Ingegneria dei Materiali: “l’apprendimento prevede due fasi fondamentali. La prima è capire i concetti ma, fatto questo, si è solo a metà dell’opera. L’altra parte, altrettanto importante, è acquisire il linguaggio della Matematica. In aula ripeto sempre ai ragazzi che c’è un momento in cui lasciare la penna per ascoltare e capire. All’esame bisogna essere in grado di esprimere quanto compreso, utilizzando i termini appropriati”. Un processo da vivere in collaborazione con i professori, dei quali sfruttare la disponibilità, ricordandosi che: “l’impostazione ed il modo di fare all’università sono diversi. Non basta accontentarsi di aver capito in aula. C’è un lavoro da svolgere a casa, tenendo presente che non c’è più l’insegnante che controlla, ogni giorno, se avete fatto i compiti. Purtroppo, c’è poco tempo a disposizione per adattarsi alla nuova realtà”.
Utilissimi, dunque, i consigli e le raccomandazioni di due docenti che insegnano questa materia.
“La preparazione della scuola fornisce basi diverse da quelle che servirebbero. Recuperare il linguaggio della materia, dunque, è impegnativo”, sostiene la prof.ssa Lina Mallozzi, docente presso i Corsi di Laurea in Ingegneria Gestionale per la Logistica e la Produzione e Ingegneria Elettrica. Gli studenti, inoltre, “tendono a sottovalutare l’Analisi perché, spesso, ne hanno già affrontato gli argomenti. Pensano di avere già una visione generale e, invece, ci sono tanti problemi di cui non hanno idea”. L’abitudine di svolgere gli esercizi in maniera meccanica nasconde un pericolo: non riuscire ad inquadrare per tempo i problemi. Purtroppo “le aule sono piene di studenti che non riescono a superare l’esame di Analisi”.
Seguire con costanza e studiare volta per volta “è il primo passo per cominciare ad acquisire il livello richiesto all’università”.
Riflettori puntati sulla correttezza del linguaggio anche per la prof.ssa Anna Mercaldo, docente presso i Corsi di Laurea in Ingegneria Aeronautica e Ingegneria dei Materiali: “l’apprendimento prevede due fasi fondamentali. La prima è capire i concetti ma, fatto questo, si è solo a metà dell’opera. L’altra parte, altrettanto importante, è acquisire il linguaggio della Matematica. In aula ripeto sempre ai ragazzi che c’è un momento in cui lasciare la penna per ascoltare e capire. All’esame bisogna essere in grado di esprimere quanto compreso, utilizzando i termini appropriati”. Un processo da vivere in collaborazione con i professori, dei quali sfruttare la disponibilità, ricordandosi che: “l’impostazione ed il modo di fare all’università sono diversi. Non basta accontentarsi di aver capito in aula. C’è un lavoro da svolgere a casa, tenendo presente che non c’è più l’insegnante che controlla, ogni giorno, se avete fatto i compiti. Purtroppo, c’è poco tempo a disposizione per adattarsi alla nuova realtà”.