Antonio, una laurea sudata, vince il Premio Leonardo per la sua tesi

Una vittoria inaspettata, ma sudata, quella di Antonio Masiello, laureato Magistrale (classe 2011) in Scienze e Tecnologie per l’ambiente ed il territorio alla Seconda Università. Il ragazzo vince il Premio Leonardo per lo “Sviluppo scientifico e tecnologico delle fonti rinnovabili in Italia”, che ha ricevuto direttamente dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso 19 febbraio. Il Comitato Leonardo attribuisce annualmente un premio a neolaureati che hanno discusso tesi pregevoli su argomenti rilevanti per il successo del Made in Italy. Antonio si è aggiudicato i 3.000 euro del premio concesso dalla GSE (Gestore Servizi Energetici) con il lavoro di tesi sulla “Produzione di idrogeno e metano da reflui zootecnici mediante digestione anaerobica”, con il relatore Carmine Lubritto. “Ho lavorato da esterno con il Dipartimento di Ingegneria di Aversa, e tramite reflui bufalini abbiamo utilizzato microrganismi anaerobi, con cui produrre miscele di metano e CO2. Attraverso degli esperimenti e cambiando diversi parametri, siamo stati in grado di produrre più del 5% in volume di idrogeno in due giorni”, spiega Masiello. Il ragazzo racconta i sacrifici che ha dovuto fare per vincere. “Lavorare con la cacca di bufala, elemento essenziale al nostro esperimento, non è stato facile. Ho dovuto mescolare e frullare per più di sei ore al giorno di laboratorio, ma ne è valsa la pena”. L’importante lavoro del neolaureato è volto alla produzione del prezioso combustibile a costi non troppo elevati: “L’idrogeno rappresenta il futuro, verrà impiegato per generare elettricità, ma oggi per produrlo ci sono processi molto costosi. Attraverso i materiali di scarto, invece, si riescono ad abbattere i costi, ecco perché credo fermamente nel mio progetto”. 
Antonio si è iscritto tardi all’Università, ma questo non gli ha impedito di raggiungere ottimi risultati. “Ho concluso il mio percorso di studi in sei anni, ora ne ho trenta, ma la tesi ha richiesto più di due anni di impegno, uno di questi dedicato interamente ad esperimenti in laboratorio”. Il ragazzo si dice soddisfatto dell’esperienza, ma soprattutto del premio. “Chi se lo aspettava, quando maneggiavo escrementi di bufala, che il mio sarebbe stato il miglior elaborato del 2012 per un’azienda importante come la GSE!”. Le difficoltà a cui è andato incontro non riguardano solo le numerose ore di laboratorio. “Provengo da un’umile famiglia di agricoltori di Pietramelara, in provincia di Caserta, mio padre ha avuto dei problemi, per cui ha dovuto vendere l’azienda di famiglia ed io l’ho aiutato come potevo, lavorando in una cartiera di notte. Il mattino dopo andavo in Facoltà a seguire i corsi, non ne ho mai perso uno, ed i miei si chiedevano come facessi”. La sua priorità è stata sempre lo studio. “Ho lavorato per pagarmi l’Università e questo mi ha aiutato a capire il valore delle tasse e dei sacrifici che ho fatto. Non a caso ero uno dei pochi a riuscire a manovrare abilmente i reflui zootecnici”. La sua tesi è solo l’inizio di un progetto più importante: “Abitando in un paesino agricolo, il mio sogno è quello di creare dei bioreattori nella zona, in grado di utilizzare i reflui bufalini per produrre biogas”.
Allegra Taglialatela
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