Applausi per le musiche di Gershwin

Sta per concludersi la stagione de I concerti dell’Università che da gennaio ha trasformato ogni martedì pomeriggio la Chiesa dei Santi Marcellino e Festo in sala da concerto. Quest’anno, rispetto alle altre edizioni della rassegna, qualche incursione nel jazz, che ha avuto sicuramente il suo apice con il concerto, a febbraio, di Stefano Bollani. Martedì 21 marzo, con la primavera, è arrivato all’università anche il secondo appuntamento “meno classico”, quello con le musiche di George Gershwin, canzoni evergreen, e che sono state cantate, interpretate, riprese e modificate da tantissimi cantanti e musicisti in ogni tempo. Protagonisti del pomeriggio musicale il pianista Fabrizio Soprano e la mezzosoprano Gabriella Colecchia, entrambi napoletani. L’unione di due bravi musicisti che “suonano in casa” e la fama delle musiche ha dato come risultato una chiesa piena più del solito. Un pubblico omogeneo, di tutte le età ma non, come si potrebbe pensare, prettamente universitario. Anzi… Presente, come sempre, il gruppo di studenti di Lettere e Sociologia che ha inserito nel proprio percorso di studio il ciclo di concerti, la cui frequenza consente di acquisire crediti formativi. Gli studenti confessano che non sempre è stato facile seguire. E’ la musica da camera di Brahms –protagonista di quattro concerti- che a loro è sembrata più ostica.  Unanime il consenso per l’esibizione di Bollani che qualcuno ha considerato un evento a parte, qualcosa di completamente separato dal cartellone. E’ piaciuto anche il concerto di Chopin -uno Chopin virtuoso e tecnicamente difficile, non quello dei valzer e dei notturni- tenuto dalla grande pianista napoletana Laura De Fusco. Le difficoltà degli studenti, giustificate dal fatto che non si tratta di concerti di “educazione all’ascolto”, ma veri e propri appuntamenti musicali come si ritrovano in qualsiasi altra buona stagione concertistica,  sono state in parte superate dall’uso di tenere lezioni introduttive prima di ciascun concerto – da un’idea del direttore artistico, il maestro Michele Campanella- per spiegare almeno il contesto in cui viene scritta una composizione e quale sia il suo significato, proprio per consentire anche a chi non è musicista o appassionato di musica, di capire perché Brahms sia diverso da Chopin o da Gershwin! 
E tornando a Gershwin il concerto, introdotto dal dott. Giorgio Ruberti, ha avuto un gran successo. Il pubblico ha mostrato il suo apprezzamento con gli applausi che hanno seguito l’esecuzione di “The man I love”, “Love is here to stay”, “They can’t take them away from me”, “Embraceable you”. E naturalmente non poteva mancare la celeberrima “Summertime”. 
Ultimo appuntamento in cartellone il 4 aprile con “L’epoca d’oro dei castrati”, un omaggio a Farinelli.
Valentina Di Matteo
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