Arredamento: mancano ricercatori e spazi

“Ho chiesto alla Facoltà ed all’Ateneo che mettessero a disposizione risorse per bandire qualche concorso da ricercatore. Nessuno mi ha risposto. Ho implorato che ci dessero gli spazi indispensabili ad un corso di laurea. Invano. Eppure, quando abbiamo organizzato la mostra sull’arredamento urbano erano tutti lì: rettore, direttori di dipartimenti, oltre a centinaia di studenti, molto interessati all’argomento. Hanno riempito l’aula e si è formata una fila fino a fuori alla porta. Insomma l’interesse c’è. Gli sbocchi lavorativi per i nostri laureati pure. Quel che manca è l’impegno dell’ateneo e della facoltà a garantire il minimo necessario ad andare avanti. Fino ad oggi ce l’abbiamo fatta con le risorse dell’area disciplinare e del dipartimento: poche. Se però non arriveranno energie dall’esterno, non vedo come si possa pensare di attivare la specialistica ed il master”. Parole del prof. Agostino Bossi, tra i fondatori del Corso di Laurea in Arredamento, Interno Architettonico e Design, un istriano di Pola che vive a Napoli dal 1960. Insegna, come ordinario, Arredamenti e interni architettonici. “Il Corso di Laurea è al secondo anno di vita – racconta- Essendo a numero programmato, ogni anno s’immatricolano 50 studenti. La domanda è assai più elevata. Parlo di circa 350 persone, con un rapporto di 1 a 7 che non si trova in nessun altro dei Corsi di Laurea della Facoltà. Ebbene, per consentire agli studenti di seguire le lezioni in maniera decorosa, abbiamo attrezzato due aule al terzo piano di palazzo Gravina su fondi del dipartimento. Le abbiamo ricavate da spazi residuali, che nessuno voleva. Analogo discorso per l’aula del corso di perfezionamento, recuperata in qualche modo all’interno dello stesso dipartimento. Per completare il triennio, ci avevano promesso spazi sulla terrazza di palazzo Gravina, ma fino ad ora non abbiamo visto un bel nulla. Abbiamo chiesto alla facoltà e all’ateneo di stanziare risorse per bandire concorsi aperti ai ricercatori. Nessuno ci ha risposto. Una cosa assurda, perché questo corso di laurea va avanti con un ordinario e due associati delle discipline di Arredamento. Servirebbero almeno altri due ricercatori, per mettere in pratica la didattica per piccoli gruppi prevista dalla riforma, ma non ci danno le energie per farlo. Si distribuiscono fondi ad altri corsi di laurea che neppure lontanamente hanno un rapporto numericamente tanto alto tra massimo di immatricolati – 50 appunto – e le domande, che ogni anno sono circa 350”. In questo contesto, prosegue nella sua requisitoria il docente, “suona come una beffa la richiesta che ogni anno avanzano i vertici della facoltà. Si vorrebbe che Arredamenti portasse a 60 o magari a 70 od ancora più su il numero massimo di iscritti al primo anno. Ma, noi non ci pensiamo proprio. Significherebbe soltanto prendere in giro gli studenti per incamerare qualche tassuccia in più. Ripeto, a questo gioco non ci prestiamo”. Bossi è fortemente preoccupato anche rispetto al varo della laurea quinquennale: “se non arrivano risorse non vedo proprio come possiamo fare. Io, per parte mia, sono pronto ad ogni azione, anche clamorosa, per sollevare il problema. Mi chiedo, però, quale università sia quella dove, per ottenere ciò che spetta, i docenti devono minacciare azioni clamorose ed eclatanti”.
Pausa, poi riprende con rinnovato vigore: “forse non è chiaro a chi non vuol sentire, ma io non rivendico meriti o onorificenze, semplicemente sto a chiedere l’indispensabile per un corso di laurea che risponde – forse più di ogni altro della facoltà – a istanze concrete e reali che provengono dalla società. Ripeto: abbiamo circa 350 domande all’anno, e questo dipende dal fatto che, oggi, il settore degli arredamenti ed interni è uno dei più promettenti, per chi si laurea in Architettura. E’ un’attività che rappresenta ancora una buona opportunità di lavoro”. Aggiunge, a scanso di equivoci: “sempre per chi non vuol sentire o finge di non sapere, i nostri laureati sono architetti a tutti gli effetti. Studiano, come gli altri, Scienze delle costruzioni, Matematica e tutte le altre discipline scientifiche che caratterizzano il percorso di un laureato in Architettura. Si sono lanciati i più demenziali corsi di laurea, in questi anni, nell’Università, e io devo stare qui a elemosinare un’aula per ospitare gli iscritti al terzo anno e spazi indispensabili alla laurea specialistica”.
Fabrizio Geremicca
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