Aule affollate, “resiste chi ha pazienza”

Studenti in piedi o accovacciati per terra, altri in coda all’esterno dell’aula, sono le immagini che meglio ritraggono i corsisti in questi primi giorni di didattica. È il caso del corso di Letteratura italiana tenuto dalla prof.ssa Anna Cerbo: registra un numero di presenze di gran lunga superiore alla capienza effettiva dell’Aula delle Mura Greche (a Palazzo Corigliano) che lo ospita. “O ti anticipi di almeno un’ora, o devi farti conservare il posto da qualcuno”, commenta Anna Chianese, studentessa del primo anno a Lingue, Lettere e Culture Comparate. “Man mano che si avvicina l’orario dell’inizio della lezione, il posto libero diventa sempre più un’utopia!”, interviene la collega Luisa Gagliotti. “Per chi, come me, è pendolare – racconta Pierluigi Cerruti, studente originario di Avellino – non c’è la possibilità di venire ai corsi con largo anticipo, in queste condizioni estreme (in piedi o seduti per terra) per me resiste solo chi ha pazienza”. C’è anche chi, dimostrando uno spiccato spirito di adattamento, riesce a cogliere il lato positivo di questi inconvenienti. “Stare seduti in una posizione scomoda, mi aiuta a mantenere viva la concentrazione. Se fossi seduta in una di quelle poltroncine, forse rischierei di rilassarmi fin troppo!”, spiega Adelaide Borriello, studentessa a Lingue, Lettere e Culture Comparate.
Eppure l’Ateneo ha reperito nuovi spazi per la didattica, novità assoluta in questo anno accademico. “Nelle aule CO2 e CO3 di via Mezzocannone 16, si svolgeranno i corsi dai grandi numeri, per limitare i disagi organizzativi che si presentano ai nostri studenti”, informa la dott.ssa Adele Lancia, responsabile del Servizio offerta didattica del Polo Didattico. “Tuttavia, essendo spazi presi in affitto, pertanto condivisi con l’Ateneo Federico II, saranno usufruibili per due pomeriggi settimanali e un solo giorno intero. Non è tantissimo, ma non è nemmeno poco”, aggiunge la dott.ssa Lancia.
Ad infiammare gli spiriti dei nuovi arrivati non sono, però, esclusivamente le questioni di carattere organizzativo. “Il sito dell’Ateneo – dice Annarita Di Giacomo – è un vero e proprio labirinto. Gli orari delle lezioni non sono suddivisi per annualità, ma sono pubblicati in un unico file di sedici pagine che raggruppa gli insegnamenti di tutte e tre le annualità! Se lo studente non si organizza da solo, cercando di fare un po’ di chiarezza, rischia di non seguire nulla”. “Alcuni corsi si accavallano – spiega Ilenia De Fenza – per esempio adesso (martedì ore 10.30) in contemporanea con il corso di Letteratura italiana, si sta svolgendo Storia moderna a Palazzo Giusso. La stessa cosa accade anche il lunedì, quando Storia si sovrappone a Lingua cinese. Bisogna fare una scelta, privilegiando le materie che risulterebbe più difficile studiare da autodidatta, nulla togliendo alle discipline penalizzate. Purtroppo non ci possiamo sdoppiare!”. “Solo una mente matematica potrebbe riportare un po’ di ordine. E’ impossibile convivere con questo caos: corsi che si accavallano, altri che si susseguono in sedi diverse. Volevo iscrivermi al CUS (Centro universitario sportivo), ma dopo tutto questo stress fisico a fine giornata non penso si abbia la forza per fare un ulteriore allenamento”, afferma Maria Romano.
Ad armarsi di forza e coraggio sono quelli che hanno deciso di iscriversi a L’Orientale perché consapevoli che le prerogative offerte non sono riscontrabili altrove. “Inizialmente volevo iscrivermi all’Università di Salerno, ma lì non si studia giapponese. Inoltre, l’impatto che ho avuto visitando l’Ateneo è quello di uno spazio recintato dove si studia e per questo molto simile all’ambiente del liceo. Gli spostamenti tra le vari sedi de L’Orientale mi aiuteranno a conoscere meglio la città!”, sostiene Rita Maffei, neo matricola originaria di Fisciano. “Un surrogato del Corso in Lingue, Lettere e Culture comparate è quello di Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’Africa mediterranea all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ma L’Orientale nasce come Collegio dei Cinesi agli inizi del Settecento pertanto ha una tradizione secolare nell’insegnamento delle lingue orientali. Pensare di iscriversi in un altro Ateneo, solo per avere aule più capienti, mi sembra una scelta insensata”, dichiara Elena Fiore, matricola originaria di Reggio Calabria.
Rosaria Illiano
- Advertisement -





Articoli Correlati