“L’Economia è la scienza che studia il soddisfacimento dei bisogni umani, in presenza di risorse scarse”. Sono le 8.30 del mattino ed è cominciata la lezione di Economia Aziendale e Ragioneria del prof. Riccardo Viganò. La Facoltà ha ripreso le attività il 3 ottobre e questo è il primo giorno di lezione per le matricole di Economia Aziendale. Nell’aula T1 c’è silenzio, tutti i posti a sedere sono occupati ed una decina di persone prende appunti in piedi, o seduta sulle scale, nonostante nelle file di banchi ci siano dei posti liberi. “Sono studenti arrivati in ritardo che non hanno voluto dare fastidio facendo alzare gli altri”, dice Rossella D’Isanto, iscritta ad Ingegneria Edile, Corso che ha lasciato dopo il primo semestre perché ha cominciato a studiare con una sua amica di Economia e si è appassionata a questi studi. Rossella ha ragione: c’è lo sciopero dei mezzi pubblici, così durante la prima mezz’ora gli studenti continuano ad arrivare alla spicciolata. E l’aula, che ha una capienza da 520 posti, si affolla. Nonostante tutto, regna il silenzio. Durante la pausa facciamo conoscenza con alcuni ragazzi. Martina Basco ha valutato anche l’opzione Ingegneria: “ma c’erano troppa Matematica e Fisica perciò ho scelto Economia. Devo dire che fino ad ora mi piace molto. Il professore è chiarissimo e spiega bene”. A Veronica Cerlino interessano le lingue e l’economia internazionale: “ho preferito approfondire prima l’economia e poi perfezionare la lingua. La prima impressione della Facoltà è buona. I docenti sono chiari e in aula c’è silenzio”. Antonio Catalano è qui per “l’esperienza formativa che Economia mi può dare per portare avanti l’azienda di famiglia. Alla prima impressione sembra bella tosta, so che ce la dovrò mettere tutta. Ho seguito la lezione di Matematica, che a me piace molto, ed il professore mi ha fatto proprio una bella impressione”. Anche Simona Di Lauro e Rita Iannuzzi sono soddisfatte: “veniamo da un liceo per le Scienze Sociali dove abbiamo già studiato Matematica, Diritto ed Economia, tutte materie che ci erano piaciute molto. Ora speriamo di riuscire a dare gli esami e non restare indietro”. Luigi Tuccillo, Martina Castaldo e Vittoria Corrado sono approdati ad Economia in seguito ad “accurate riflessioni” dopo il tentativo fallito di entrare a Medicina. “Non è una situazione di ripiego – si affrettano a precisare – Si tratta comunque di una Facoltà a cui eravamo interessati. Per ora sembra abbastanza facile e in aula si sta bene”. Basta, però, attraversare un corridoio e sembra di essere in un altro mondo. Siamo di fronte all’aula G4, una delle più recenti, costruita su due livelli, con una capienza di soli 190 posti, per scoprire una vivibilità del tutto diversa. Una decina di ragazzi è rimasta sulla porta. Sbirciando all’interno si intravedono studenti assiepati perfino intorno alla cattedra, dove, in piedi e in maniche di camicia perché in aula non si respira, il prof. Claudio Maglio fa lezione di Economia Aziendale e Ragioneria. Marina Rubicondo è fra gli studenti rimasti sull’uscio: “sono arrivata alle 8.30 ed ho già trovato questa situazione. Noi dovremmo fare lezione in queste condizioni fino alle quattro del pomeriggio!”. “Dal punto di vista delle strutture, dei trasporti e dei servizi, ci sono effettivamente dei problemi non trascurabili. I tagli sempre maggiori ai fondi provocano difficoltà organizzative che coinvolgono corsi e siti web, dove le informazioni sono riportate con poca chiarezza. Dobbiamo metterci del nostro per qualunque cosa”, sottolinea Attilio Carbone che ha lasciato Giurisprudenza, “dove la formazione era troppo mnemonica”, per iscriversi ad una Facoltà “più vicina alla mia formazione scientifica”. “L’Economia è un settore molto mobile, con grandi potenzialità, nonostante gli alti e bassi del sistema”, dice Angelo Scola che è contento, nonostante sia rimasto in piedi per tutta la lezione: “c’è lo sciopero dei mezzi pubblici, sono arrivato con venti minuti di ritardo ed non ho trovato posto. Dopo aver passato un’ora in piedi in metropolitana ed altre due in aula, sono un po’ stanco, ma il professore è molto bravo e spero che non sia tutti i giorni così”. Per non incorrere in analoghi disagi, Alessandro Alterio si è svegliato alle sei per arrivare presto e trovare un posto comodo: “non sono preoccupato dalla prospettiva di dover fare tutti i giorni delle levatacce. Un giorno vorrei prendere le redini dell’azienda di famiglia. Per ora l’importante è seguire nelle migliori condizioni possibili. Alcuni amici mi avevano raccontato che i primi mesi è così e mi sono regolato di conseguenza”.
Simona Pasquale
Simona Pasquale