Si respira un clima familiare nell’aula studio di S. Andrea delle Dame. Gli studenti si confrontano, si aiutano, studiano, sfogliano l’atlante di Anatomia, chiacchierano, fanno amicizia. Ci sono circa un centinaio di posti divisi in quattro ambienti, al piano terra della struttura di via del Sole, accanto ad una zona in ristrutturazione che, a breve, sarà destinata al Dipartimento di Farmacologia e relativa segreteria. I ragazzi vi trascorrono intere giornate, consultano i libri, seppur in numero esiguo, messi a disposizione e custoditi in armadietti con tanto di lucchetto, e, per la pausa-pranzo, hanno anche la possibilità di utilizzare un fornetto a microonde per scaldare le loro pietanze. Peccato che, dall’inizio dell’anno, e contro il volere degli stessi studenti, sia stata disposta la limitazione d’orario per l’ingresso nell’aula studio: vi si può accedere dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, il sabato dalle 8 alle 16, la domenica è giornata di chiusura, mentre fino a dicembre dello scorso anno era aperta tutti i giorni dalle 7 alle 22 compresa la domenica. Nonostante il disagio arrecato ai ragazzi, sembra che, almeno fino ad ora, non si sia riusciti a trovare alcun accordo con il Preside prof. Giuseppe Paolisso. “Più di un mese fa, – afferma Maria Francesca Muscio, rappresentante degli studenti – abbiamo saputo dalla Presidenza che il vecchio orario non può essere ripristinato per mancanza di fondi. Abbiamo, così, presentato una petizione con seicento firme di studenti, specializzandi, impiegati e anche qualche docente, raccolte in soli quattro giorni. Purtroppo, però, non è cambiato nulla, anzi non abbiamo avuto alcuna risposta”. Dura la reazione degli studenti. “Abbiamo bisogno di spazi, non possiamo riversarci tutti nel cortile e studiare sulle panchine – afferma uno studente fuori corso – Personalmente, a casa non riesco a concentrarmi al contrario che in Facoltà. E se lo scorso anno sono riuscito a sostenere nove esami, è perché ho studiato qui, compresi i week end. Le giornate precedenti a quelle degli esami, andavo via alle 22!”. Effettivamente, c’è un buon afflusso nelle aule, divise in vari settori: alcuni dedicati allo studio di gruppo e altri allo studio singolo, dove regna il silenzio. “Questo posto ti fa venire voglia di studiare – afferma un altro studente che preferisce rimanere anonimo – perché non è solo una stanza con tavoli e sedie, ma un luogo con tante occasioni di confronto. Ora sto preparando l’esame di Istologia, avrei bisogno di trattenermi più tempo di sera perché in quelle ore riesco a studiare meglio, ma non mi è permesso”. “E’ un orario troppo restrittivo – afferma Claudio, iscritto al terzo anno – le aule dovrebbero rimanere aperte ventiquattro ore su ventiquattro, come in altri Paesi d’Europa. Si tratta di un servizio fondamentale per gli studenti!”.
Nei fine settimana, l’affluenza è minore, ma coloro che scelgono di sacrificare le giornate di festa per prepararsi agli esami dicono di riuscirsi a concentrare più facilmente. “L’anno scorso, – dice Alessandro, prossimo alla laurea – quando ero sotto esame, venivo anche di sabato e domenica. C’erano meno persone quindi riuscivo a studiare ancora meglio, nonostante l’assenza di condizionatori!”. Secondo Vincenzo, iscritto al quinto anno, “i giorni migliori per studiare sono proprio il sabato e la domenica”. “L’ex Preside prof. Giovanni Delrio – continua – aveva deciso un orario più permissivo, perché si rendeva conto dell’importanza di questo servizio. La scorsa estate ha anche destinato dei fondi per l’acquisto di testi”. Qualcuno commenta le recenti decisioni. “Sembra che la Presidenza voglia sempre più restringere spazi e servizi alla platea studentesca. Oltre alla limitazione dell’orario per l’accesso alle aule studio, c’è da dire che, quando saranno terminati i lavori del Dipartimento di Farmacologia, probabilmente perderemo anche un piccolo spazio (l’aula d’ingresso con due tavoli e dodici posti). Sempre in quest’ottica, i ragazzi del SISM non hanno più un’aula per riunirsi, mentre, fino all’anno scorso, utilizzavano uno spazio presso il Dipartimento di Biologia”. Le aule studio sono valutate ottimamente anche dagli specializzandi. “Per motivi familiari, ho interrotto gli studi per quasi cinque anni – afferma Silvio, giovane papà originario di San Giuseppe Vesuviano, laureatosi a ottobre, che studia per entrare alla Scuola di Specializzazione in Fisiatria – una volta tornato, ho sostenuto diciassette esami in due anni, grazie alla possibilità di studiare e confrontarmi con i colleghi conosciuti nelle aule studio. Ogni giorno, venivo dalle 7 del mattino e restavo fino alle 16 più o meno. Mi è servito tanto, anzi ringrazio i responsabili delle aule studio che riescono a mantenere l’ordine”. “A parte il cortile di S. Patrizia, non abbiamo spazi per riunirci, – sottolineano gli studenti – per parlare, fare politica universitaria, organizzare attività extra-didattiche. Si devono esclusivamente seguire i corsi e basta”. Alcuni avanzano una proposta: “Le aule-studio dovrebbero essere gestite da un gruppo di studenti. Di certo, funzionerebbero meglio perché è nell’interesse di tutti noi avere uno spazio dove studiare e confrontarsi”.
Maddalena Esposito
Nei fine settimana, l’affluenza è minore, ma coloro che scelgono di sacrificare le giornate di festa per prepararsi agli esami dicono di riuscirsi a concentrare più facilmente. “L’anno scorso, – dice Alessandro, prossimo alla laurea – quando ero sotto esame, venivo anche di sabato e domenica. C’erano meno persone quindi riuscivo a studiare ancora meglio, nonostante l’assenza di condizionatori!”. Secondo Vincenzo, iscritto al quinto anno, “i giorni migliori per studiare sono proprio il sabato e la domenica”. “L’ex Preside prof. Giovanni Delrio – continua – aveva deciso un orario più permissivo, perché si rendeva conto dell’importanza di questo servizio. La scorsa estate ha anche destinato dei fondi per l’acquisto di testi”. Qualcuno commenta le recenti decisioni. “Sembra che la Presidenza voglia sempre più restringere spazi e servizi alla platea studentesca. Oltre alla limitazione dell’orario per l’accesso alle aule studio, c’è da dire che, quando saranno terminati i lavori del Dipartimento di Farmacologia, probabilmente perderemo anche un piccolo spazio (l’aula d’ingresso con due tavoli e dodici posti). Sempre in quest’ottica, i ragazzi del SISM non hanno più un’aula per riunirsi, mentre, fino all’anno scorso, utilizzavano uno spazio presso il Dipartimento di Biologia”. Le aule studio sono valutate ottimamente anche dagli specializzandi. “Per motivi familiari, ho interrotto gli studi per quasi cinque anni – afferma Silvio, giovane papà originario di San Giuseppe Vesuviano, laureatosi a ottobre, che studia per entrare alla Scuola di Specializzazione in Fisiatria – una volta tornato, ho sostenuto diciassette esami in due anni, grazie alla possibilità di studiare e confrontarmi con i colleghi conosciuti nelle aule studio. Ogni giorno, venivo dalle 7 del mattino e restavo fino alle 16 più o meno. Mi è servito tanto, anzi ringrazio i responsabili delle aule studio che riescono a mantenere l’ordine”. “A parte il cortile di S. Patrizia, non abbiamo spazi per riunirci, – sottolineano gli studenti – per parlare, fare politica universitaria, organizzare attività extra-didattiche. Si devono esclusivamente seguire i corsi e basta”. Alcuni avanzano una proposta: “Le aule-studio dovrebbero essere gestite da un gruppo di studenti. Di certo, funzionerebbero meglio perché è nell’interesse di tutti noi avere uno spazio dove studiare e confrontarsi”.
Maddalena Esposito







