Pochi, affollati, sporchi o del tutto inagibili: sono i bagni della Facoltà di Lettere. La palma d’oro spetta in assoluto alla sede di via Marina. Dei bagni a disposizione per gli studenti di Lettere, tre sono chiusi e riservati ai docenti – quelli del 7°, 8° e 9° piano, con l’eccezione del 9° dove il personale del piano dà la chiave del bagno, personalmente e con grande dimostrazione di fiducia, agli studenti che ne fanno richiesta. Poi ci sono i bagni del secondo piano, caso clamoroso. Quelli dei maschi sono chiusi da circa un mesetto, con tanto di cartello fuori la porta. Quelli delle femmine sono aperti, ma adoperarli è un’avventura: non funziona la luce, a detta di alcune studentesse da quasi un anno, e per avere una qualche percezione visiva dell’ambiente bisogna aprire la porta di uno dei bagni che a sua volta ha una finestra. Il tutto con attrezzature igieniche ridotte, per essere generosi, ai minimi termini. Ultima tappa di via Marina, il seminterrato: bagni grandi e capienti, peccato per il livello di pulizia – l’odore che vi regna fa presagire che non è stata soltanto l’ultima pulizia ad essere saltata.
Migliore la situazione in via Porta di Massa, un po’ anche per la qualità, ma soprattutto per la quantità dei servizi igienici. Avere almeno un bagno disponibile ad ogni piano è già molto meglio. Peccato per la manutenzione: manca quasi sempre la carta e praticamente sempre il sapone. Sembrano quasi richieste pretenziose, da porre con un po’ di imbarazzo, quasi vergognandosi di sentirsi troppo esigenti, o con grande rassegnazione. Ma non si capisce perché, se in molte altre università italiane questo corto circuito tra personale delle pulizie, gestione dell’ateneo e non si sa quale altra componente prende una piega diversa, cioè semplicemente quella di un servizio funzionante.
La soluzione adottata invece nella sede centrale, quella di un unico bagno al piano terra, pure se criticata da molti studenti – non è proprio il massimo della comodità salire e scendere se si hanno corsi – non sarebbe di per sé un problema, anche perché ci si rende conto delle difficoltà che deriverebbero dall’insediare nuovi servizi in una struttura storica.
Ma almeno che quell’unico e affollatissimo bagno venisse tenuto pulito, senza doverne riconoscere la presenza a naso e, se non è chiedere troppo, fornito anche di sapone e di un asciugamano elettrico funzionante, che soprattutto d’inverno potrebbe rivelarsi utile.
Viola Sarnelli
Migliore la situazione in via Porta di Massa, un po’ anche per la qualità, ma soprattutto per la quantità dei servizi igienici. Avere almeno un bagno disponibile ad ogni piano è già molto meglio. Peccato per la manutenzione: manca quasi sempre la carta e praticamente sempre il sapone. Sembrano quasi richieste pretenziose, da porre con un po’ di imbarazzo, quasi vergognandosi di sentirsi troppo esigenti, o con grande rassegnazione. Ma non si capisce perché, se in molte altre università italiane questo corto circuito tra personale delle pulizie, gestione dell’ateneo e non si sa quale altra componente prende una piega diversa, cioè semplicemente quella di un servizio funzionante.
La soluzione adottata invece nella sede centrale, quella di un unico bagno al piano terra, pure se criticata da molti studenti – non è proprio il massimo della comodità salire e scendere se si hanno corsi – non sarebbe di per sé un problema, anche perché ci si rende conto delle difficoltà che deriverebbero dall’insediare nuovi servizi in una struttura storica.
Ma almeno che quell’unico e affollatissimo bagno venisse tenuto pulito, senza doverne riconoscere la presenza a naso e, se non è chiedere troppo, fornito anche di sapone e di un asciugamano elettrico funzionante, che soprattutto d’inverno potrebbe rivelarsi utile.
Viola Sarnelli