Bagni sporchi a Palazzo Corigliano

Bagni sporchi ed aule troppo piccole: le più frequenti lamentele degli studenti. L’inadeguatezza degli spazi è segnalata anche da chi segue lingue meno gettonate. Ad esempio, Alessia Annunziata, studentessa al primo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate, fa notare: “siamo una trentina a seguire Coreano, eppure stiamo stretti. Le aule che ci hanno assegnato – la 1, 2 e 3 al primo piano di Palazzo Corigliano – non sono abbastanza capienti”. Alessia segue anche Inglese con il prof. Luigi Ferrara. Il docente ha sottoposto ai suoi studenti, il 14 novembre, un test di valutazione per misurarne le competenze linguistiche in ingresso. “Io non l’ho sostenuto – continua Alessia – perché non sono riuscita a trovare gli orari su internet e sono arrivata tardi”. Rosa Perna, invece, che ha svolto il test, commenta: “non era troppo difficile. Erano una cinquantina di domande a risposta multipla e aperta più una composizione in cui veniva richiesto al massimo l’uso di 100 parole. Io sono finita nel primo gruppo, quello dei principianti. Secondo me non è giusta questa divisione. Al momento del test contano molto anche la fortuna e l’emozione”. Rosa ha 21 anni, è iscritta al primo anno del Corso di Laurea in Lingue, Lettere e Culture comparate, prima studiava Chimica alla Federico II. “Mi sono diplomata come perito chimico, per questo pensavo di dover continuare quella strada. Poi ho capito che non faceva per me. Certo, all’Orientale c’è più disorganizzazione ma gli insegnamenti sono più interessanti”, dice. 
A Cinese, la 
“corsa dei caproni”
Anche Roberta Caraviello è una “nuova leva”. Studia Cinese e Inglese e lunedì ha sostenuto il test del prof. Ferrara. “A causa della mia scarsa conoscenza della grammatica sono finita nel primo gruppo – spiega – Secondo me è giusto che il docente ci divida a seconda dei livelli di preparazione”. “La corsa dei caproni”, è questa la definizione che Roberta dà delle lunghe file che si creano prima del corso di Cinese per poter prendere posto. “Alla fine non è grande problema, se riesci a sederti davanti puoi seguire bene”. I corsi che si accavallano sono invece una difficoltà. “Dovrò studiare il programma da non frequentanti per l’esame di Storia moderna della prof.ssa Michèle Benaiteau perché i suoi orari coincidono con quelli di lingua inglese”. Cecilia Lupoli, studentessa al terzo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate – “la mia classe di laurea è L10, corrisponde al vecchio percorso di Lettere moderne solo che io ho dovuto sostenere un esame di lingua” – quest’anno ha avuto problemi con il piano di studi perchè si è vista sparire gli insegnamenti di Storia e critica del cinema del prof. Valerio Caprara e Storia del teatro e dello spettacolo della prof.ssa Valeria Merola. “Io studio recitazione e avevo scelto di frequentare quei corsi perché veramente potevano essermi utili. Mi sono accorta oggi che non ci sono più e adesso non so con cosa sostituirli”. 
Discipline 
soppresse
Lo stesso problema ha dovuto affrontare Francesco, studente al secondo anno di Lingue e culture orientali e africane. “Hanno soppresso il corso di Storia della Cina senza nemmeno avvisarci. Per me che studio Giapponese, Cinese e Inglese, era uno dei corsi fondamentali”. Ma questa non è l’unica cosa che rende scontento Francesco. “Palazzo Corigliano è la sede più fatiscente tra tutte quelle dell’Orientale. I bagni, tutti in comune tra uomini e donne, sono sporchi e mancano sempre sapone e carta igienica. Vorrei inviare un’e-mail di protesta alla Presidenza. In più, puntualmente entrano persone che non sono iscritte all’università e che creano disturbo all’interno del cortile. A questo punto mi chiedo a cosa servono i vigilantes”. Ha qualcosa da dire anche sugli appelli di Lingue: “Da giugno a settembre abbiamo solo due date per sostenere lo scritto, poi c’è la sessione straordinaria di febbraio. Vorrei proprio sapere come deve fare una persona che, come me, studia tre idiomi diversi…”. Francesco non ha nulla da dire, però, sui docenti: “ad Inglese II c’è il prof. Fiorenzo Iuliano che è a dir poco perfetto. Fa lezione per 10 ore la settimana e due le dedica interamente ai ragazzi che hanno delle lacune da colmare. La prof.ssa Valeria Varriano di Cinese I ha un ottimo metodo di insegnamento. Fa sostenere, nel corso dell’anno, tre prove intercorso. Se si superano, si evita la prova scritta”. 
Pienone a 
Giapponese
Un’altra grande difficoltà che affligge gli studenti sono i tempi da dedicare allo studio. “Se seguo dalle otto di mattina fino alle sei di sera come faccio a studiare?”. È questo che si chiedono Chiara, Giovanni e Roberto. Roberto, iscritto al secondo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate, studia Giapponese e Russo. “Siamo persone che amano molto studiare, solo che non ce ne danno la possibilità. I corsi si accavallano, le aule sono sempre piene. Prendiamo ad esempio le lezioni di Giapponese. Io seguo con il prof. Junichi Oue e posso affermare che, per la condizione in cui siamo ora, se ascoltassi dei file audio e facessi gli esercizi a casa sarebbe la stessa cosa. Seguo solo perché ho pagato le tasse”. Anche Chiara e Giovanni sono al secondo anno e studiano Giapponese e Inglese: “I nostri due corsi di lingua si accavallano. In più, siamo al mese di novembre e ancora non abbiamo un docente per Lingua inglese II. Per adesso seguiamo solo la lettrice, la prof.ssa Pierce”. Ad aggravare la situazione, i trasporti, in particolar modo la vertenza in atto alla Circumvesuviana. “Sono di Castellammare – spiega Federica, ventenne che studia Arabo e Francese – Prima con la Vesuviana avevo più possibilità di spostarmi, adesso con gli autobus è tutto più difficile”. La studentessa segnala aule affollate anche ad Arabo. “Siamo una settantina a seguire Arabo II con la prof.ssa Oriana Capezio. All’inizio ci era stata assegnata l’aula 3.4 a Palazzo Giusso. Poi la docente ne ha chiesta un’altra. Adesso seguiamo nella 3.1, così almeno riusciamo a scrivere”. Un altro problema per Federica è Islamistica con il prof. Roberto Tottoli: “si accavalla praticamente con tutti gli altri corsi, eppure per me sarebbe importante da seguire”. Una storia particolare è quella di Martina, studentessa al terzo anno di Lingue, Lettere e Culture comparate, classe L10. “Secondo il mio piano di studi, avrei dovuto seguire un’annualità di una lingua, per poi sostenere l’esame da 12 crediti. L’anno scorso scelsi Francese e mi rivolsi alla docente, la prof.ssa Paola Coia, per capire come integrare il programma, visto che normalmente è da 8 crediti. La docente mi riferì che avrei dovuto sostenere due esami da 6 crediti e che sarebbero stati i corrispondenti di Lingua francese I e II. Ricorsi alla segreteria per protestare ma la decisione spettava alla docente. Alla fine non sostenni più l’esame. Sono riuscita a risolvere il problema solo quest’anno grazie alla nuova docente, la prof.ssa Emilia Surmonte”.
Marilena Passaretti
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