Biotecnologie incontra la scuola

Un progetto interamente locale che vede sottobraccio la Facoltà di Scienze Biotecnologiche e le scuole superiori campane. Lo scopo: raccontare quella che viene considerata la nuova ‘rivoluzione del mondo scientifico’ datata 2002, anno della mappatura del genoma umano.
Il progetto ‘Le Biotecnologie per la Scuola’, nato da un’idea del Preside Gennaro Marino, patrocinato dall’Ufficio Scolastico della Campania e dall’Assessorato regionale all’Istruzione Formazione e Lavoro, ha chiuso la sua prima edizione il 16 dicembre al Centro Congressi di Monte Sant’Angelo.
“Sentivo l’esigenza di interagire con studenti e docenti medi per realizzare un percorso fatto di scambi di idee, di conoscenze e  di metodologie didattiche  per raccontare la ‘rivoluzione del mondo scientifico’. Una svolta che risale già agli anni ’80, quando si è capito che i geni di un organismo potevano essere usati in un altro, come è stato per la produzione dell’insulina –spiega il Preside Marino- Oggi questo percorso ha prodotto centinaia di biofarmaci, tutti figli delle biotecnologie. Così per le biotecnologie industriali, alimentari o mediche. In futuro, gli OGM diventeranno sempre più indispensabili e sarà il mercato ad imporceli. E’ un preciso dovere degli insegnanti trasferire agli studenti tutte le potenzialità di questa scienza ed è nostro compito fornire ai docenti medi la giusta visione e l’aggiornamento delle nuove modalità didattiche”. Aggiunge il prof. Vincenzo De Simone, docente di Biologia Molecolare, “i più grandi centri di ricerca del mondo stanno curando sempre di più i loro rapporti con le università, con una grossa ricaduta anche nel mondo della scuola che noi non possiamo ignorare”.
Il progetto va molto oltre il semplice orientamento: non solo fornisce ai docenti delle scuole superiori gli strumenti per avviare l’insegnamento dei rudimenti di questa disciplina già dagli ultimi anni di corso, ma consente ai ragazzi  di vivere una esperienza diretta nei laboratori della Facoltà. L’invito del Preside Marino è stato raccolto davvero con tanta passione ed interesse nel mondo della scuola. Tant’è che sono stati coinvolti- fa notare il prof. Giovanni Ianniruberto, coordinatore del progetto per la Facoltà federiciana-  114 docenti di 45 scuole campane, in maggioranza napoletane anche per motivi logistici, 60 studenti di 25 istituti scolastici, per la maggior parte licei scientifici. In un anno sono stati svolti cinque corsi di aggiornamento di dodici ore per i docenti medi su diverse tematiche delle biotecnologie, tenuti da undici professori della Facoltà. Lezioni mostrate in slides dal prof. Giuseppe Castaldo, Presidente del Corso di Laurea in Biotecnologie della Salute. A novembre è partita, poi, la seconda fase dell’iniziativa che ha previsto stage di 15 ore nei laboratori della Facoltà per sessanta studenti: i ragazzi, divisi in gruppi di due o tre, sono stati seguiti in semplici esperimenti da diversi dottorandi e da 24 docenti di Biotecnologie. Al termine dello stage, gli studenti hanno anche prodotto una tesina che potranno esporre durante l’Esame di Stato.
“Due mondi si sono incontrati e hanno lavorato insieme.-  commenta soddisfatta Alessandra Monda, della Direzione Scolastica Regionale- Per me è significato la scoperta della realtà universitaria che non conoscevo così bene, e dove, a volte, bisogna scontrarsi con i meandri di una lenta burocrazia. Ma con la  passione si riescono a superare tutti gli ostacoli”. Monda aggiunge: “si è deciso di fare aggiornamento ai docenti perché essendo discipline nuove è normale che i colleghi non le abbiano nel loro curriculum. Per i ragazzi è utile perché impattano con problemi reali e hanno modo di approfondire e capire qual è la loro vocazione”. “Ho aderito a questa iniziativa- racconta il prof. Pietro Di  Maio, dell’ITIS ‘Focaccia’ di Salerno – perché credo che bisogna portare sempre all’attenzione dei giovani l’ultima novità, cosa si può costruire. Bisogna insegnar loro  a ‘volare alto’”.
Soddisfatti anche gli studenti che, come ricercatori ‘ante litteram’, hanno lavorato in un vero laboratorio universitario. “Durante questo stage ci siamo trovati alle prese con nuovi strumenti, nuove tecnologie, nuove metodologie di cui ignoravamo l’esistenza: è stata un’esperienza interessante. Mi piacerebbe continuare questo tipo di studi”, commenta Antonio Conte dell’Istituto Tecnico ‘Giordani’ di Napoli. “Un’esperienza unica” per Ciro Boffi, Liceo Scientifico ‘Cuoco’ di Napoli che dice: “ho potuto svolgere attività laboratoriale che a scuola viene solo accennata: questo stage ha allargato i miei orizzonti!”. “E’ stato affascinante vedere con i miei occhi- aggiunge Ilenia Diessia, Liceo Scientifico ‘Vittorini’ di Napoli- quello di cui siamo fatti e la materializzazione di quelle che prima erano solo immagini astratte sui libri di scuola”. Molti degli studenti che hanno svolto lo stage pensano di iscriversi a Biotecnologie. Speranza Sinigalli, liceo Scientifico ‘De Boltis’ di Torre del Greco, dice: “quella della Facoltà è una scelta spesso istintuale  e non motivata. Questo stage, invece, mi consentirà di scegliere con consapevolezza”.
Visto il successo dell’iniziativa, già si pensa alla seconda edizione. Sulla scia delle indicazioni emerse dai questionari valutativi distribuiti ai docenti al termine dei corsi di aggiornamento, sarà riveduta e corretta. “Abbiamo un’anima da docenti, ma anche da sperimentatori- afferma la prof.ssa Renata Piccoli, Presidente del Corso di Laurea in Biotecnologie Biomolecolari e Industriali- ed è con quest’animo che abbiamo intrapreso questo progetto. Per questo abbiamo accolto tutti i commenti e cercheremo di fare meglio”. Da marzo a maggio 2009 partiranno, quindi, nuovi corsi di 18 ore e in serie, non parallelo, in modo da offrire la possibilità di seguire più di un corso. Come richiesto partiranno, inoltre, anche i corsi in Biotecnologie Alimentari, Biotecnologie Medico-farmaceutiche e Biotecnologie Ambientali. Tra ottobre e novembre, si svolgeranno gli stage di 15 ore per gli studenti.
Valentina Orellana
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