Biotecnologie Industriali, la nuova scommessa del Parthenope

Biotecnologie Industriali, la nuova scommessa dell’Università Parthenope. “Abbiamo sempre avuto dei Corsi di Laurea molto interessanti e validi – ha detto il prof. Raffaele Santamaria, Preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie in occasione della cerimonia di presentazione del Corso il 1° giugno presso la sede di Villa Doria d’Angri- ed anche dal prossimo anno continueremo su questa positivissima tendenza”. Per il Preside sono due i motivi alla base dell’attivazione del nuovo Corso: “il primo, lo potrei considerare un dato interno, data la totale fiducia di tutte le componenti dell’Ateneo, Rettore in testa, nel promuovere e sviluppare questa nuova missione. Il secondo, invece, è da considerare come un fattore esterno, dovuto al favore del pubblico, degli studenti. Questo nuovo Corso, infatti, sarà ben presto un punto di riferimento per i ragazzi, in virtù della grande specificità del settore e degli argomenti trattati. Un valore unico, che sicuramente ci aiuterà a combattere la concorrenza degli altri istituti universitari. Un progetto che ha, anche, dei risvolti economici interessantissimi, che sono all’ordine del giorno in molti paesi del mondo”. “Proprio per questo- ha concluso il Preside Santamaria- ho totale fiducia in questo Corso. Riusciremo ad affermare il nostro nome sia a livello internazionale, data la valenza dei temi trattati, sia a livello nazionale, viste le tante sinergie che potremmo allacciare con molte realtà imprenditoriali, specie al sud”. 
Una presentazione in pompa magna, quindi, che rispecchia gli obiettivi che il progetto intende perseguire. Biotecnologie Industriali ed Alimentari è uno dei Corsi in ambito scientifico più interessanti in prospettiva futura. Nei prossimi anni, infatti, l’industria delle biotecnologie diventerà la principale forza innovatrice ad alta tecnologia dell’intero comparto delle scienze della vita. L’obiettivo principale è quello di preparare nuovi laureati in grado di interagire con la realtà economica e produttiva del settore agro-alimentare e della ricerca scientifica. Grande enfasi verrà posta sui problemi legati all’utilizzo di tecnologie biologiche per ridurre l’impatto ambientale di prodotti e processi e alla trasformazione delle biomasse di scarto in prodotti utili. 
Alla presentazione del Corso erano presenti numerose personalità di spicco del settore biotecnologico. “Abbiamo voluto con tutte le nostre forze questo Corso – ha detto il Rettore Gennaro Ferrara- nella speranza, sempre più concreta, di aprirci a nuove frontiere e far nascere nuove figure di eccellenza in campo professionale. La nostra università si è sempre distinta da questo punto di vista, basti dare un’occhiata ai dati Istat che vedono il 60% dei nostri studenti trovare lavoro ad un anno dal conseguimento della laurea. Il nostro obiettivo, quindi, è mantenere questa tendenza e, fin quando è possibile, tentare sempre di migliorarla”. 
Dumontet: 
“daremo basi per un sicuro avvenire”
I punti forti di questa nuova scommessa della Parthenope sono stati illustrati dal prof. Stefano Dumontet del Dipartimento di Scienze per l’Ambiente. “Daremo ai nostri studenti delle basi culturali e professionali di sicuro avvenire. Non a caso, infatti, la biotecnologia industriale altro non è che l’uso moderno della biotecnologia per la produzione sostenibile di prodotti e materiali. Produzione e sviluppo sostenibile sono i motori trainanti di questo progetto. Noi non vogliamo parlare di un’industrializzazione dell’agricoltura, ma di un’industria agricolturizzata  che sappia valorizzare le risorse, sviluppare il territorio, prevalentemente il nostro territorio, e che, di conseguenza, possa offrire ottime possibilità dal punto di vista professionale”. Molti, infatti, gli sbocchi occupazionali previsti dal Corso che spaziano dalla ricerca, nell’applicazione di metodologie per l’innovazione ed il controllo degli alimenti, all’impresa, con settori in forte ascesa come quelli del packaging o della gestione dei prodotti. Molti, anche, gli interventi a favore di questo nuovo progetto. “La trasformazione industriale interessa il 70% dell’industria alimentare – ha detto la dott.ssa Barbara Nicolaus, dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR- Spesso, però, tale trasformazione è mal gestita, provocando seri danni all’ambiente. L’obiettivo di questo Corso, quindi, è anche quello di preparare gli studenti a considerare la lavorazione di questi scarti come una risorsa e non come un danno”. Per illustrare la sua tesi, la Nicolaus ha descritto un progetto a cui il CNR sta lavorando da tempo: l’uso degli scarti della lavorazione industriale del pomodoro, come fonte biologica di sostanze bioattive. “Grazie a questo progetto abbiamo scoperto che con una lavorazione di 50mila tonnellate di scarti di pomodoro è possibile ricavare ben 5 tonnellate di Licopene, una sostanza difficilissima da produrre, costosa – si aggira sui 50mila euro al chilo- ed utilissima. Il Licopene, infatti, è fondamentale nella maggior parte dei prodotti di bellezza, dai profumi, alle creme e così via. Ecco, quindi, cosa vuol dire lavorare alla trasformazione industriale di un prodotto e mantenerlo vivo ed utile”. Anche per Vito Amendolara, Direttore della Coldiretti Campania, il nuovo Corso di Laurea rappresenta una buona occasione di sviluppo. “Siamo al cospetto di un qualcosa di innovativo che segnerà la prossima frontiera del sapere e del lavoro. L’intera riforma agricola comunitaria si lega ai temi delle biotecnologie. Una parola di cui la società del domani non potrà far a meno per un miglior e maggior consumo, per la tutela del cittadino consumatore e, in definitiva, per un totale miglioramento della qualità della vita”. Giudizio condiviso, anche, da Pancrazio Annibale, Vice presidente dell’Anicav Campania, che aggiunge: “la nostra associazione comprende 460 piccole e medie imprese agroalimentari. Tutte hanno una sola esigenza, quella di sapersi innovare e rinnovare. Oggi potranno contare sull’apporto del mondo scientifico e universitario. Questo nuovo Corso potrà sicuramente dare un nuovo impulso al settore industriale”. Un impulso che potrà essere dato anche al settore della ricerca, così come afferma in chiusura il dott. Emanuele Fiore del CNR: “progetti come questo possono realmente fungere da collegamento efficiente ed efficace tra i gruppi di ricerca e le imprese, contribuendo al loro sviluppo e al potenziamento del territorio”. 
Per maggiori informazioni sul Corso, organizzato in svariati indirizzi – da quello fisico-chimico ed ecologico, a quello giuridico ed economico- si può consultare il sito www. scienzeetecnologie.uniparthenope. it 
Gianluca Tantillo
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