La Facoltà di Scienze Biotecnologiche ha una limitata disponibilità di aule. Tuttavia gli spazi della Tensostruttura sono deserti nella prima metà del mese e affollati nella seconda. Durante le ultime due settimane di gennaio tutte le aule erano quotidianamente impegnate per lo svolgimento degli esami. Il silenzio ha regnato nella Tensostruttura nei primi giorni di febbraio, mentre da lunedì 14 gli appelli sono ricominciati a pieno ritmo. “Quest’anno abbiamo concentrato gli esami nella seconda metà del mese per distanziare le date del primo e del secondo appello e garantire ai laureandi di usufruire della seduta di marzo – afferma il Preside Gennaro Piccialli – Come sempre si tratta di una decisione assunta assieme agli studenti. Cerchiamo di venire incontro alle loro esigenze che però, a volte, possono apparire contrastanti. Il problema aule verrà risolto con l’ultimazione della nuova struttura”.
Nonostante le agitazioni correlate ai provvedimenti previsti dalla riforma Gelmini, il secondo ciclo di lezioni inizierà regolarmente durante la prima settimana di marzo. Non è un risultato da poco in una Facoltà in cui il 60 per cento dei docenti è composto da ricercatori. “Ci siamo riusciti grazie al grosso senso di responsabilità dei ricercatori della Facoltà. Alcuni di loro su base volontaria, altri accettando un minimo contributo, svolgeranno le docenze del secondo semestre – riferisce il Preside – Sia le motivazioni dei ricercatori, sia quelle degli studenti necessitavano di attenzione. I ricercatori hanno ragione nel presentare le loro problematiche ma bisogna comunque preservare il diritto degli iscritti a frequentare le lezioni. A differenza di quanto avvenuto in altre Facoltà, il problema si è presto risolto ricorrendo alla buona abitudine di collaborare discutendo soluzioni da attuare nel rispetto della legge”.
Prosegue il monitoraggio delle carriere degli studenti. Se ne sta occupando personalmente il Preside. Particolare interesse destano i dati relativi agli iscritti al primo anno i quali, dopo aver pagato le tasse, abbandonano la Facoltà senza sostenere alcun esame. Nel maggio 2009 è emerso che il 20 per cento degli immatricolati dell’anno precedente non avevano superato alcuna prova. “Mi sembra che negli ultimi due anni gli iscritti siano più motivati, perciò me la sento di anticipare che gli abbandoni non sono aumentati – rileva il Preside – Gli studenti sono più selezionati perché è aumentata la pressione in ingresso”. All’ultimo test di accesso alla Facoltà si è, infatti, registrato un forte incremento del numero dei partecipanti. Le richieste nel 2010 sono state 300 in più dell’anno precedente: 982 candidati per 375 posti messi a disposizione al Corso in Biotecnologie per la Salute. I dati sull’andamento degli studi degli iscritti verranno resi pubblici a marzo. Negli anni precedenti, sulla base del monitoraggio, si verificava l’opportunità di organizzare corsi di recupero nelle materie in cui gli studenti avevano incontrato maggiori difficoltà: “Nell’eventualità in cui riscontrassimo delle carenze significative, cercheremo di attivare dei corsi integrativi da svolgersi tra aprile e maggio. Tuttavia, organizzarli non sarà affatto semplice perché ormai con la legge Gelmini diventa complicato fare dei contratti di docenza ad hoc”. Il Preside ribadisce l’importanza delle operazioni di raccolta di dati statistici che fotografino l’operato di studenti e docenti: “La Facoltà di Scienze Biotecnologiche da anni si sta impegnando in tal senso ma si sente l’esigenza di una forte struttura didattica di Ateneo che collezioni ed elabori i dati relativi alle singole Facoltà”.
Manuela Pitterà
Nonostante le agitazioni correlate ai provvedimenti previsti dalla riforma Gelmini, il secondo ciclo di lezioni inizierà regolarmente durante la prima settimana di marzo. Non è un risultato da poco in una Facoltà in cui il 60 per cento dei docenti è composto da ricercatori. “Ci siamo riusciti grazie al grosso senso di responsabilità dei ricercatori della Facoltà. Alcuni di loro su base volontaria, altri accettando un minimo contributo, svolgeranno le docenze del secondo semestre – riferisce il Preside – Sia le motivazioni dei ricercatori, sia quelle degli studenti necessitavano di attenzione. I ricercatori hanno ragione nel presentare le loro problematiche ma bisogna comunque preservare il diritto degli iscritti a frequentare le lezioni. A differenza di quanto avvenuto in altre Facoltà, il problema si è presto risolto ricorrendo alla buona abitudine di collaborare discutendo soluzioni da attuare nel rispetto della legge”.
Prosegue il monitoraggio delle carriere degli studenti. Se ne sta occupando personalmente il Preside. Particolare interesse destano i dati relativi agli iscritti al primo anno i quali, dopo aver pagato le tasse, abbandonano la Facoltà senza sostenere alcun esame. Nel maggio 2009 è emerso che il 20 per cento degli immatricolati dell’anno precedente non avevano superato alcuna prova. “Mi sembra che negli ultimi due anni gli iscritti siano più motivati, perciò me la sento di anticipare che gli abbandoni non sono aumentati – rileva il Preside – Gli studenti sono più selezionati perché è aumentata la pressione in ingresso”. All’ultimo test di accesso alla Facoltà si è, infatti, registrato un forte incremento del numero dei partecipanti. Le richieste nel 2010 sono state 300 in più dell’anno precedente: 982 candidati per 375 posti messi a disposizione al Corso in Biotecnologie per la Salute. I dati sull’andamento degli studi degli iscritti verranno resi pubblici a marzo. Negli anni precedenti, sulla base del monitoraggio, si verificava l’opportunità di organizzare corsi di recupero nelle materie in cui gli studenti avevano incontrato maggiori difficoltà: “Nell’eventualità in cui riscontrassimo delle carenze significative, cercheremo di attivare dei corsi integrativi da svolgersi tra aprile e maggio. Tuttavia, organizzarli non sarà affatto semplice perché ormai con la legge Gelmini diventa complicato fare dei contratti di docenza ad hoc”. Il Preside ribadisce l’importanza delle operazioni di raccolta di dati statistici che fotografino l’operato di studenti e docenti: “La Facoltà di Scienze Biotecnologiche da anni si sta impegnando in tal senso ma si sente l’esigenza di una forte struttura didattica di Ateneo che collezioni ed elabori i dati relativi alle singole Facoltà”.
Manuela Pitterà