Prima erano due esami separati. Con l’introduzione dell’ultima riforma sono stati fusi diventando moduli (Propagazione Guidata e Campi Elettromagnetici) da 6 crediti ciascuno, di uno stesso insegnamento, denominato Campi Elettromagnetici e Circuiti che si affronta al secondo anno dei Corsi di Laurea in Telecomunicazioni, Elettronica e Biomedica. Propagazione, illustra Dario Omaggio, studente Magistrale di Ingegneria Elettronica, “è incentrato sulla risoluzione delle equazioni fondamentali dell’elettromagnetismo e affronta i problemi della generazione, dell’adattamento e della potenza del segnale, caratterizzando ogni linea e tipologia d’onda che viaggia attraverso dei canali o delle guide d’onda. La matematica è impegnativa ma non è trascendentale. Si tratta, in pratica, delle cose studiate in Analisi e Metodi Matematici”. Le equazioni, però, cambiano con le strutture ed il modulo di Campi Elettromagnetici studia la propagazione nello spazio libero, “più complicata, ma certamente più affascinante. Risponde ad alcune curiosità, in modo rigoroso”, sottolinea Davide Zaccaria, stesso Corso di Laurea.
Tutti gli studenti intervistati confermano una triste leggenda: lo scritto si può ripetere anche molte volte. “Propagazione l’ho fatto quattro volte. Campi Elettromagnetici, che sto studiando adesso, alcuni miei amici l’hanno sostenuto anche una decina di volte”, racconta Paolo Luongo, studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni che ha seguito il corso quattro anni fa: “allora c’era, in parallelo, un laboratorio da tre crediti che mostrava le applicazioni della teoria studiata. Senza ombra di dubbio, si tratta di argomenti interessanti, ma le prove scritte sono davvero ostiche, quasi nessuno le supera”. “Lo scritto è fastidioso, oserei dire ‘fetente’ – dice senza mezzi termini Francesco Cominale di Ingegneria Elettronica – Basta trascrivere male anche un solo segno per ritrovarsi un esercizio totalmente diverso. Non si applicano formule fini a se stesse, la risoluzione dei problemi si basa su una conoscenza profonda della teoria. A volte, per evitare tanti calcoli laboriosi, è sufficiente applicare un semplice ragionamento fisico, estremamente aderente alle conoscenze teoriche”. “Richiede una conoscenza molto radicata di Metodi Matematici, Elettrotecnica e Introduzione ai Circuiti. È anche utile studiare le prove del passato”, sostiene Santolo Pedone di Ingegneria Elettronica. Silvio Salomone si è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni in tre anni ed una sessione, ma anche lui ha sostenuto lo scritto di Campi Elettromagnetici otto volte: “non sai mai cosa ti può capitare. Lo scritto richiede una maturità di approccio e conoscenze tali da essere in grado di trattare anche argomenti mai affrontati. È interessante perché fa ragionare sullo spazio e sulla sua modellizzazione, ma basta modificare l’orientamento di un’antenna per ritrovarsi in un sistema completamente diverso. Per questo bisogna conoscere benissimo i numeri complessi”. I professori, suggerisce, “potrebbero venirci incontro semplicemente mettendo a disposizione le prove del passato già svolte”.
Simona Pasquale
Tutti gli studenti intervistati confermano una triste leggenda: lo scritto si può ripetere anche molte volte. “Propagazione l’ho fatto quattro volte. Campi Elettromagnetici, che sto studiando adesso, alcuni miei amici l’hanno sostenuto anche una decina di volte”, racconta Paolo Luongo, studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni che ha seguito il corso quattro anni fa: “allora c’era, in parallelo, un laboratorio da tre crediti che mostrava le applicazioni della teoria studiata. Senza ombra di dubbio, si tratta di argomenti interessanti, ma le prove scritte sono davvero ostiche, quasi nessuno le supera”. “Lo scritto è fastidioso, oserei dire ‘fetente’ – dice senza mezzi termini Francesco Cominale di Ingegneria Elettronica – Basta trascrivere male anche un solo segno per ritrovarsi un esercizio totalmente diverso. Non si applicano formule fini a se stesse, la risoluzione dei problemi si basa su una conoscenza profonda della teoria. A volte, per evitare tanti calcoli laboriosi, è sufficiente applicare un semplice ragionamento fisico, estremamente aderente alle conoscenze teoriche”. “Richiede una conoscenza molto radicata di Metodi Matematici, Elettrotecnica e Introduzione ai Circuiti. È anche utile studiare le prove del passato”, sostiene Santolo Pedone di Ingegneria Elettronica. Silvio Salomone si è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni in tre anni ed una sessione, ma anche lui ha sostenuto lo scritto di Campi Elettromagnetici otto volte: “non sai mai cosa ti può capitare. Lo scritto richiede una maturità di approccio e conoscenze tali da essere in grado di trattare anche argomenti mai affrontati. È interessante perché fa ragionare sullo spazio e sulla sua modellizzazione, ma basta modificare l’orientamento di un’antenna per ritrovarsi in un sistema completamente diverso. Per questo bisogna conoscere benissimo i numeri complessi”. I professori, suggerisce, “potrebbero venirci incontro semplicemente mettendo a disposizione le prove del passato già svolte”.
Simona Pasquale