“Ciascuno ha un talento, il proprio. Il mio talento era la passione, unita ad una valutazione sulla spendibilità del titolo, ma tenete presente che quella universitaria non è una scelta definitiva, gli scenari cambiano così rapidamente e la competizione è talmente forte che si possono trovare anche sbocchi differenti”. È il consiglio di Carlo Conchiglia, 37 anni, laureato Magistrale a pieni voti in Ingegneria Gestionale. Terminato l’Istituto Tecnico Industriale ad indirizzo elettronico, subisce per breve tempo il fascino degli studi in Fisica, ma opta per questo settore, allora emergente, dell’Ingegneria. Dopo la laurea trova subito lavoro alla Siemens, prima come progettista, poi nel campo della logistica, dove incontra dei consulenti dell’Accenture, società per la quale lavora da dieci anni, dirigendo progetti internazionali nel settore delle telecomunicazioni. “Sottovalutare se stessi è un rischio che si può correre all’inizio. Per superare le insicurezze su Ingegneria mi sono messo alla prova con l’esame più difficile, Fisica Generale. Quando l’ho superato al primo appello, ho capito che ce la potevo fare, che la voglia di farcela e la passione per le scoperte ed i segreti del mondo contano più di tutto”. L’Erasmus è una opportunità della quale approfittare: “i sei mesi trascorsi in Galles sono valsi come tre anni di università. Ho capito come si lavora e quali sono gli approcci in altri paesi. All’università di Cardiff, c’era un intero laboratorio attrezzato con postazioni aperte agli studenti, sulle quali era installata la versione, due volte più aggiornata, del software in uso alla FIAT, che al nostro Dipartimento era su un solo computer, al quale avevano accesso solo il professore ed il suo assistente. Come un privilegio”. Nonostante la fatica degli studi, è importante cercare altre occasioni di formazione e collaborazione: “È un investimento che, con il tempo, ritorna, perché aiuta a distinguersi dagli altri”.