Cattedre: quattro docenti per materia e rotazione biennale

Rotazione delle cattedre: passa la proposta Marrelli. Ci saranno quattro cattedre per ciascuna delle discipline obbligatorie caratterizzanti. L’attribuzione all’una od all’altra sarà fatta in base all’iniziale del cognome dello studente; ruotano ogni due anni. Sulle materie specialistiche resta invece sovrana la scelta degli studenti. Lo ha deciso il Consiglio di Facoltà del 31 a larga maggioranza, ma in aula il dibattito è stato quantomai sofferto ed i pareri molto più variegati di quanto dicano i numeri della votazione finale. Eppure, il Preside si presenta in Consiglio forte dell’appoggio degli studenti, i rappresentanti dei quali avevano trovato, insieme a lui, un punto di equilibrio nella proposta di rotazione biennale. Per sottolineare l’esigenza di razionalizzare il sistema, Marrelli cita un dato: “l’80% del mio primo anno alla presidenza l’ho trascorso a risolvere il quesito: questo studente l’esame con chi lo deve fare? Per questo abbiamo elaborato, con i rappresentanti degli studenti, la proposta. Quattro docenti per materia e rotazione biennale. E’ un fatto che non tutti i docenti sono uguali: ciascuno di noi ha una diversa capacità comunicativa ed una differente attitudine a relazionarsi con gli studenti”. Perplessità da parte del professor Riccardo Viganò, giovane docente di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda. “Vedo una contraddizione tra gli sforzi che facciamo per esortare gli studenti a laurearsi in tempo e l’illusione che diamo loro di aspettare due anni per affrontare l’esame con un professore che reputano più abbordabile”. Replica il preside: “si, ma a chi aspetta togliamo il bonus di punteggio di laurea legato appunto alla celerità degli studi”. Ugo Marani, ordinario di Politica economica, allarga il discorso: “il problema vero è che noi non riusciamo ad uniformare i programmi e le modalità di insegnamento. Se così fosse, potremmo arrivare alla situazione ottimale: i docenti di una materia tengono gli esami lo stesso giorno e gli studenti sono affidati a sorteggio all’una od all’altra commissione”. Gennaro Biondi, docente di Geografia economica, propone, al contrario, una differenziazione dei contenuti, nell’ambito degli stessi insegnamenti, tra cattedre diverse: “articolando l’offerta gli studenti sceglieranno non più il docente, magari quello che ritengono più abbordabile, ma i contenuti”. 
Sciarelli:
“liberalizziamo”
Ancora Marrelli: “questa è una cosa che affronteremo con la riforma, con il nuovo ordinamento. In ogni caso, almeno per i 12 insegnamenti obbligatori, una certa uniformità dei contenuti è ineliminabile”. Il professor Sergio Sciarelli, docente di Economia e gestione delle imprese, lancia una proposta choc. “Io sono per la totale liberalizzazione. Ogni studente sceglie, in piena autonomia, il professore al quale farà riferimento per quel determinato corso”. Interessante la motivazione: “se noi abbiamo sbagliato a scegliere alcuni docenti è ingiusto che gli errori ricadano sugli studenti. I professori li abbiamo scelti noi; forse, in alcuni casi, avremmo dovuto essere più oculati”. Prosegue: “non è detto che lo studente opterà sempre per la cattedra che reputa più semplice”. Replica Marrelli: “il progetto di rotazione non nasce dal fatto che ci siano docenti più o meno bravi. Solo che, lo sappiamo tutti, diverso è il taglio che ciascuno di noi può dare ad un corso. Capisco che la pillola possa risultarvi sgradita, ma è l’unica che abbiamo per razionalizzare il sistema”. La proposta Sciarelli non convince Ugo Majello, ordinario di Diritto privato: “io sarei favorevole alla liberalizzazione tout court se noi avessimo la frequenza obbligatoria. In tal caso realmente lo studente sceglierebbe il corso che gli sembra più interessante seguire. Invece, nelle condizioni attuali, la scelta sarebbe soltanto relativa al professore con il quale si ritiene che sia più facile superare l’esame”. Carlo Lauro, docente di Statistica, la pensa diversamente da Majello. “Anche io sono per la liberalizzazione, ma ritengo che poi la commissione di esame dovrebbe essere unica ed interrogare su un unico programma. Lo studente sceglie il docente che vuole; l’esame, però, è uno solo”. Il preside: “non possiamo farlo, ci siamo rotti la testa su questo. Esiste la libertà di insegnamento”.
Stefano Ecchia si schiera con Sciarelli, in nome delle virtù taumaturgiche del mercato. “La sua proposta tiene conto del fatto che oggi gli studenti sono più maturi e scelgono i contenuti che il mercato dimostra essere più utili ai fini dell’inserimento professionale. Però, prima della liberalizzazione, proporrei un trade off (fase intermedia, n.d.r) di rotazione annuale delle cattedre”. Contrario il preside: “io ritengo che gli studenti, come i docenti, siano persone. Ci sono i furbi e gli intelligenti. E poi la rotazione annuale ha un costo spaventoso, per lo studente. Se per un qualsiasi imprevisto non supera l’esame e cambia di cattedra, deve studiare ex novo su un altro programma e su altri testi”. Boccia la proposta Sciarelli anche Adriano Giannola, docente di Economia bancaria: “ricalca un ritorno al preesistente, che tanti problemi ci ha creato”. Confessa disagio e preannuncia la sua astensione Maria Rosaria Ansalone, docente di Lingua francese. “Io sono madre di tre figli e vi assicuro che spesso sono portati, come tutti i ragazzi, a cercare la strada della facilità. Io sono contraria alla liberalizzazione; anzi, dividerei gli studenti per lettere e non prevederei rotazione alcuna. Le difficoltà possono essere formative. Guardate il disastro provocato dalla liberalizzazione della scelta della lingua; ditemi voi se 850 studenti di Economia laureati in Spagnolo servono a qualcosa”. Inevitabile la replica di Graziella Francini, docente di spagnolo: “vorrei avere qualche delucidazione sul significato del disastro di cui si è parlato. La differenza tra le materie molte volte la fa il grado di capacità dei docenti”. Una polemica che nasce dalla tumultuosa crescita di studenti che, in quest’ultimo periodo, hanno optato per spagnolo a scapito di francese. L’ultimo intervento è di Gilberto Antonio Marselli, dal primo novembre docente fuori ruolo, che dal preside ha ricevuto l’incarico di difensore civico degli studenti. “Il problema di fondo è che gli studenti percepiscono livelli difformi di difficoltà tra esami sostenuti con docenti diversi. Oggi le commissioni sono costituite dal professore, da ricercatori, da cultori della materia e magari anche da chi si trova a passare. Perché non mettere in commissione un docente a fianco dell’altro? Una soluzione anche troppo banale, che per questo prevedo non adotteremo”.
Si vota e la proposta Marrelli è approvata con 27 voti favorevoli. Il nuovo sistema scatta da marzo 2001. Fa eccezione Inglese, che è triennale. Per questa disciplina la rotazione parte da marzo 2002.     (F.G.)
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