Mettono tristezza quelle serrande abbassate al secondo piano di Porta di Massa. Non c’è più odore di caffè nell’aria, dalle terrazze non arriva più il consueto brusio di sottofondo: la buvette, unico punto di ristoro, aggregazione e svago della Facoltà, è ormai chiusa da quindici giorni per problemi legati all’affidamento del servizio. La ditta che l’ha gestita fino ad ora non ha versato per oltre due anni la retta dovuta all’università. A breve, dovrebbe essere bandita una nuova gara d’appalto. “La buvette, in questi anni, è sempre stata in passivo perché ha sofferto fortemente la concorrenza dei punti di ristoro delle zone circostanti. Il bar, quindi, in quell’ambiente non ha senso di esistere”, afferma Giovanni Cigliano, rappresentante degli studenti al Polo delle Scienze Umane e Sociali. Che aggiunge: “Il nostro progetto prevede la trasformazione integrale dell’ambiente. Abbiamo chiesto al Polo e al Consiglio d’Ateneo che venga attivata in quei locali un’aula polifunzionale”. Via quindi al banco del bar per fare spazio a tanti tavolini. “Per non far perdere introiti all’Amministrazione, abbiamo pensato all’installazione di distributori automatici. Da molto tempo al bar non si poteva più mangiare, vista la penuria e la scarsa qualità del cibo, non vorremmo che la storia si ripetesse”. Di parere contrario Roberto Iacono, rappresentante degli studenti in Consiglio d’Ateneo: “Chi frequenta la Facoltà sa che il bar è l’unico punto di svago. Uno spazio polifunzionale non servirebbe visto che sono disponibili già le aule studio e quella informatizzata. Ciò che veramente manca è un punto dove rilassarsi. Togliere la possibilità agli studenti di bere un caffè fra una lezione e l’altra credo sia controproducente”. Anche se, ammette Iacono, il servizio bar ultimamente lasciava molto a desiderare. “Negli ultimi tempi la situazione era diventata insostenibile, la società era ormai inadempiente agli obblighi previsti. E’ stato necessario ricorrere all’esecuzione forzata”. Il punto di ristoro, in attesa dell’indizione di una nuova gara, dovrebbe essere affidato temporaneamente alla società che gestisce il bar alla Facoltà di Farmacia.
Opinioni discordanti anche fra gli studenti. “Avere il bar a portata di mano è sempre stato molto comodo. Adesso, fra una lezione e l’altra, non possiamo più nemmeno prendere un caffè perché uscire all’esterno equivale a perdere il posto in aula”, commenta Valentina Giordano. “Il bar era veramente in pessime condizioni, negli ultimi tempi era sporco e poco fornito – sostiene Giuliano Pontillo – Sono favorevole alla riapertura ma spero che la prossima gestione sia superiore qualitativamente alla vecchia, altrimenti ben venga un’aula polifunzionale”. Ermanno D’Agostino conferma: “Rinunciare al bar è davvero difficile, anche se, negli ultimi mesi, la buvette era sempre più deserta. La riapertura del punto ristoro, per questo, dovrà essere fatta con criterio. Altrimenti meglio un’aula gestita dai ragazzi che un bar sporco e impraticabile”. Non è disposta a rinunciare al caffè con vista panoramica Ginevra Ambrosio. Alla studentessa non piace l’idea dell’aula polifunzionale: “Mi mette tristezza. Mi sa di qualcosa di ibrido, senza forma. Un luogo adibito al tutto e al niente”.
Susy Lubrano
Opinioni discordanti anche fra gli studenti. “Avere il bar a portata di mano è sempre stato molto comodo. Adesso, fra una lezione e l’altra, non possiamo più nemmeno prendere un caffè perché uscire all’esterno equivale a perdere il posto in aula”, commenta Valentina Giordano. “Il bar era veramente in pessime condizioni, negli ultimi tempi era sporco e poco fornito – sostiene Giuliano Pontillo – Sono favorevole alla riapertura ma spero che la prossima gestione sia superiore qualitativamente alla vecchia, altrimenti ben venga un’aula polifunzionale”. Ermanno D’Agostino conferma: “Rinunciare al bar è davvero difficile, anche se, negli ultimi mesi, la buvette era sempre più deserta. La riapertura del punto ristoro, per questo, dovrà essere fatta con criterio. Altrimenti meglio un’aula gestita dai ragazzi che un bar sporco e impraticabile”. Non è disposta a rinunciare al caffè con vista panoramica Ginevra Ambrosio. Alla studentessa non piace l’idea dell’aula polifunzionale: “Mi mette tristezza. Mi sa di qualcosa di ibrido, senza forma. Un luogo adibito al tutto e al niente”.
Susy Lubrano