Dalla CRUI una sferzata al Governo

“L’Università vive nel futuro. Produce futuro”, per la “ricerca scientifica e l’alta formazione del Paese”. Un futuro, che è anche il futuro “dei nostri giovani”, dei “giovani dottorandi e ricercatori che attendono da anni risposte e certezze”. Il futuro è stata la parola chiave, ripetuta cento volte, dal prof. Guido Trombetti, Rettore dell’Università Federico II e da pochi mesi Presidente della Conferenza Nazionale dei Rettori (CRUI), nella sua prima relazione annuale sullo stato degli Atenei Italiani. Una relazione snella ed approfondita nel contempo, di 15 cartelle, ma che suona anche come un severo ammonimento al governo del Paese ed a quelli che l’hanno preceduto, ed alla legge Finanziaria in via di approvazione. Sappiamo “che le risorse sono scarse, e nessuno può tirarsi fuori dalla necessità di compiere sacrifici. – ha detto – Tuttavia è proprio oggi che bisogna avere il coraggio di scegliere quanta parte delle nostre risorse vogliamo destinare alla costruzione del futuro di questo Paese”. Futuro che non può fare a meno , “se vuole competere con gli altri paesi sviluppati”, di una Università di alto livello e della ricerca, di base e applicata: “la comunità nazionale deve prendere atto che il più ampio, diffuso e qualificato sistema di ricerca del paese è costituito dalle Università”. Ma “attenzione! – avverte – svincolare la didattica dalla ricerca è il peccato mortale dell’Università”. Una risposta all’ipotesi che da qualche tempo viene accarezzata da settori Confindustriali e politici. 
Capitolo risorse. “Se paragoniamo il sistema universitario italiano con quello di altri Paesi europei, emerge una situazione di evidente debolezza”. L’Italia destina solo “l’1,1% del Pil alla ricerca (universitaria e non), siamo molto lontani dall’obiettivo del 3% dell’Agenda di Lisbona. L’Italia spende per ogni studente universitario 7.241 euro, contro i 9.135 della Francia e i 9.895 della Germania”. “Manca un miliardo di euro per tornare ai livelli del 2001”. Il rischio? “Il blocco degli atenei, dei servizi, la cancellazione del futuro dei nostri giovani”. Anche perché, al contempo: “la situazione attuale scoraggia i giovani talenti: i giovani non hanno incentivi, troppo basse – verrebbe da dire ridicole – le retribuzioni”. Il governo attua “misure di assoluta cecità come il tagliaspese conseguente al decreto Bersani” e si appresta a varare “un provvedimento ingiustificato e punitivo come quello del taglio degli stipendi” dei professori universitari. E concluse: “l’Università non costruisce solo il futuro, ma mantiene e aggiorna di continuo la memoria del passato. Fa crescere la conoscenza, la crescita dell’uomo e la convivenza civile dei popoli, ed è il principale serbatoio di democrazia del Paese”. Una relazione molto applaudita, trasmessa via web in tutti gli atenei italiani, che ha conquistato l’apertura del Tg1 del 10 novembre e le prime pagine dei quotidiani italiani. 
Paolo Iannotti
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