La Facoltà di Scienze è la sua seconda casa, e lo è sempre stata fin da quando era studentessa. Parliamo della prof.ssa Paola De Capoa, napoletana, laureata in Scienze naturali nel ’65, docente di Paleontologia, per tre volte alla Presidenza del Corso di Laurea in Scienze geologiche e Direttrice del Museo di Paleontologia, sito in via Mezzocannone. “Ero una studentessa che si impegnava molto, amavo tanto la Zoologia, ma ho frequentato l’Università in una situazione di grande distacco con i docenti”. La professoressa ricorda un episodio della vita accademica, che sembra le sia rimasto scolpito nella mente. “Al primo giorno del corso di Zoologia, nell’aula Z2, seduta assieme a tutti gli altri studenti, attendevo l’arrivo del docente che tardava da più di mezz’ora. Ad un certo punto, abbiamo visto entrare un bidello, con un lungo camice blu e una bombola di deodorante, che ha cominciato a spruzzare verso di noi. Solo dopo è entrato il professore. Devo ammettere che mi sono sentita umiliata e, da allora, non ho più seguito il corso, ho preferito studiare da sola. Questo a dimostrazione che i docenti non tenevano in benché minimo colloquio con i ragazzi”. Negli anni, è cambiato un po’ tutto. “Ho vissuto, soprattutto negli anni Settanta, una grossa spinta verso la ricerca e la didattica, collaborando sempre con studenti molto attivi. Siamo riusciti a creare e a mantenere nel tempo un rapporto molto vivo, intenso, piacevole con i ragazzi, anche durante gli anni alla Presidenza del Corso in Scienze geologiche. Abbiamo sempre discusso in maniera costruttiva delle varie riforme che hanno interessato l’Università, e questi sono, senz’altro, i momenti più belli della mia docenza”. Purtroppo, ora si assiste ad un degrado progressivo molto veloce dell’intero sistema accademico. “L’Università pubblica – dice la De Capoa – ha perso prestigio e rispetto, oltre al suo ruolo di garantire il diritto allo studio alla gran parte dei giovani”. Impegnata nella catalogazione di una collezione di fossili risalente ai suoi primi venti anni di ricerca, presso il Museo di Paleontologia, la professoressa lascia “una situazione molto triste”. “Sono mortificata – conclude – perché si sta pensando a favorire esclusivamente le materie applicative, lasciando in secondo piano importanti discipline di base quali la Geologia e la Paleontologia”.