Del Vasto, molisano, ricorda la sua vita da studente fuorisede

“Vivevo in via Salvator Rosa e ho tanti bei ricordi di quel periodo, anche se la vita da studente fuori sede richiede qualche sacrificio in più rispetto a chi è del posto. Con molti colleghi del tempo sono tuttora in contatto. Ricordo l’aula affollatissima al corso di Fisica: se arrivavo in ritardo solo di qualche minuto, non trovavo posto. Ho preparato quell’esame da autodidatta”, racconta il prof. Ennio Del Vasto, molisano, a Napoli poco più che maggiorenne per studiare alla Facoltà di Ingegneria dove si è laureato nel settore civile-edile nel 1968. Dopo la laurea, l’avvio della libera professione e la docenza ad Agraria vanno di pari passo. “Ho svolto la professione di ingegnere per vent’anni – afferma il professore, ordinario di Costruzioni in Agricoltura e Topografia al Corso di Scienze e Tecnologie agrarie, e residente a Portici, “vicino alla Facoltà” – ma, in seguito, ho scelto il tempo pieno all’Università”. Durante i primi anni di docenza, oggi ne conta 42, “ero davvero molto severo, poi, col tempo, mi sono addolcito – racconta – Gli studenti erano obbligati a studiare in maniera rigorosa, costretti ad imparare concetti nel loro rigore scientifico. Con gli anni, sono diventato meno esigente, anche se non so se ho fatto bene, visto che, oggi, i ragazzi sono un po’ superficiali nello studio”.
Dopo una Presidenza prolungata per venticinque anni, quella del prof. Carmine Noviello, la Facoltà di Agraria ha sicuramente registrato un cambiamento. “Oggi è più ricca: si organizzano eventi, manifestazioni, convegni. Iniziative che riescono a coinvolgere appieno gli studenti, contribuendo anche all’aumento del numero delle immatricolazioni”. Tra i bei ricordi del professore, le sedute di laurea. “E’ una grande soddisfazione seguire ragazzi bravi che si laureano col massimo dei voti. Qualcuno mi telefona, ancora oggi, e mi aggiorna sulla propria situazione lavorativa”. Una delusione, invece, la riforma del 3 più 2: “il percorso di studio è stato diviso in due livelli, tra i quali non c’è alcun coordinamento. Gli studenti, alla Specialistica, ripetono le stesse cose del triennio oppure non imparano nulla per bene né al primo né al secondo livello. Inoltre, gli insegnamenti sono stati suddivisi in più moduli, obbligando i ragazzi a innumerevoli sedute d’esame. Tutto ciò richiede tempo e stressa”. Ad Agraria, si avverte la necessità di collegare bene le varie discipline: “E’ una Facoltà composita, che comprende lo studio di aspetti sia agrari che ingegneristici, che devono essere coordinati tra loro, con l’obiettivo finale di avere una conoscenza completa di ciò che riguarda l’agricoltura”. Il prof. Del Vasto, che ad ottobre ha cominciato il suo corso, ha chiesto, invano, un prolungamento dell’insegnamento. “Il Consiglio di Amministrazione ritiene di non avere fondi a disposizione – conclude – In ogni caso, completerò il corso a titolo gratuito, sperando di lasciare un buon ricordo a tutti”.
Maddalena Esposito
- Advertisement -




Articoli Correlati