Simpatica a lezione, severa agli esami, dicono di lei gli studenti. Docente di Biologia animale e vegetale, la prof.ssa Vittoria Di Martino insegna alla Facoltà di Farmacia da 34 anni. “Il mio è un insegnamento del primo anno – afferma la Di Martino, nata a Vallo della Lucania ma napoletana d’adozione – dunque, mi rendo conto che è il primo impatto con la Facoltà e con una disciplina scientifica. Conosco i ragazzi di quell’età, ho due figli e nipoti all’Università, e penso che assalirli o mortificarli non sia mai positivo. Piuttosto cerco di prenderli dal loro verso, senza spaventarli, rendendomi conto anche delle mancanze che si portano dietro dalle scuole superiori”. Durante le lezioni, spiega, “non voglio risultare noiosa o fare nozionismo, piuttosto cerco di stimolare un dibattito con la platea che può interrompere la spiegazione in qualsiasi momento. All’esame, poi, ho bisogno di verificare le conoscenze acquisite. La prova è orale, perché voglio dare agli studenti la possibilità di confrontarsi col docente, di avere un contatto diretto, e, poi, esprimersi oralmente li aiuta molto. Per queste ragioni, ho sempre evitato gli esami in forma scritta”. Negli anni, la soddisfazione maggiore è proprio “vedere i ragazzi crescere. In tanti, durante il ricevimento, mi hanno parlato di fatti personali e chiesto consigli. Mi rammarico solo di non aver potuto interagire abbastanza in certi momenti”. Nella Commissione Disabili dell’Ateneo, da più di quindici anni, è sempre stata molto sensibile alle problematiche giovanili: “Una volta, si è presentata a ricevimento una ragazza con la sclerosi multipla. Era molto scoraggiata e, piangendo, mi ha confessato di non avere la forza di continuare gli studi. Le ho dato coraggio e tanta fiducia, ha superato il blocco ed è riuscita a laurearsi, oggi è anche sposata”. La professoressa, che dice “non ho mai dimenticato di essere stata studentessa”, ricorda con piacere quel periodo: “Mi sono laureata in Biologia alla Federico II e, subito dopo, ho cominciato a lavorare presso il Dipartimento di Biologia vegetale dell’Orto botanico. Volevo fare la ricercatrice, ero molto curiosa e mi piaceva la parte applicativa, il lavoro in laboratorio. C’era cameratismo e, tante volte, studiavo insieme ai miei colleghi”. Oggi la situazione è completamente diversa; ciò che più avvilisce l’Università pubblica è il taglio indiscriminato di fondi: “La Facoltà di Farmacia è sempre andata avanti alla grande, sia dal punto di vista didattico che quello scientifico. Adesso che i fondi vengono meno, bisogna lottare perché i nostri ragazzi sono vogliosi di fare”, conclude la professoressa, che continuerà la docenza con un contratto.