Diritto allo studio e fallimento della riforma in discussione al convegno nazionale delle rappresentanze studentesche

Didattica, cittadinanza studentesca e governance, gli argomenti affrontati nel primo “Convegno Nazionale delle Rappresentanze Studentesche” organizzato dal Cnsu, il Consiglio nazionale degli studenti universitari. La manifestazione, che si è svolta nella sede romana del Cnr dall’11 al 13 gennaio, ha voluto rappresentare un momento di confronto tra le realtà accademiche italiane sullo stato dell’arte delle numerose iniziative di riforma varate dagli ultimi Governi. Peccato che a mancare all’appello fosse proprio il  massimo esponente istituzionale in materia universitaria, il ministro Letizia Moratti, che ha dato forfait all’ultimo minuto.
Tra i circa 250 partecipanti, oltre alle rappresentanze studentesche universitarie, figuravano alcuni Rettori, tra cui Piero Tosi, presidente della Crui; dirigenti ministeriali come Olimpia Marcellini della Direzione Generale per lo studente e per il diritto allo studio; Giovanni Ricevuto, vice ministro del Miur; Lucio Luzzatto, docente dell’Università di Genova nonché tra i redattori della 509/99. Assente ingiustificata, dicevamo, Letizia Moratti, la cui mancanza ha suscitato le ire degli studenti. “E pensare che era stato lo stesso Ministro a fissare la data del convegno. Il comportamento della Moratti è un chiaro segno di chi vuole sottrarsi al confronto”, protesta Rosario Pugliese, rappresentante degli studenti nel Senato Accademico della Federico II per Confederazione, che ha fatto parte della nutrita delegazione campana giunta al Convegno e composta da Walter Corrado, Luigi Napolitano e Roberta Inarta del Federico II; Salvatore Compagnone, Anio Iannuzziello, Rosario Visone e Antonio Prisco del Parthenope; Peppe Siciliano della Sun; Gaetano Cervone e Maria Grieco de L’Orientale; Gennaro Ceparano dell’Università del Sannio.
La riforma universitaria e il suo fallimento, il tema principale dibattuto dagli studenti nella sessione dedicata alla didattica. A nulla è valsa la difesa di Lucio Luzzatto, che della 509/99 è stato uno degli ideatori, secondo cui l’introduzione del nuovo ordinamento ha prodotto un aumento della cultura di massa. “Sì, ma a che prezzo? – il commento di Pugliese nel suo intervento in conferenza – Gli studenti continuano a pagare in termini di frammentazione e dequalificazione del sapere, accelerazione dei ritmi di studio”. Critico, Pugliese, anche sull’altro dato di Luzzatto. “Il docente dice che il 21% degli iscritti all’università si laurea in regola. Peccato però che le aziende non assumano questi laureati. Il mondo del lavoro, infatti, non riconosce ancora il titolo triennale. Un punto che l’attuale Governo dovrà presto risolvere”.
A proposito di didattica, la sezione napoletana di Confederazione presente alla Conferenza romana ha prodotto un documento. “Chiediamo la redazione di una nota ministeriale d’indirizzo che impedisca l’abbandono del vecchio ordinamento. In particolare, a favore dei vecchi iscritti reclamiamo un numero maggiore di appelli d’esame e di sedute di laurea”. Sul versante nuovo ordinamento, “le attività a scelta dovrebbero essere pubblicate nel Manifesto degli studi e non comunicate via via durante l’anno, come invece accade di norma”. Confederazione, inoltre, auspica una maggiore attenzione alle commissioni paritetiche di Facoltà, “sbandierate come massimo strumento di democrazia e invece sminuite nelle loro funzioni, in gran parte demandate ai Consigli di Corso di Laurea”. 
Tra le richieste del gruppo, anche quella avanzata da Luigi Napolitano, senatore accademico della Federico II e presidente di Assi, l’Associazione studenti di Ingegneria, relativa alle nuove modalità d’iscrizione all’Albo degli ingegneri. “L’applicazione del Dpr 328/01 penalizzerà tutti gli studenti d’ingegneria del vecchio ordinamento che dovranno sostenere l’esame di Stato dopo dicembre 2006, perché dovranno superare sino a otto prove, a differenza delle attuali due”. Appoggiato dai colleghi siciliani e pugliesi, nelle giornate romane Napolitano ha chiesto un incontro ai rappresentanti del Miur per discutere quanto prima della questione.
Sessione alquanto movimentata quella che ha interessato l’altro argomento all’ordine del giorno: il diritto allo studio. Unanime la richiesta dell’assemblea: servono più residenze universitarie, “soprattutto in Campania – puntualizza Pugliese – dove ci sono appena 400 posti a fronte di oltre 150mila studenti”. Pareri contrastanti, invece, sono emersi sulla questione del prestito d’onore. “La sinistra boccia il sistema, Confederazione pensa che debba essere attentamente valutato. In ogni caso – afferma Pugliese – ci siamo trovati tutti d’accordo nel sostenere che il prestito d’onore debba essere una forma assistenziale aggiuntiva e non sostitutiva delle borse di studio”. Infine, l’ultima sessione, quella dedicata alla governance della rappresentanza studentesca, dove è emersa la necessità di “un ruolo più attivo e propositivo del Consiglio degli studenti”. 
Prossimo appuntamento tra aprile e maggio, con un secondo convegno che punta a produrre documenti unitari da sottoporre al nuovo Governo.
Paola Mantovano
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