“Diritto Privato è un esame complicato, il programma è vastissimo, comprende molti Istituti diversi. Un po’ come Scienza delle Costruzioni per gli ingegneri, è alla base di tutto. Per questo la disciplina miete molte vittime fra le matricole. Non possiamo permettere a ragazzi impreparati di passare agli anni successivi senza avere basi solide”, così il prof. Raffaele Rossi, docente di Diritto Privato III cattedra, commenta i dati emersi dall’indagine del Dipartimento. “I docenti che elargiscono voti alti e promozioni a raffica – non credo sia il caso del nostro Corso di studi – fanno solo danni. Molti ragazzi provengono da licei fatti più o meno bene e credono che l’università sia un prosieguo di quel percorso. È giusto far capire che le cose devono essere conquistate. In fin dei conti ci siamo passati tutti, anche io da studente avevo le mie difficoltà”. Una percentuale così bassa di promossi è indice di un malessere di fondo: “Non ignoro le difficoltà presenti, la verità è che non ci sono rimedi per la ‘pesantezza’ dell’esame. Si potrebbe suddividere la prova in due tranche. Ma i docenti diventerebbero ancora più esigenti sul programma più contenuto. Non so fino a che punto convenga”. Il prof. Rossi fa firmare lo statino prima di sostenere l’esame: “È una pratica che adotto da sempre. Chi viene da me deve essere consapevole dell’importanza della prova e deve essere preparato. Gli studenti che nella mia cattedra procedono per tentativi, trovano la strada sbarrata. Lo faccio per il bene dei miei allievi. Oggi non sono più tempi in cui basta avere il foglio di carta appeso al muro, occorre dimostrare di essere preparati”. Preparazione: “che di certo sta a noi docenti impartire. Però credo che tutto debba partire dalla volontà dei ragazzi. Senza non si va da nessuna parte”. Per il prof. Raffaele Caprioli, Diritto Privato IV cattedra: “I dati vanno interpretati secondo diversi criteri. Fra queste 800 matricole che non hanno superato alcun esame, di sicuro ci sono ragazzi iscritti senza convinzione. I nostri dati, infatti, non possono essere paragonati a quelli di altri Dipartimenti. Noi partiamo da basi diverse. Scontiamo la presenza in aula di chi fa una scelta residuale”. Secondo il professore: “Se si chiedesse a questi ragazzi come mai sono a Giurisprudenza, la maggioranza direbbe che ha provato i test a Farmacia, Medicina. Insomma, provengono da realtà a numero chiuso. Solo perché accogliamo tutti, però, non possiamo essere considerati peggiori”. La percentuale di promossi all’esame dà, però, indicazioni precise: “Questi numeri così bassi non mi appartengono. Per la mia cattedra parliamo di un 70-80% di promossi l’anno. Credo sia una buona media”. A danneggiare lo studio, per il docente, c’è: “la sovrapposizione fa corsi e prove nel secondo semestre. Gli studenti iniziano a seguire le lezioni a fine marzo, poi ci sono le vacanze pasquali e si arriva a metà aprile avendo fatto ben poco. Come si può preparare un esame così corposo in meno di due mesi? La colpa del ritardo va ricercata anche nel semestre, che non permette a tutti di tenere il passo”. Giudizio positivo sui corsi di sostegno che dovranno “svilupparsi durante l’intero anno, così da non lasciare in alcun modo l’insegnamento scoperto”. Per nulla in sintonia con quanto indicato dal Rapporto, il prof. Fernando Bocchini II cattedra: “Per quanto concerne la mia esperienza, ben il 70% degli studenti supera l’esame il primo anno. I dati vanno letti considerando solo coloro che sono attivi nel circuito universitario e hanno sostenuto almeno qualche esame. Il 55% è una percentuale troppo bassa, non corrispondente almeno alla mia realtà”. Il numero degli immatricolati, invece, “è inespressivo, non si può considerare la carriera di chi, in realtà, una carriera non ce l’ha. Nel computo vanno eliminati tutti coloro che non hanno ancora le idee chiare. Altrimenti la realtà risulta falsata”. Perché: “Privato è un esame estremamente formativo ed è logico che a sostenerlo siano gli interessati”.
Diritto Privato è un pilastro “come Scienza delle Costruzioni ad Ingegneria”
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