Disabilità e barriere architettoniche, i vincoli nel centro storico

Non sempre la rispondenza delle strutture e dei servizi di un ateneo alle normative in materia di disabilità coincide con l’effettiva fruibilità di questi da parte degli studenti portatori di handicap. Lo afferma il prof. Sergio Baldi, da tre anni delegato del rettore per la disabilità. Facendo i conti con le poco fiorenti risorse a disposizione dell’ateneo, con la logistica del centro storico in cui l’Orientale ha voluto mantenere le sue sedi principali, con una sensibilità diffusa su questi temi non certo sottilissima, il prof. Baldi lavora per gli studenti portatori di handicap, che all’Orientale sono circa una cinquantina. “A volte si può essere giuridicamente a posto per quanto riguarda le strutture e i servizi per i disabili -dice il professore- mentre a ben guardare gli studenti in realtà non riescono concretamente ad avvantaggiarsi di quegli strumenti per un motivo o per un altro”. E’ come dire che non è sufficiente mettersi in regola con la legge ma è indispensabile stabilire anche un contatto diretto con ciascuno studente per venire incontro alle sue esigenze. L’Orientale sta procedendo proprio in questo modo, come il professore ci racconta. “Io sono stato il primo delegato del rettore per la disabilità, la mia nomina risale a tre anni fa –dice – si tratta di una carica che viene assegnata discrezionalmente e non ha una durata precisa. Quando il prof. Ciriello è stato rieletto, io mi sono dimesso per lasciarlo libero di affidare a qualcun altro il compito di occuparsi della disabilità, se lo voleva. Però sono stato riconfermato e continuo a lavorare per gli studenti che hanno difficoltà”. Il prof. Baldi spiega che oggi è molto importante per le università essere attive in questo senso e che l’operato degli atenei in materia è sottoposto a valutazione da parte dei referenti ministeriali. “E’ da poco che abbiamo incominciato a darci da fare e la linea che abbiamo adottato consiste nell’affrontare a mano a mano i problemi che ci vengono segnalati – precisa il professore -Dati i pochi mezzi a nostra disposizione, non ci mettiamo a fare grandi cose che poi non trovano rispondenza presso gli studenti, preferiamo soddisfare le esigenze che concretamente i ragazzi ci manifestano. Un progetto che ci terremmo a realizzare è quello che prevede il monitoraggio della situazione in ateneo, con l’inserimento nella pagina web di links che indichino quali sono le strutture accessibili e quali no. Bisogna però fare i conti con le risorse disponibili, ci hanno chiesto 30.000 euro per monitorare tutto”. Naturalmente L’Orientale è impegnata anche nella messa a norma dei suoi edifici. Il delegato racconta della lettera di uno studente disabile pubblicata su La Repubblica, in cui si lamentava la difficoltà di superare certe barriere architettoniche: “ho risposto attraverso le pagine di quello stesso quotidiano allo pseudo studente, dico pseudo perché il suo nome non corrispondeva a nessuno dei nostri iscritti, sottolineando che il nostro ateneo ha scelto la politica della permanenza nel centro storico delle sue sedi principali, il che può comportare degli svantaggi quando si voglia intervenire per l’eliminazione delle barriere architettoniche. In quegli edifici può capitare che si trovino in difficoltà anche i soggetti normodotati!”. Gli svantaggi di cui il professore parla consistono nei vincoli della Sovrintendenza alle Belle Arti cui nella maggior parte dei casi sono soggetti i palazzi del centro storico. Baldi fa un esempio: “l’ascensore di Palazzo Giusso non è stato ampliato durante i recenti lavori proprio perché non si sarebbe potuta avere l’autorizzazione della Sovrintendenza, se infatti lo avessimo eliminato non avremmo più potuto ricostruirlo”. “Va però sottolineato – prosegue- che l’intenzione attuale è quella di dismettere tutti i locali in affitto per acquisire edifici di proprietà che siano a norma”. 
L’Orientale lavora anche sul counseling, l’accompagnamento e l’assistenza didattica e amministrativa. Da maggio dello scorso anno è attivo presso l’Internet Point di Piazza San Domenico l’Ufficio Accoglienza e Orientamento per il Sostegno e l’Inclusione degli Studenti Universitari Disabili, che si occupa di fornire attività di supporto amministrativo, supporto tecnico in relazione alle diverse tipologie di disabilità, preparazione del materiale didattico con specifici ausili informatici, supporto logistico e accompagnamento all’interno dell’ateneo, il tutto con l’ausilio di otto volontarie del servizio civile. “L’ufficio si è avvalso di volontarie del servizio civile grazie ad un progetto approvato l’anno scorso -spiega il professore- Le ragazze sono state mandate dal Ministero dell’Interno, mentre l’ateneo ha provveduto alla loro formazione con una spesa di 10.000 euro”. Sono attualmente pronti altri progetti volti a garantire il funzionamento del servizio anche per il prossimo anno, non è infatti certo che si possa nuovamente ricorrere ai volontari. “Ormai l’ufficio è impiantato e continuerà a funzionare -dice Baldi- i fondi si troveranno, ho preparato diversi progetti. Potremmo stanziarli noi come ateneo, provare di nuovo a coinvolgere il Ministero degli Interni, oppure interloquire con la Regione Campania”. 
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