Due giornate di studio nel nome di un grande scienziato. Il 27 e 28 aprile – rispettivamente presso l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – amici, colleghi e familiari di Antonio Barone, professore emerito di Struttura della Materia all’Università Federico II, scomparso il 4 dicembre scorso all’età di 72 anni, si riuniranno per ricordarne la figura umana e scientifica. Pioniere della superconduttività italiana, sotto la sua guida nacque e si consolidò la Scuola napoletana, grazie agli studi sull’effetto Josephson sul quale ha scritto, insieme a Gianfranco Paternò, il libro Physics and applications of the Josephson effect, per molti anni un testo di riferimento, tradotto in russo, cinese e giapponese. Nel 1977 diventa Direttore dell’Istituto di Cibernetica del CNR, sviluppando importanti collaborazioni tra Stati Uniti, Giappone e Unione Sovietica che gli conferisce, nel 1983, primo scienziato occidentale, il titolo di Dottore di Scienze Fisico-Matematiche, ancora oggi il più alto riconoscimento scientifico russo. Nel 1987 è chiamato alla Direzione del Progetto Nazionale del CNR sulla Superconduttività, il più grande sforzo italiano su questo fronte. Nel 1990 diventa Professore Ordinario di Struttura della Materia. “Come Caianiello, Antonio ha contribuito a creare importanti realtà in tutto il territorio regionale”, sottolinea il prof. Arturo Tagliacozzo organizzatore della conferenza all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, nel corso della quale verrà sviluppato il tema della Superconduttività e la Città, mentre l’evento universitario si articolerà in due distinte sessioni, una mattutina, dedicata agli ‘allievi storici’ e alle libere testimonianze, ed una pomeridiana, che vedrà il contributo culturale di John Clarke dell’Università di Berkeley, di Vladimir Kresin del Lawrence Berkeley National Laboratory e di Antony Leggett, premio Nobel per la Fisica nel 2003. “Lavorare con lui era quasi una fatica di Sisifo. Non capivi mai cosa dicesse, solo dopo ti rendevi conto di quanto fosse ricco il suo pensiero. Il suo tratto umano era davvero meraviglioso. Era uno studioso che sapeva trasmettere l’entusiasmo per quello che affrontava”, ricorda il prof. Tagliacozzo.