Due settimane in mare con il Cnr: l’esperienza di Francesco, studente di Scienze Biologiche

Quindici giorni trascorsi su una nave in mezzo al mare. Non si tratta di una sorta di ritiro spirituale, né di una stravagante vacanza, ma dell’interessante esperienza di uno studente di Scienze Biologiche. Stiamo parlando del ventiduenne Francesco Cipolletta, iscritto al terzo anno del Corso di Laurea, che, lo scorso agosto, è partito con il CNR per una missione di ricerca oceanografica. “Il progetto è nato nel 2007 – racconta lo studente – si tratta di un ecoscandagliaggio del fondale marino nelle zone di Sardegna e Liguria”. Così il nostro giovane ricercatore ha trascorso due settimane nel mare concentrandosi sull’analisi degli abissi sardi cercando i segni lasciati dalle scorse ere geologiche. “Il mio lavoro – continua Francesco – consisteva nel tenere sott’occhio due monitor : il CHIRP, per la rilevazione bidimensionale del fondale, e il MULTIBEAM, per quella tridimensionale. Oltre a controllare che non venissero superati i limiti di profondità utili ai fini della ricerca, segnavo variazioni e punti di acquisizione”. Ma non è mancata la parte pratica. “Abbiamo effettuato analisi della sabbia – afferma Francesco – Con l’ausilio di strumenti come la ‘benna’ o il ‘box corer’ per poter fare i campionamenti. Questa fase era quella un po’ più faticosa dal momento che gli attrezzi sono abbastanza pesanti”. E per chi potrebbe pensare che stare su una barca dopo un po’ diventi noioso, Francesco smentisce: “Ci sono stati momenti dedicati solo allo svago, alla fine c’era l’area con il bar dove potevi fermarti a bere con gli altri”. L’età dei partecipanti alla missione variava dai 22 ai 50 anni. “Anche se i più ‘grandi’ erano giusto il capo missione e i ricercatori”. Il team, infatti, era composto da 5-6 specialisti e 15 esterni. Francesco è dovuto rientrare nella quota dei 15 per poter partecipare. “Fa parte del progetto – afferma – loro sono obbligati a scegliere una componente esterna”. Ma attenzione, non tutti gli studenti possono partecipare. “Vengono selezionati solo studenti iscritti ad indirizzi inerenti all’area biologica”. Ma come ha fatto Francesco a scoprire di avere questa possibilità? “Si è trattato di un passaparola. Io l’ho saputo da un mio amico, che a sua volta era stato informato da un altro ragazzo. L’università non c’entra niente. Di solito il nostro Ateneo è più interessato a sponsorizzare progetti con aziende private”. Infatti, con questa esperienza, Francesco non ha guadagnato crediti, né altri vantaggi pratici che possano influire direttamente sulla sua carriera accademica, ma una cosa è certa: il suo curriculum avrà sicuramente dei punti in più. “Il CNR mi ha rilasciato un attestato di partecipazione – racconta – sarà spendibile soprattutto all’estero ma non importa, perché alla fine è esattamente questo quello che voglio fare”. L’aspirazione del giovane studente, infatti, è proprio quella di fare ricerca sul campo. “Non vorrei stare chiuso in un laboratorio”, dichiara. A dicembre, vorrebbe ripartire, ma dipende dalla quantità di fondi che verranno stanziati. Intanto, sconsiglia a chi sta pensando di intraprendere la sua stessa avventura di evitare se si soffre di mal di mare perché “Il lavoro continua anche con il mare mosso” e di mettersi in gioco solo se si è davvero interessati. 
Marilena Passaretti
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