Ricomincia la stagione dell’atletica leggera al CUS di Napoli. Con il bel tempo si prepara il calendario delle gare necessarie alla qualificazione per i Campionati Nazionali Universitari. “Ad aprile saremo pronti per l’attività agonistica. L’atletica parteciperà ai Campionati individuali, quindi dovrò selezionare i ragazzi più preparati attraverso gare preliminari, per poi arrivare a Milano a disputare la finale di maggio. Sceglierò in base alle prestazioni relative a tempi, misure e stato di salute dell’atleta. Ogni anno ci siamo difesi bene, è da sempre che siamo sul podio”, afferma l’allenatore Giovanni Munier. Possibili scelte, in base alle ottime prestazioni registrate: Vincenzo Bono e Adriano Palmisano. Vincenzo è al secondo anno di Scienze Motorie alla Parthenope, mentre Adriano al quarto di Medicina alla Federico II. “Ho partecipato l’anno scorso ai Campionati di Cassino – racconta Vincenzo- Mi sono avvicinato all’atletica per caso. Una domenica correvo in via Caracciolo, a tredici anni, quando mi fermano per chiedermi di partecipare alla gara in occasione della giornata contro l’obesità. Vinsi la categoria ragazzi, da allora m’iscrissi al CUS, sia per convenienza economica, che per la qualità degli istruttori, unita all’ambiente giovane”. Ha già partecipato a diverse gare regionali: “la mia specialità è la velocità prolungata sui 400 e gli 800 metri, ma sono molto versatile. Posso infatti coprire anche distanze più lunghe, gareggiare nei salti o staffetta”. Il Corso di Studi intrapreso gli permette di coltivare la sua passione: “visto che le lezioni non si seguono tutti i giorni, tre, massimo quattro volte a settimana e mai di pomeriggio”. Tra le attività pratiche previste a Scienze Motorie c’è anche l’atletica al CUS, “ma a mio avviso dovremmo farne di più, per prepararci a diventare futuri allenatori”. Ogni anno ci si difende bene ai Campionati nazionali, “ma purtroppo non siamo forti come il CUS di Roma, dove l’atletica è più frequentata e può contare su un maggior numero di partecipanti. Di conseguenza è più facile vincere”. Il compagno Adriano, di ventitrè anni, ha iniziato a dieci. “Per praticare sport, seguendo un indirizzo come il mio, bisogna sapersi organizzare. Non tutti i corsi di Medicina sono obbligatori e la maggior parte finisce alle 14.00. Dopo torno a casa, riposo, studio e mi alleno per due o tre ore, quattro volte a settimana, poi torno a casa e ripasso”. Adriano critica lo studente medio di Medicina, che non fa altro che sgobbare sui libri. “Il carico è pesante, lo capisco, ma bisogna sapersi ritagliare spazio per gli hobby. Nel mio caso è una passione”. Le sue specialità sono i 400 metri semplici e ad ostacoli. “Per gareggiare ai Campionati ci vuole grinta e determinazione, unite a tecnica e preparazione atletica. Il gruppo è importantissimo, anche se l’atletica è uno sport individuale, poiché ti sostiene durante gli allenamenti e ti spinge a dare il meglio, per sano agonismo tra compagni”. Non si corre solo di gambe, ma anche attraverso la postura e le braccia, “perciò è importante seguire i consigli dell’allenatore. La statura per fortuna è ininfluente”, aggiunge. Auspica più pratica e maggiore organizzazione per il suo Corso di Laurea, “specialmente per quel che riguarda le lezioni. Spesso il docente non sa di doverle tenere, anche se l’orario è affisso in bacheca”. Dovuti alcuni ringraziamenti, nel caso venisse scelto per i Campionati: “devo ringraziare l’allenatore, i compagni di squadra e alcuni colleghi, che, nonostante la forte competizione che si respira a Medicina, si sono sempre prodigati a sbobinare anche per me”. Sicuro di non essere selezionato Gianluca Nastri, laureando alla Magistrale in Scienze Biologiche, indirizzo Diagnostica sanitaria. “Non credo di partecipare ai CNU, poiché per farlo occorrono: preparazione, costanza, passione e doti fisiche. Devi essere ben allenato, avere una buona qualità muscolare e capacità di acquisire movimenti tecnici in poco tempo. Mi piace praticare la disciplina a livello agonistico, ma lo sento più un hobby che una vera e propria passione”, spiega. I giorni in cui non si allena passano difficilmente, “allo stesso tempo, però, non ambisco a grandi risultati, preferisco lottare contro me stesso”. Ha scelto questo sport inizialmente come ripiego: “perché a causa di un infortunio alla spalla non potevo più praticare nuoto, mi consigliarono quindi di correre soltanto, perciò da quattro anni mi dedico all’atletica, che non ho più mollato”. Il suo sogno sarebbe riuscire a conciliare lo sport con il percorso di studi, “facendo magari l’analista antidoping, in quanto la mia tesi abbraccia il settore ematologico”. Gianluca copre distanze brevi: “i 100-200 metri, ma anche nei 400 me la cavo. Nel gruppo sono fondamentale in quanto carismatico ed organizzatore. Sono sempre presente e mi alleno con un programma da agonista, anche se non partecipo ai Campionati” .
Allegra Taglialatela
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