Internazionalizzazione. Un concetto che sempre più sta diventando un monito, per tutte le Facoltà. Per aprirsi alle possibilità offerte dai nuovi scenari internazionali, la Facoltà di Economia ha avviato, negli ultimi anni, le pratiche per tutta una serie di convenzioni, volte a dar vita a programmi di scambio, che prevedano lauree a doppio titolo. La prima, già in fase attuativa, è quella relativa alla laurea magistrale in Economia Aziendale, in collaborazione con l’Università Parigi XII Val De Marne, mentre, dal prossimo anno accademico, prenderà vita il progetto analogo che coinvolge la triennale dello stesso settore, svolto con l’Università di Alicante. “La convenzione è stata siglata pochi mesi fa e, gli studenti che parteciperanno, conseguiranno la laurea italiana di secondo livello in Economia Aziendale e il Master francese in Amministrazione delle Piccole e Medie Imprese”, spiega il prof. Paolo Stampacchia. Anima dell’iniziativa, la prof.ssa Maria Rosaria Ansalone, da molto tempo promotrice di iniziative di scambio. “In questi anni, ho svolto una ricerca affannosa per scovare degli studenti che imparassero l’italiano in facoltà di tipo economico. Alla Parigi XII, ho trovato una collega che insegna italiano e sono iniziate le missioni. Nel corso di questi viaggi, ho conosciuto i vertici accademici della Facoltà che sono stati molto propositivi nei confronti di questa iniziativa. Loro hanno in piedi convenzioni con Cina, Spagna, Germania e vari paesi africani. Cercavano un’occasione di scambio con l’Italia”. I ragazzi che seguiranno il programma, potranno svolgere parte del proprio corso di studi nell’altro paese aderente. Gli italiani andranno a Parigi per tutto il secondo anno del biennio, mentre i francesi seguiranno a Napoli i corsi dei due semestri a cavallo tra il primo anno e il secondo anno. I primi potranno usufruire degli stage aziendali, che in Francia fanno parte del programma universitario e si svolgono in maniera sistematica. I secondi, invece, avranno la possibilità di attingere alla multidisciplinarità tipica della formazione economica italiana. Non solo esami di tipo aziendale, quindi, ma anche di Scienza delle Finanze, Statistica e Politica Economica. Il 19 novembre, alla presenza di una commissione composta dagli stessi Stampacchia e Ansalone e di due rappresentanti della Facoltà parigina, tra cui la Preside, si è svolta la prima selezione. Due i ragazzi valutati, entrambi ammessi.
Borse di studio
dalle imprese?
dalle imprese?
“Ci hanno fatto i complimenti, perché erano preparati e conoscevano anche il francese abbastanza bene” sottolinea il professore. Il progetto è inserito del programma Erasmus e non prevede, quindi, borse specifiche. “Cercheremo di averne da parte di imprese che hanno relazioni con la Francia, per supportare gli studenti”, aggiunge il docente, che sottolinea l’importanza dell’iniziativa. “Non so se costituisca un vantaggio giuridico, ma per le imprese che operano su entrambi i mercati, avere uno studente che abbia raccolto la sfida di entrare in un’ottica europea e l’abbia superata, è indice di qualità”. Nei prossimi mesi, si svolgerà la prima selezione per gli studenti francesi. “La Preside, madame Attuel, teme di non riuscire a trovare abbastanza ragazzi con un minimo di dimestichezza con la lingua” dice la prof.ssa Ansalone. Già si fanno altri progetti. “Sono stato invitato a tenere un corso da loro ma, soprattutto, siamo stati colpiti dalla loro voglia di sviluppare altre iniziative. Questa caratterizzazione delle piccole e medie imprese, ha molta attinenza con la realtà campana” conclude Stampacchia. “Il prossimo passo potrebbe essere un Master europeo ma è necessario un terzo partner. Per un paio d’anni, dobbiamo fare in modo che questo progetto vada avanti e consentire ai ragazzi di avere la schiena abbastanza forte” aggiunge la prof.ssa Ansalone.
A partire dall’anno accademico 2008/2009, sarà attivo anche il progetto di scambio con l’Università di Alicante, che coinvolgerà il triennio di Economia Aziendale. Responsabile dell’iniziativa, il prof. Riccardo Viganò. “La convenzione prevede il confronto tra i due trienni, per stabilirne le equipollenze. Gli studenti delle due università, trascorreranno un anno presso la sede straniera consorziata e svolgeranno la prova finale nelle università di appartenenza”. Non è ancora stato stabilito nel dettaglio quale anno verrà interessato dallo scambio, ma esiste un piano di studio concordato. “Gli studenti potranno sostenere esami di area aziendale, economica e, se vorranno, quantitativa. È meno consigliabile affrontare esami di diritto, a meno che non si voglia restare a lavorare nel paese in cui si va a fare lo scambio. Credo che per noi sarebbe preferibile coinvolgere degli studenti iscritti al terzo anno, che abbiano già completato la nostra preparazione di base. In questo modo potremo operare una selezione fondata su elementi più robusti”. Quella di Alicante, è un’ottima Facoltà di Economia con una importante tradizione nel settore della Business Administration. “Stanno spingendo per sviluppare degli accordi europei, con la Francia, la Germania e diversi paesi del Nord Europa, volti al riconoscimento della laurea in Commercio”. Un’esperienza come questa può essere sicuramente importante: “in ambito multinazionale, o nel settore della revisione contabile, lo spagnolo è una lingua molto diffusa”. La conoscenza pregressa dello spagnolo non sarà indispensabile. “Può bastare seguire le lezioni del Centro Linguistico di Ateneo, un mese prima della partenza, per poter seguire i corsi in Spagna e sostenere gli esami”. Unica nota dolente: il progetto parte a costo zero. “Cercheremo di agganciarci al progetto Erasmus, per avere accesso alle sue borse. Sarà molto difficile avere dei finanziamenti da parte di aziende, perché qui c’è poco interesse per il titolo triennale. Per questo molti proseguono gli studi”.
Il confronto tra la scuola economica italiana e quelle straniere è interessante. “La differenza principale tra noi e la Francia è, forse, la maggiore attenzione alla professionalizzazione. Presso le Camere di Commercio, esistono delle Scuole di commercio. Hanno una notevole diffusione, fanno da contraltare all’università e danno alla formazione un taglio molto operativo. Una cosa che mi ha colpito più di tutte: chiamano Master il biennio” commenta il prof. Stampacchia. “L’impostazione del corso spagnolo è molto simile alla nostra. Per questo non è stato difficile costruire un percorso intermedio” conclude Viganò.
Simona Pasquale
A partire dall’anno accademico 2008/2009, sarà attivo anche il progetto di scambio con l’Università di Alicante, che coinvolgerà il triennio di Economia Aziendale. Responsabile dell’iniziativa, il prof. Riccardo Viganò. “La convenzione prevede il confronto tra i due trienni, per stabilirne le equipollenze. Gli studenti delle due università, trascorreranno un anno presso la sede straniera consorziata e svolgeranno la prova finale nelle università di appartenenza”. Non è ancora stato stabilito nel dettaglio quale anno verrà interessato dallo scambio, ma esiste un piano di studio concordato. “Gli studenti potranno sostenere esami di area aziendale, economica e, se vorranno, quantitativa. È meno consigliabile affrontare esami di diritto, a meno che non si voglia restare a lavorare nel paese in cui si va a fare lo scambio. Credo che per noi sarebbe preferibile coinvolgere degli studenti iscritti al terzo anno, che abbiano già completato la nostra preparazione di base. In questo modo potremo operare una selezione fondata su elementi più robusti”. Quella di Alicante, è un’ottima Facoltà di Economia con una importante tradizione nel settore della Business Administration. “Stanno spingendo per sviluppare degli accordi europei, con la Francia, la Germania e diversi paesi del Nord Europa, volti al riconoscimento della laurea in Commercio”. Un’esperienza come questa può essere sicuramente importante: “in ambito multinazionale, o nel settore della revisione contabile, lo spagnolo è una lingua molto diffusa”. La conoscenza pregressa dello spagnolo non sarà indispensabile. “Può bastare seguire le lezioni del Centro Linguistico di Ateneo, un mese prima della partenza, per poter seguire i corsi in Spagna e sostenere gli esami”. Unica nota dolente: il progetto parte a costo zero. “Cercheremo di agganciarci al progetto Erasmus, per avere accesso alle sue borse. Sarà molto difficile avere dei finanziamenti da parte di aziende, perché qui c’è poco interesse per il titolo triennale. Per questo molti proseguono gli studi”.
Il confronto tra la scuola economica italiana e quelle straniere è interessante. “La differenza principale tra noi e la Francia è, forse, la maggiore attenzione alla professionalizzazione. Presso le Camere di Commercio, esistono delle Scuole di commercio. Hanno una notevole diffusione, fanno da contraltare all’università e danno alla formazione un taglio molto operativo. Una cosa che mi ha colpito più di tutte: chiamano Master il biennio” commenta il prof. Stampacchia. “L’impostazione del corso spagnolo è molto simile alla nostra. Per questo non è stato difficile costruire un percorso intermedio” conclude Viganò.
Simona Pasquale