Elasticità mentale per studiare ad Informatica

Passione per il computer e buone opportunità occupazionali. Ecco le molle per scegliere Informatica: “ma si può restare fregati”, sottolineano Walter Pecoraro, Albenzo Coletta e Quirino Mondillo, studenti all’ultimo anno Magistrale del curriculum in Modelli Computazionali. Studiare ad Informatica, dicono, “non significa stare al computer, ma è tutt’altro. E’, prima di tutto, Matematica e pazienza”. L’informatico è una figura complessa “con una grande elasticità mentale. Chi scrive programmi deve sapersi calare in qualunque situazione, risolvendo problemi e confrontandosi con persone diverse”. Algebra, Analisi, Architettura degli Elaboratori, Algoritmi e Strutture Dati, Ingegneria del Software, Elementi di Informatica Teorica, è questa la rosa delle discipline caposaldo. I primi due anni sono i più pesanti: “Il primo per l’impatto; il secondo perché ti obbliga al cambio di passo, cominci a capire cosa sia davvero l’Informatica e se ne hai la capacità”. Le prospettive sono buone, anche con la Laurea Triennale: “però così si ha solo un panorama generale. L’approccio scientifico si matura con le successive Specializzazioni”. Ce ne sono tre: Modelli Computazionali, Sistemi Informatici, Tecnologie Informatiche. “Confrontatevi con gli altri. Un esercizio di Matematica può riuscire o meno, ma c’è più di un modo per scrivere un Algoritmo”. Un’altra sottolineatura: “questo Corso di Laurea è nato grazie al contributo di persone che hanno fatto la storia della Cibernetica e dell’Informatica in Italia e, quindi, ha un approccio particolare”.
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