Eletto il primo Preside di Scienze Biotecnologiche: è il prof. Gennaro Marino

Dopo sei anni di gestione da parte del Comitato Tecnico Ordinatore – prima sotto la guida del prof. Fulvio Tessitore e poi del prof. Giuseppe Marrucci- si sono tenute il 10 novembre le elezioni del Preside di Scienze Biotecnologiche. E’ stato eletto, con 37 voti su 38 e una scheda bianca, il prof. Gennaro Marino, ordinario di Chimica e Biotecnologie delle Fermentazioni.
Laureato in Chimica nel 1964, il professor Marino dal 1971, prima come libero docente, poi come incaricato e alla fine come ordinario, insegna presso la Facoltà di Scienze della Federico II e in oltre quaranta anni di carriera ha svolto numerose attività di ricerca documentata da oltre centocinquanta pubblicazioni riguardanti aspetti della biochimica pura ed applicata e delle biotecnologie.
Una esperienza illimitata nel settore delle ricerche scientifiche e biotecnologiche ed anche una conoscenza profonda della Facoltà e delle esigenze delle sue diverse componenti dettata dal contatto quotidiano con una realtà in continua espansione e che si fonda su profonde radici culturali.
“Posso dire che le biotecnologie nascono a Napoli, perché nel 1923 in via Costantinopoli è nata la Scuola di Quagliariello di chimica biologica ed è proprio da questa scienza che si sono evolute le biotecnologie – spiega il neo Preside che ricorda come questa sia proprio la scienza del futuro “come il 1900 è stato il secolo della Chimica, così il 2000 sarà il secolo delle Biotecnologie. La Federico II è pronta ad assumere un ruolo importante in questo settore per la sua tradizione e per i grandi scienziati che ne fanno parte”. Anche se di recente istituzione, dunque, la Facoltà ha una tradizione d’eccellenza da cui attingere e un organico d’eccezione. “Abbiamo, oggi, 80 docenti di cui il 52% sono ricercatori. La crescita, quindi, ha riguardato in particolare l’organico dei docenti e dei ricercatori che ha investito quasi tutti i settori scientifico disciplinari che concorrono all’articolata didattica dei nostri corsi di laurea con proprie specificità culturali e decise diversità nelle loro tradizioni. Io avrò innanzitutto, il non facile compito di gestire e promuovere il notevole patrimonio culturale, scientifico e didattico costruito negli ultimi sei anni”, afferma il professore.
E la parola d’ordine della presidenza di Marino è proprio ‘l’integrazione dei saperi’, che potrà contribuire a “darci quella specificità culturale e scientifica che potremo far valere come valore aggiunto nei confronti di altre Facoltà all’interno e all’esterno del nostro Ateneo”. Quella che il Preside definisce una sorta di ‘biodiversità’ culturale va sostenuta e tenuta insieme non solo all’interno della Facoltà ma anche in rapporto alle altre, e in relazione alla collocazione di Biotecnologie in un polo di afferenza, la cui ubicazione naturale sembra essere quella nel Polo delle Scienze e Tecnologie della Vita. “Dovremo sostenere con convinzione le interazioni già esistenti con altre Facoltà – aggiunge Marino- come nel caso del Corso di Laurea magistrale in Nutrizione Umana e i Master in Biotecnologie Genetiche e Biotec Management. Soprattutto dovremo impostare una progettualità per promuovere ulteriori iniziative interfacoltà riguardanti i tre livelli formativi sul versante dell’eccellenza e dell’internazionalizzazione”.
E il processo di internazionalizzazione promosso dalla Conferenza dei Rettori (CRUI) e dal Rettorato potrebbe inoltre essere incrementato nell’ambito dei cambiamenti imposti dal nuovo DM 270/2004, che presto verrà reso attuativo.
“Il processo di internazionalizzazione dovrebbe vederci maggiormente impegnati. Potremmo- propone il Preside Marino- valutare la possibile attivazione di un corso di laurea, eventualmente specialistico, interamente in lingua inglese per poter offrire una piattaforma didattica di eccellenza ed attirare, in particolare, studenti non comunitari per i quali il Ministero ha attivato canali di reclutamento. Un tale esercizio ci potrebbe vedere preparati al momento del prossimo bando per l’internazionalizzazione del Ministero prevedendo il conferimento del titolo congiunto con università di paesi europei”.
In attesa dunque dei cambiamenti nell’organizzazione didattica, l’attenzione del Preside si concentra anche su questioni importanti legate all’aggregazione delle risorse didattiche e scientifiche. A cuore del nuovo Preside, infatti, la questione della dispersione delle strutture della Facoltà, che vede dislocati gli uffici di presidenza e segreteria fra via Cinthia e via Mezzocannone. Fenomeno che crea numerosi inconvenienti a studenti e docenti e non fornisce gli spazi necessari per un fruttuoso scambio culturale fra i giovani biotecnologi. A tal proposito sono già in corso i lavori per l’acquisizione della sede didattica a Cappella dei Cangiani che vedrà nascere una struttura interamente dedicata alla Facoltà. “I lavori del nuovo complesso- sottolinea Gennaro Marino- andranno seguiti da vicino con molta attenzione perché i termini di consegna contrattuali vengano puntualmente rispettati”. La struttura sarà terminata tra 36 mesi. “E’ chiaro che l’attuale dispersione sul territorio pone dei grossi limiti alla valorizzazione delle nostre proposte didattiche e del patrimonio scientifico”. In attesa della creazione del polo biotecnologico, la risoluzione più immediata dei problemi di tipo logistico va cercata attraverso la richiesta alle autorità amministrative dell’Ateneo di spazi per ospitare in maniera provvisoria gli uffici di presidenza e la segreteria studenti, nell’area del Secondo Policlinico.
Ancora il professor Marino punta sulla comunicazione per consentire ai futuri studenti universitari di conoscere l’ampio spettro di competenze offerte dalla Facoltà fin dall’inizio del loro percorso scolastico. “Bisogna rendersi più visibili sui media e più aggressivi nei progetti di orientamento coinvolgendo anche gli insegnanti di materie scientifiche delle scuole medie superiori. Inoltre- afferma Marino- si dovranno creare opportune sinergie con le strutture addette alle comunicazioni dell’Ateneo e formare degli esperti in comunicazione biotech per sensibilizzare e informare il grande pubblico”.
Valentina Orellana
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