Erasmus, record di domande

C’è chi parte e c’è chi arriva. Chi ha negli occhi l’entusiasmo dell’imminente partenza e chi dispensa consigli su come affrontare l’esperienza già vissuta. In un’unica parola: progetto Erasmus… “Un’esperienza che ti cambia la vita”, “che dovrebbe essere obbligatoria”, “da fare e rifare”. L’ufficio della dott.ssa Daniela Piccione, al terzo piano dell’edificio di via Porta di Massa, è un via vai continuo di studenti. “Stiamo assegnando le borse di studio ai vincitori del bando – spiega la dottoressa- Termine ultimo per l’accettazione è il 4 maggio”. Dopo il calo di richieste registrato l’anno scorso, nel 2007 è stato un vero e proprio boom: circa trecento le domande presentate, quasi un record. “Quest’anno siamo sommersi dalle richieste – commenta la dott.ssa Piccione- L’anno scorso la Facoltà viveva un momento di forte smarrimento, il passaggio dal 3+2 all’1+4 aveva condizionato non poco le scelte degli studenti. C’era il timore di perdere tempo, di non adeguarsi in maniera sufficiente ai cambiamenti imposti dall’1+4, insomma la paura del nuovo fece diminuire fortemente le domande. Ora, con un ordinamento più delineato è ritornata la voglia di partire, abbiamo dovuto svolgere una forte selezione. Non è stato facile scegliere tra le varie domande, sicuramente sono stati premiati gli studenti più meritevoli”. Ma quali sono le mete più richieste? “Sicuramente quelle spagnole per vari motivi. La Spagna è un paese molto simile all’Italia, non solo culturalmente ma anche a livello giuridico. C’è una corrispondenza tra esami e crediti quindi gli studenti sono sicuri di riuscire a sostenere un certo numero d’esami che poi verranno convalidati al loro rientro in Italia. Le università tedesche sono invece il fanalino di coda tra le richieste. Si sente fortemente l’handicap della lingua ed inoltre alcune università tedesche fanno dei test d’ingresso proprio per gli studenti Erasmus. Nel mezzo le università francesi. Anche lì è indispensabile conoscere la lingua, i francesi sono abbastanza severi e prestano poca attenzione agli studenti in difficoltà. Molti esami poi prevedono dei test scritti e le preoccupazioni aumentano. Un’ulteriore difficoltà è rappresentata poi dalla scarsa corrispondenza fra i piani di studio: il sistema francese prevede tanti esami da pochi crediti. Uno studente si troverà a sostenere più esami per vedersene convalidato solo uno al rientro”. Da come trovare casa, al piano di studi: sono tante le domande che pongono gli studenti. “Da quest’ultimo punto di vista il problema non dovrebbe sussistere, prima di partire lo studente presenta alla Commissione i programmi degli esami che intende sostenere all’estero. La Commissione, formata dai professori Amatucci, Sico e Masi confronta gli esami con il numero di crediti e prima di partire autorizza lo studente a sostenerli all’estero. In linea di massima, se ci si attiene al programma concordato non dovrebbero esserci problemi per la convalida italiana. Comunque, siamo costantemente in contatto con i nostri studenti per qualsiasi consiglio o novità.” Unica nota dolente sembra essere l’aspetto economico…i contributi si traducono in cifre irrisorie che a volte non bastano nemmeno per pagare l’alloggio. “Le cifre sono basse, irrisorie, ma l’Erasmus è un investimento che ti può cambiare la vita. Quest’anno la situazione è un po’ migliorata: l’Ufficio Programmi Internazionali ci ha comunicato che la cifra messa a disposizione dalla CEE è aumentata. Dai 130 euro mensili dell’anno scorso si passa a quasi 200 euro erogati in un’unica soluzione prima della partenza. Poi vi sono i contributi messi a disposizione dall’Ateneo. Le difficoltà economiche però non devono limitare gli studenti. Per esperienza personale so che all’inizio è dura, ma poi si trovano dei lavoretti, si fa amicizia e tutto sembra più semplice. C’è uno studente napoletano in Germania che lavora tre volte a settimana in un ristorante italiano, guadagna, studia, impara la lingua tutto grazie all’Erasmus”. Ma si torna cambiati da quest’esperienza? “Sicuramente- afferma convinta la dott.ssa Piccione- Si ritorna con più entusiasmo, con la consapevolezza di essere in grado di affrontare la propria vita da soli. Attenzione però, partire può essere a volte un’arma a doppio taglio. Lo studente non diligente può perdere tempo, rallentare il proprio ritmo di studio. Per uno studente in regola con gli esami l’Erasmus è un’esperienza da vivere, si conosce una lingua straniera e si aprono così prospettive lavorative future all’estero”. 
Che sia un’esperienza entusiasmante lo confermano gli studenti rientrati. “E’ stato bellissimo- racconta Miriam Del Giacomo, studentessa del 3+2, soggiorno a Bordeaux- Conoscevo il francese, l’avevo studiato al liceo e poi privatamente. Ho avuto, però, qualche difficoltà nell’affrontare gli esami. Purtroppo su 3 esami svolti solo 2 sono stati convalidati…Poco importa avevo preso pure un voto basso al terzo. In termini di studio si rallenta un po’. In cinque mesi ho sostenuto solo 2 esami, ma ne è valsa la pena”. Irrisorio il contributo: “non ho trovato lavoro ed il contributo versatomi prima della partenza è servito a ben poco. Solo la stanza costava 124 euro al mese ed ero all’interno dell’università! Se non ci fossero stati i miei genitori non avrei mai potuto farcela”. Buona l’accoglienza: “professori disponibili ed efficiente al servizio informazioni per gli Erasmus”. Stesso entusiasmo nelle parole di Maria Gabriella Frallicciardi, sei mesi all’Università di Valencia, in Spagna. Nota stonata: l’entità della borsa di studio: “solo d’affitto pagavo 200 euro al mese”. “L’università è organizzata e ti offre un grande aiuto –racconta- Ho svolto gli esami concordati, due, e non ho avuto particolari problemi. Seguivo lezioni, studiavo e due volte a settimana seguivo il corso di spagnolo che l’università mette a disposizione degli studenti stranieri. C’erano altri ragazzi di Napoli, molti dell’Orientale ma di Giurisprudenza nessuno. E’ un’esperienza che consiglio di vivere, le difficoltà culturali, linguistiche si abbattono con la tenacia…”.
Susy Lubrano
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